“Apprendiamo con sincero compiacimento che l’esperienza dell’associazione Ra.Gi. Onlus di Catanzaro, la quale, attraverso progettualità socio-assistenziali che rappresentano un’eccellenza del nostro Sud, punta a rendere normale la vita delle persone affette da Alzheimer e demenze neurodegenerative, venerdì 4 luglio sarà ospite (nel cuore di un’area simbolo di riscatto umano e civile) del ‘Sanità Film Festival’ a Napoli, l’importante manifestazione culturale che unisce cinema e rigenerazione sociale”. Lo afferma il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
“Anche quest’altro appuntamento, che si aggiunge ai recenti approfondimenti dedicati alla Casa-Paese di Cicala da trasmissioni televisive di successo come ‘Generazione Bellezza’ di Emilio Casalini, ‘Far West’ di Salvo Sottile e ‘Che ci faccio qui’ di Domenico Iannacone – prosegue – attestano che la ‘rivoluzione dolce’ della ‘Casa-Paese’ messa in moto da Elena Sodano, è diventata l’emblema di ottime pratiche assistenziali e sociali di cui la Calabria può senz’altro andare fiera. Simbolo, tra l’altro, di un Mezzogiorno che non si arrende, che crea valore, che si prende cura”.
“Fin dall’inizio della legislatura – afferma Mancuso – il Consiglio regionale che rappresento, consapevole che a chi è alle prese con una patologia che spesso relega ai margini della società (i pazienti affetti da demenza in Calabria sono 48mila e 300mila le persone coinvolte a vario titolo) è necessario, oltre alle cure farmacologiche, assicurare ambienti consoni, autentiche relazioni sociali, protezione, libertà e dignità, segue con interesse l’impegno dello staff Ra.Gi che è pronto a replicare questa originale esperienza, capace di farsi spazio nello scenario nazionale con le sue forze, in tante altre realtà della Calabria. Pertanto, auspico che le istituzioni pubbliche e private di ogni livello, riservino, a questo laboratorio culturalmente innovativo, il giusto riconoscimento e la necessaria condivisione che ne garantiscano la prosecuzione e il potenziamento”.
“Coscienti del fatto – conclude Mancuso – che strutture socio-assistenziali come questa, in una regione in cui le diseguaglianze e le povertà erano acute già prima del Covid, assumono un ruolo centrale, non solo per dare una mano ai soggetti più fragili, ma anche per evitare che, non tutelando parte consistente della nostra popolazione, la democrazia sia svuotata di senso”.