“Un dato incoraggiante però emerge e cioè una sottile linea di collaborazione con il Comune di Parma al quale i redattori del Piano avranno inteso “ispirarsi”. La lettura del programma rivela che alcuni contenuti di Agenda Urbana di Catanzaro ripropongono, quanto elaborato dal Comune dl Parma. Ma i redattori nostrani hanno avuto nemmeno la cura di eliminare il Comune di Parma dal testo di Agenda Urbana! Le maestre delle nostre scuole elementari ci insegnavano che anche per “copiare” ci vuole la giusta applicazione.” Dichiara il Gruppo consiliare Azione.
“Nel merito, il documento, di stretta competenza dell’organo esecutivo, non è stato il prodotto di un auspicabile coinvolgimento delle forze politiche in Consiglio né è stato possibile consumare un opportuno e costruttivo confronto nell’ambito dei lavori delle commissioni consiliari che pure un contributo avrebbero potuto dare. – Prosegue così il Gruppo consiliare Azione – “Il risultato appare più come un insieme di improvvisate progettualità ritrite e/o scopiazzate qua e là. Un approccio deludente e in linea con il modus operandi di un’amministrazione che finora non è riuscita a fornire alla nostra comunità la sua idea di Città.”
Ancora: “I contenuti di Agenda Urbana 21-27, che dovrebbero disegnare la “nuova primavera” di Catanzaro, non sono sinceramente all’altezza delle aspettative. Se questo è il risultato del lavoro svolto dal comitato scientifico per la programmazione strategica che si è insediato lo scorso anno sotto la guida del Sindaco Fiorita, sembra proprio che la montagna abbia partorito un topolino. Manca una visione d’insieme, non si percepisce la traccia che sottende alle scelte programmatiche operate, non è comprensibile quali saranno gli impatti benefici di questa importante mole di investimenti per lo sviluppo della nostra città. E soprattutto guardando alla scansione dei crono programmi previsti ci sorge il dubbio che la “fuffa” anche in questa circostanza sia l’unica certezza di questa progettazione.”
In conclusione: “Leggendo le singole schede di intervento emerge chiaramente uno scollamento tra la rappresentazione che l’amministrazione sta facendo passare e quanto scritto nero su bianco. Una visione disorganica che vede protagonista solo l’improvvisazione e una serie di progettualità irrealizzabile e sconnesse tra loro.”