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La Reggina evapora nel secondo tempo: 2-2 con il Pompei, la vetta si allontana

di Paolo Ficara – Scelte errate e figura da polli. Si può riassumere così il 2-2 che la Reggina si fa imporre in casa dal Pompei, per il 13° turno del campionato di Serie D girone I. Padroni di casa avanti nel primo tempo grazie alla doppietta di Ragusa, ma calati – se non scomparsi – alla distanza. I campani, presentatisi al “Granillo” con cinque under più altri tre titolari sotto i 24 anni, rimontano nella ripresa grazie a De Luca ed al suo sostituto El Hilali.

LE SCELTE – Trocini opta per un 4-1-4-1, parente stretto del 4-3-3 ma con gli esterni alti entrambi lontani dall’unica punta. Centrocampo inedito, con giocatori che mancano di ritmo partita. Laaribi davanti alla difesa, le mezzali sono Urso ed il redivivo Ba che non giocava dal primo tempo contro l’Acireale. Malara rileva l’infortunato Cham come terzino sinistro. Esposito si oppone con un 3-4-2-1, affidandosi alla palla lunga.

STRADA IN DISCESA – Il Pompei gonfia la rete per primo, ma l’arbitro ha già fischiato quando Vitale di destro la mette sotto la traversa: sugli sviluppi di un corner, c’è un evidente tocco di mano in area. Una verticalizzazione di Vesprini coglie impreparata la difesa campana: Ragusa punta la porta, Troest lo contrasta ruvidamente in area. E’ rigore, e lo stesso Ragusa va a spiazzare Rizzuto dal dischetto al 13′.

RADDOPPIO EPISODICO – La Reggina non uccide la partita, non crea occasioni se non una di conto nel resto del primo tempo. Ma almeno, la sfrutta. Perri, accentrandosi al suo solito – quando ancora non ha perso tutto il fiato a rincorrere Aurino sulla fascia – ottiene una punizione. Urso, col suo destro molto educato, pesca Ragusa sul secondo palo: l’ex Messina ha il tempo di agganciare, prima di sferrare un rasoterra potente e preciso per il 2-0.

SI SPEGNE IL MOTORE – Le scelte errate di Trocini vengono pagate nella ripresa. Non ci sono ricambi a centrocampo, sarebbe stato molto più opportuno giocare con due interni ed una punta in più, accanto ad un Barranco completamente avulso dal gioco ma non per colpa sua. Al 51′ il 2-1: mani di Girasole in area, De Luca implacabile dal dischetto. Urso, l’unico a tirare in porta nella ripresa – seppur su punizione – è il primo ad essere sostituito, dopo aver beccato il giallo. Laaribi è anch’egli ammonito, Ba non gioca da un mese e mezzo. Contropiede ospite con i subentrati: Tompte avanza sul centrodestra, Adejo lo contempla, El Hilali si smarca, viene servito con i giri giusti e beffa Martinez sul primo palo. E’ 2-2.

GLI ALIBI DI TROCINI – “Ci siamo allenati poco”. “A centrocampo era la prima volta che giocavano assieme”. “Ci è mancato Cham, gli avversari gli rimbalzano addosso”. Se al posto di Sanremo creassero il Festival degli Alibi, mister Trocini sarebbe già pronto con questi ed altri “brani” sfoderati in sala stampa. La formazione l’ha sbagliata lui. Pergolizzi cambiava anche cinque moduli durante i 90 minuti, lui inizia in un modo e non si schioda. Le vie di mezzo non trovano posto sulla panchina della Reggina. I limiti di organico ci sono, dall’inizio. Trocini o Mourinho, cambia poco. Ma oggi la Reggina ha pareggiato contro otto sbarbatelli più Buschiazzo, De Luca e Troest. Ed è stata punita dai subentrati, ancora più in periodo di pubertà. Il Siracusa ha sbancato Scafati, la vetta è a -4. Il passo del gambero. E meno male che abbiamo vinto a Vibo. La Reggina è di nuovo quarta, con due punti di vantaggio sul Sambiase quinto.

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