Gli internati del Campo di Ferramonti, il più grande campo di concentramento per Ebrei in Italia, potevano addirittura ricevere posta dall’esterno. È proprio intorno a questo elemento che ruota la storia dei fratelli Miriam e Gabriel, lei libera, lui internato, protagonisti del libro per ragazzi MIO FRATELLO è A FERRAMONTI di Pietro Reggiani, edito da Coccole Books. Si tratta – si legge in un comunicato stampa – di un contributo prezioso per avvicinare anche i più giovani alla Storia e farli sentire parte di un racconto a lieto fine: quello che vede in Calabria un campo di concentramento che non fece registrare vittime.
MIO FRATELLO È A FERRAMONTI, PER AVVICINARE GIOVANI A STORIA
A poche settimane dalla sua pubblicazione, il volume è già fonte di ispirazione per altri progetti creativi: come il corto teatrale MIRIAM E GABRIEL… LA LIBERTÀ DELL’AMORE FRATERNO che, con la regia di Lara Posterivo, sarà presentato sabato 1° febbraio, al Museo internazionale della Memoria di Ferramonti di Tarsia. L’evento rappresenterà la conclusione di un’intensa sei giorni di iniziative e contributi, I GIORNI DELLA MEMORIA – INTERNAMENTO E R-ESISTENZA UMANA che, promossi dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Roberto Ameruso, ha visto in quello che è un Marcatore Identitario Distintivo (MID) della Calabria, destinatarie anche e soprattutto le comunità scolastiche del territorio.
LIBRO DI COCCOLE BOOKS GIÀ ADOTTATO IN MOLTE SCUOLE CALABRESI E ITALIANE
Ad esprimere soddisfazione per questo importante momento di confronto destinato alle scuole sono Ilario Giuliano e Daniela Valente della casa editrice indipendente Coccole Books, sottolineando l’importanza del volume già adottato da diverse scuole italiane e soprattutto calabresi. Mio fratello è a Ferramonti, la cui copertina è stata illustrata da Ignazio Fulghesu, fa parte della collana TI DIRÒ – per ritrovarsi, ascoltando le voci di grandi storie; è destinato a piccoli lettori dagli 11 anni in su ed è stato realizzato in collaborazione con Book on a Tree, agenzia creativa collaborativa specializzata in storie per l’infanzia e l’adolescenza.
NEL GLOSSARIO LE PAROLE CHIAVE DELL’OLOCAUSTO
Shoah, ebraismo, Palestina, Resistenza sono le parole in grassetto inserite nel glossario e rese disponibili per soddisfare la comprensione dei piccoli lettori. In neretto ci sono anche Primo Levi, Treblinka e Awschwitz, Ghetto, Sionismo, Polonia.
ABSTRACT: Roma, giugno 1940. Miriam ha dieci anni e, allo scoppiare della guerra, perde il sostegno dell’amato fratello maggiore Gabriel, internato nel campo per ebrei creato dal fascismo a Ferramonti, in Calabria. Inizia però tra loro una tenera e fitta corrispondenza, che guiderà Miriam in anni di crescita e di scoperte. La tempesta della Shoah si va tuttavia addensando sugli Ebrei d’Europa, e i soldati nazisti occupano Roma. La storia di Miriam e Gabriel, però, saprà andare oltre ogni tragedia.
LA POSTFAZIONE DEL SINDACO AMERUSO: STORIA UNICA
“La storia di Ferramonti – scrive il Sindaco Roberto Ameruso nella prefazione al libro di 180 pagine– è unica, ma poco nota nella sua complessità. Occorre distinguere due fasi storiche: dal 10 luglio 1940 all’8 settembre 1943 Ferramonti fu un Campo del Duce, il più grande tra i numerosi luoghi di concentramento fascista. In questo periodo il Campo, istituito e costruito come lager, si rivelò poi campo della speranza e della salvezza. L’unicità di Ferramonti non consiste soltanto nel fatto che nessun internato fu deportato o ucciso, ma sul fatto che la vita degli internati fu regolata da una autonoma organizzazione interna. Nella bozza relativa alla elezione del capo Camerata, Israel Kalk così si esprime: L’assemblea dei capi baracca, unitamente a quella degli uomini di fiducia formava il Parlamento del Campo, consesso democratico certamente unico nell’Italia fascista! Dal 14 settembre 1943 sino all’11 dicembre 1945, sotto il controllo militare anglo-americano Ferramonti fu convertito in Displaced persons Camp, cioè campo di raccolta per sfollati, profughi, rifugiati. Durante il Secondo Campo, la leadership sionista riuscì a coordinare i vari orientamenti degli ex-internati e degli sfollati, dando vita a quella che orgogliosamente chiamarono Repubblica Ferramonti”.