“Ma è meglio poi, un giorno solo da ricordare che ricadere in una nuova realtà sempre identica” (Francesco Guccini, Scirocco -
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Permane a Cardinale “il rito” della tosatura delle pecore

Rinnovato a Cardinale, in provincia di Catanzaro, centro noto per la lunga tradizione nella produzione e  nella lavorazione del latte, presso l’azienda agricola Mazza, il rito della tosatura delle pecore. Fra tradizione e modernità, rasare le pecore è un rito, quasi magico che permette di capire valori e tradizioni della cultura pastorale; rappresenta un momento particolarmente importante, un rito laico che si ripete e rinnova ogni anno. Alle operazioni partecipano molte persone legate al pastore da rapporti di comparaggio, un aiuto prezioso che permette di svolgere il lavoro in tempi brevi, avvalendosi di mani esperte, che sottolinea la socialità del rito. All’evento di quest’anno ha voluto assistere Eugenio Attanasio, regista del fortunato film-documentario “Figli del Minotauro”, che ha raccomandato al giornalista Francesco Stanizzi responsabile della Comunicazione della Cineteca della Calabria di  diffondere a tappeto queste pratiche antiche, per evitare che con il passare del tempo se ne perda memoria. La tosatura è necessaria e importante perché nella stagione estiva, il vello divenuto ormai troppo lungo, potrebbe anche essere d’intralcio per l’animale, poiché impigliandosi nei cespugli, potrebbe riempirsi di spine causando pericolose ferite. Se un tempo il metodo tradizionale prevedeva l’uso di cesoie o forbici da tosatura, oggi si impiegano anche i rasoi eletrici, per accelerare il lavoro di taglio e ridurre al minimo i rischi di ferite e lesioni per l’animale. Nicola Mazza,  succeduto al padre prematuramente scomparso nella conduzione  dell’azienda di famiglia, guida le operazioni della tosatura con particolare attenzione. Con occhio attento ed esperto segue gli uomini addetti al lavoro mentre rimuovono il vello, mentre affilano e oleano gli arnesi per il taglio. Fondamentale il  ruolo delle donne; un tempo provvedevano alla preziosa  raccolta della lana utilizzata per preparare il corredo della sposa, la lana era infatti utilizzata sia per riempire cuscini e materassi, sia, dopo un’attenta lavorazione di lavaggio, asciugatura, cardatura e pettinatura, per essere utilizzata per la realizzazione di indumenti e biancheria per la casa. Oggi aiutano i pastori ad organizzare la lunga giornata e provvedono alla preparazione del pranzo, da consumare tutti insieme alla fine della giornata. La zampogna suggella la fine del lavoro, anticipando il pranzo che vede la partecipazione di amici, compari e famigli dei Mazza che, da generazioni,  portano avanti questo lavoro che oggi ci sembra epico. Purtroppo, quell’utilizzo della lana  come risorsa di una comunità contadina oggi è tramontato e questi cumuli diventano un  rifiuto da smaltire, nella società consumistica odierna. Consola però sapere che ci sono ancora giovani pastori appassionati, come Nicola Mazza e la sua famiglia, che credono nell’allevamento e producono un ottimo formaggio, scegliendo una vita dura ma sana.

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