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Risoluzione approvata all’unanimità a conclusione della manifestazione pubblica svolta il 23 gennaio 2025 in occasione della apertura della sede del Comitato “18 Gennaio”

La drammatica vicenda dei giorni scorsi con la morte di Serafino Congi costituisce una grave ed irreparabile perdita per la sua famiglia: per le sue bambine, per la moglie, per i genitori a cui rinnoviamo sentita e sincera vicinanza.
La scomparsa di Serafino, all’età di 47 anni, ha suscitato cordoglio e profonda commozione.
Resta una ferita aperta per l’intera comunità.
Quanto è accaduto è assurdo e suscita serie preoccupazioni ed inquietanti interrogativi.
Non a caso l’intera comunità sangiovannese ha avvertito il bisogno di raccogliersi intorno a Serafino e alla sua famiglia con una fiaccolata a cui hanno partecipato oltre ottomila persone che, come un fiume umano, hanno percorso le vie della città fino all’ospedale civile.
L’indagine aperta dalla Magistratura farà il suo corso per accertare quanto accaduto.
Tuttavia, nessuno pensi di poter mettere tra parentesi, o archiviare, una vicenda che mette in evidenza i seri limiti ed il grave stato di inefficienza in cui versano i servizi di emergenza/urgenza e di pronto soccorso. Una condizione preoccupante per l’intera regione che espone a maggiore rischio le popolazioni e i cittadini che vivono in territori montani e nelle aree interne.
Garantire il servizio di emergenza/urgenza e di pronto soccorso è la prima condizione necessaria per assicurare il diritto alla tutela della vita sancito dalla nostra Costituzione.
La grave situazione a cui si è giunti impone misure straordinarie ed urgenti!
Difronte al valore della vita non sono ammesse giustificazioni né provvedimenti palliativi che, per quanto utili, non sono la risposta adeguata a creare la condizione di sicurezza che solo un servizio di emergenza/urgenza efficiente, degno di questo nome, può e deve garantire.
Bene hanno fatto le associazioni e le organizzazioni sindacali cittadine a promuovere una assemblea unitaria a conclusione della quale è stata avanzata la richiesta di un Consiglio Comunale aperto su quanto accaduto e sulla condizione dei servizi sanitari nel nostro territorio. Bisogna purtroppo rilevare che a fronte delle preoccupazioni e della mobilitazione unitaria della popolazione, non sono mancati i tentativi di inserire elementi di divisione. Non si capisce infatti la ragione per cui il Presidente della Regione e Commissario alla Sanità abbia deciso di incontrare una sola associazione per discutere della grave situazione determinatasi a San Giovanni in Fiore, scavalcando l’intera rete delle associazioni, delle organizzazioni sindacali, delle rappresentanze della società civile e persino le istituzioni locali.
Lo stesso Consiglio Comunale non è stato ancora convocato, anzi è stato di fatto svuotato di significato e ragione alla luce delle affermazioni disarmanti del Presidente della Regione e Commissario alla Sanità in relazione alla situazione in cui versa il servizio di emergenza/urgenza.
È bene ricordare che Roberto Occhiuto ha la massima responsabilità della Sanità regionale in qualità di Commissario ad Acta nominato dal Governo Nazionale. Se la risposta della massima autorità sanitaria regionale è quella che abbiamo appreso dai giornali e dai video social, c’è davvero da essere seriamente preoccupati.
A questo punto è lecito domandarsi quale risposta potrà venire dall’incontro col Direttore Generale dell’Asp di Cosenza annunciato per il 30 gennaio prossimo.
Difronte a questo quadro desolante ed allarmante riteniamo che sia necessario mantenere salda l’unità della popolazione per dispiegare una forte mobilitazione al fine di ottenere risposte, interventi concreti ed adeguati.
È finito il tempo degli irresponsabili annunci/propaganda social sulla pelle dei cittadini!
È necessario ed improrogabile dare la massima priorità alla riorganizzazione ed al potenziamento del servizio di emergenza/urgenza destinando il personale medico e paramedico necessario, ricorrendo a provvedimenti amministrativi e legislativi tesi ad incentivare la mobilità di personale qualificato.
È altresì necessario il potenziamento di mezzi idonei, di strumentazione adeguata e tecnologicamente avanzata.
Alla grave emergenza bisogna rispondere con misure straordinarie ed urgenti.
Non si può perdere altro tempo.

Alle associazioni ed alle organizzazioni sindacali, di cui abbiamo apprezzato la sensibilità, l’iniziativa, l’impostazione unitaria, proponiamo l’organizzazione di una grande mobilitazione per ottenere risposte concrete ed urgenti, evitando di perdersi nei meandri di inutili tavoli rispetto ai quali si è già preannunciato l’esito.
È, inoltre, opportuno coordinare una mobilitazione unitaria delle popolazioni residenti in tutti i Comuni montani della Calabria, esposte a maggiore e più elevato rischio.
La mobilitazione a tutela della vita e per la sicurezza delle persone è un dovere civile ed una necessità che meritano priorità su ogni altra cosa.
Una condizione imprescindibile per contrastare lo spopolamento che ha assunto dimensioni crescenti ed allarmanti.

 

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