I dipendenti dell’UniDA, a stragrande maggioranza (15 favorevoli e 4 astenuti), per il tramite della loro rappresentante in C.d.A., dichiarano quanto segue: “apprendiamo dagli organi di stampa di un comunicato diffuso dal Ministero dell’Università e della Ricerca e riguardante la validità del nuovo Statuto.
I dipendenti, oltre ad aver espresso un parere positivo in C.d.A. alla proposta presentata da Accademia Internazionale Benefit, riconoscendole valenza seria e concreta, e che per la prima volta nella storia di questo Ateneo parla di numeri, progetti e prospettive a breve termine e non di vaghe promesse, esprimono sostegno alla Governance di Ateneo e descrivono in sintesi la storia della Dante Alighieri vissuta negli ultimi anni.
Nessuno degli enti pubblici che compongono il C.d.A., rappresentati da Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio, ha contribuito economicamente al sostentamento dell’Università negli ultimi 10 anni.
Nessuno dei soggetti che a vario titolo sedeva o pretendeva di sedere in Cda in rappresentanza delle varie associazioni o comitati della Dante Alighieri ha MAI contribuito economicamente al sostentamento economico dell’Università. Registriamo con certezza matematica che il sostegno economico fornito da questi signori è pari a zero.
Il debito cui l’Ateneo si è ritrovato a far fronte, che ammontava a più di due milioni di euro e che rischiava di far chiudere l’Ateneo e mandare a casa i dipendenti, è stato interamente estinto senza l’aiuto, nemmeno di idee, di tutti i soggetti che oggi pretendono di “salvare” l’Università.
Il Sindaco, gli ex consiglieri e chi oggi pretende di avere titolo in un presunto salvataggio, devono sapere che, attraverso il nostro duro lavoro, la nostra determinazione e il nostro coraggio, siamo riusciti a salvarci da soli. E devono sapere che abbiamo imparato a distinguere chi conosce il mondo universitario perché lo vive o ci lavora da chi dell’Università non sa niente. Chiediamo che la politica resti fuori dall’UniDA e chiediamo che chi nulla ha fatto per tendere una mano quando erano a rischio gli stipendi, i posti di lavoro e la sopravvivenza dell’Ateneo, nulla continui a fare.
Chiediamo, inoltre, che la Governance di Ateneo si attivi per chiedere a tutti i soggetti che per anni hanno fatto parte del Consiglio di Amministrazione, il pagamento di quanto non è mai stato versato per il regolare funzionamento dell’Ateneo.
Da ultimo, chiediamo con forza e determinazione che nel nuovo Cda, così come determinato nel nuovo statuto, siedano persone competenti e che conoscano la normativa e tutto ciò che riguarda il mondo universitario: siamo stanchi di sentire che l’Ateneo possa essere spostato dalla città di Reggio Calabria quando ciò non è né previsto né consentito dalle norme di accreditamento di sede stabilite dal sistema di valutazione universitario.
Se necessario, ma ci auguriamo di no, confidando nella capacità di discernimento e analisi del competente Ministero dell’Università e della Ricerca, siamo disposti a rappresentare le nostre istanze, la nostra storia e le nostre battaglie all’On. Ministro, Anna Maria Bernini, perché anche Lei, quale massimo esponente del sistema universitario e da sempre vicina e attenta ai dipendenti, venga a conoscenza per voce diretta e non per sentito dire, della verità.”
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Reggio, dipendenti UniDA: “Nessuno degli enti pubblici del Cda ha contribuito al sostentamento dell’Università negli ultimi dieci anni”
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