«Non siamo noi a dover rincorrere nessuno. Chi si candida a guidare una città ha il dovere di farsi vedere, di metterci la faccia, di rispondere. L’assenza sistematica non è una strategia: è una fuga dalle proprie responsabilità». Lo afferma Doris Lo Moro, candidata del centrosinistra a sindaca di Lamezia Terme, dopo l’ennesima assenza del candidato del centrodestra, Mario Murone, a un confronto pubblico, nella fattispecie previsto lo scorso 2 giugno sull’emittente City One. «Siamo già – rcorda Lo Moro – alla quarta occasione saltata: il 19 maggio, due incontri rifiutati nello stesso giorno, con Cgil, Cisl e Uil e con le associazioni del Terzo settore; il 22 maggio, con l’assenza alla trasmissione Rumore; infine, il 2 giugno, con la mancanza al confronto in programma su City One. Presentarsi di fronte alla città è un atto di rispetto, non un favore. Chi scappa dal confronto non può pensare di rappresentare nessuno». «Abbiamo poco tempo – continua Lo Moro – e tanto lavoro da fare. Se il candidato del centrodestra ritiene di non voler confrontarsi davanti ai cittadini, lo dica apertamente. Ma abbia il coraggio di prendersi la responsabilità di questa scelta. Dire di essere “offeso” è un pretesto. Chi si offende invece di rispondere, non è pronto a governare». Il richiamo di Doris Lo Moro è netto: la campagna elettorale non è un palco da gestire con tatticismi ma è un momento di confronto con la comunità. «Lamezia – sottolinea Lo Moro – ha bisogno di una guida solida, presente, autorevole, non di qualcuno che si nasconde dietro i comunicati. Chi aspira al governo della città deve saper rispondere. Anche quando le domande fanno paura». In questo contesto, la candidata comunica anche che non parteciperà al confronto previsto da LaC per la giornata di oggi. «Ringrazio LaC per l’invito, ma riteniamo inutile – argomenta Lo Moro – offrire nuovamente disponibilità a un confronto in cui, con ogni probabilità, il candidato del centrodestra continuerà a non presentarsi. Ci scusiamo con la redazione e con i telespettatori, ma non vogliamo più contribuire a una messinscena. I cittadini meritano rispetto, non silenzi strategici. Se poi dovesse essere presente, osserviamo che non lasciamo all’avversario la scelta di partecipare o meno ai confronti. L’agenda politica – avverte e conclude – ce la dettiamo da soli».