Nel corso di un’operazione mirata al contrasto della pesca di frodo condotta nelle ore notturne, i militari della Guardia Costiera di Gioia Tauro congiuntamente al personale della Polizia Stradale di Palmi, hanno intercettato sul raccordo stradale che unisce Gioia Tauro e Palmi un veicolo con all’interno circa 1.200 esemplari di ricci di mare. Alla richiesta di fermarsi per un ordinario controllo, gli occupanti del mezzo hanno cercato di minimizzare la situazione, fornendo risposte evasive e dichiarando di non trasportare nulla di rilevante. Tuttavia, l’atteggiamento ambiguo e il nervosismo dei soggetti hanno insospettito il personale operante, che hanno proceduto a un’ispezione approfondita del veicolo. Dopo un’attenta verifica, sono state scoperte otto ceste accuratamente occultate, al cui interno erano contenuti circa 1.200 esemplari di ricci di mare, presumibilmente destinati alla vendita nel mercato clandestino.
Ai trasgressori sono state comminate due sanzioni amministrative ciascuno che prevedono un importo complessivo massimo pari a 6.000 euro. La prima per aver pescato un quantitativo superiore ai 50 esemplari (limite tassativamente previsto per i pescatori sportivi) e l’altra per aver effettuato suddetta attività nel periodo di fermo biologico (previsto dal Decreto Ministeriale 12/01/1995).
Nei confronti dei trasgressori è scattato poi il sequestro del prodotto, nonché dell’attrezzatura subacquea utilizzata per questo tipo di pesca illecita. Successivamente, gli esemplari, ancora vivi come accertato dal personale veterinario intervenuto, sono stati prontamente reimmessi in mare dalla motovedetta CP827 della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, garantendo così la loro sopravvivenza e contribuendo alla tutela dell’equilibrio dell’ambiente marino.
Questa operazione, condotta con la preziosa sinergia della Polizia Stradale di Palmi, si inserisce in un più ampio programma di salvaguardia delle specie ittiche, portato avanti con determinazione dalla Guardia Costiera con il preciso obiettivo di preservare la biodiversità marina. Si ricorda infatti che la pesca del riccio di mare, in accordo con le vigenti normative, risulta essere vietata nei mesi di maggio e giugno per consentirne il ripopolamento dei fondali a rischio desertificazione.