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Sette mesi di amministrazione Fiorita, il bilancio dei consiglieri di minoranza: “Catanzaro sta perdendo finanziamenti, dov’è il cambiamento promesso?”

di Gaia Serena Ferrara- 

L’apparente convergenza di idee e la concordia che sembravano essersi create fra l’amministrazione e i consiglieri di minoranza a Catanzaro, in occasione dell’ipotetico ricorso al Tar contro l’istituzione della Facoltà di Medicina a Cosenza, non sono durate a lungo.

Tutt’altro, il gap e il divario che ha caratterizzato la competizione fra Nicola Fiorita e Valerio Donato, per l’elezione a sindaco, potrebbe oggi aver raggiunto livelli critici, a scapito del benessere della città stessa.

Questa considerazione non è supportata esclusivamente dall’opposizione che Donato porta avanti e che gli appartiene in quanto consigliere di minoranza, ma è una constatazione emersa in modo molto forte durante il dibattito odierno svoltosi alla sede della Nuova CDU durante il quale gli stessi Donato, Veraldi e Parisi hanno tracciato un bilancio poco lusinghiero dei primi mesi di lavoro dell’amministrazione Fiorita.

Criticità, contraddizioni, promesse non mantenute, incoerenza di fondo rispetto al programma elettorale: sono stati questi i punti chiave dell’intervento di Valerio Donato nonché i temi che hanno scaldato i toni dell’incontro.

“E’ certo – ha esordito Donato – che non siamo qui per fare le pulci all’amministrazione a soli 7 mesi dal suo insediamento, ed è ovvio che non si possano ancora giudicare né prevedere i risultati futuri di un lavoro che richiede quanto meno anni per essere svolto”.

Eppure, come sostiene Donato, si sarebbero almeno dovute gettare le basi per una programmazione concreta delle azioni da implementare. Atti che, secondo i consiglieri di minoranza sono totalmente assenti in settori e ambiti strategici e fondamentali per un’amministrazione virtuosa di una città.

A fronte delle promesse che Fiorita aveva fatto ai cittadini, fra cui la forza del cambiamento incentrata sulla restituzione di un’immagine migliore di Catanzaro, una città della natura che sapesse affrontare il rischio del dissesto idrogeologico, che esaltasse il centro storico senza dimenticare le periferie, una città dei grandi eventi dei teatri e della cultura, viene restituito un bilancio abbastanza impietoso dei primi mesi di amministrazione.

Secondo Donato questo quadro “imbarazzante” si compone di pochi ma decisivi tasselli.

Primo fra tutti, il Patto ampio per Catanzaro stipulato da Fiorita con la Lega, che tradisce la promessa fatta in campagna elettorale per cui “Catanzaro non si doveva legare”: “Chiaramente un patto di potere e non per la città, in quanto realizzato con scarso riguardo per il contenuto, senza spiegarne l’utilità, e senza passare per le consultazioni con il Consiglio Comunale”.

“Si esca dai patti al chiuso, dalla politica delle stanze chiuse – ha insistito Donato – e si venga invece in Consiglio Comunale per discutere del bene collettivo”.

Nella prospettiva dell’opposizione, infatti, evitare il confronto in Consiglio comunale rappresenta una delle pratiche che venivano pesantemente criticate all’amministrazione precedente, un modus operandi e un modello di comportamento politico che Fiorita aveva detto di essere intenzionato a smantellare.

Le critiche dei consiglieri non si sono però limitate a considerazioni squisitamente etiche, morali ed ideologiche, sebbene si sia evidenziato a più riprese lo stravolgimento della battaglia identitaria che Fiorita portava avanti in quanto esponente del centro sinistra.

“Catanzaro sta perdendo moltissimi finanziamenti” ha affermato Donato nel constatare, carte alla mano, la cattiva gestione di una serie di settori critici, fondamentali per il progresso e il miglioramento della città.

“Ad esempio – ha analizzato Donato – inizialmente risultavano circa 26 milioni di finanziamenti destinati a colmare il dissesto idrogeologico. Questi 26 milioni si sono ridotti a 3 e mezzo e nessuno sa spiegare o dare contezza di dove siano andati a finire”.

Una valutazione similare si può fare per quanto riguarda le Politiche dello sport, della cultura, della sicurezza, che sono tutti ambiti nei quali ancora manca un vero atto programmatico e una prospettiva che tenga conto delle istanze dei cittadini.

“Topico in questo senso – sostengono i consiglieri – è la vicenda Sieco (l’azienda privata che gestisce la raccolta dei rifiuti) che dimostra come all’amministrazione stia più a cuore la salvaguardia di un’azienda che non l’interesse della cittadinanza ad avere una città pulita”.

Due, nello specifico, i profili di criticità evidenziati e che sono legati ad una transazione conclusa fra il Comune e l’azienda: l’istituzione del secondo centro di raccolta, e poi la percentuale dell’avvio al riciclo che la Sieco è obbligata a raggiungere (50%). Due profili essenziali nel contratto d’appalto che però si sono detti “impossibili da realizzare”.

Questa transazione aggiuntiva, in sostanza, non fa che modificare l’oggetto della gara d’appalto: viola, in questo senso, le norme della concorrenza per cui la transazione risulterebbe nulla, priva di effetti.

“Chiediamo alla Giunta Fiorita di promuovere un’impugnativa di questa transazione conclusa dal comune, vogliamo che si ponga in essere l’attuazione del contratto di appalto che scade a giugno in modo da scongiurare il rischio che a Catanzaro manchi la raccolta differenziata e la gestione dei rifiuti.”

Insomma, dai problemi apparentemente più insignificanti, come la pulizia delle aree urbane o l’atavica questione dei parcheggi, alle controversie di maggior rilievo come la perdita ingente di finanziamenti, il dato comune che sembra essere emerso (e che i consiglieri hanno effettivamente evidenziato con veemenza) è una sostanziale mancanza di progettazione a lungo termine, l’assenza di una visione complessiva del lavoro che bisogna svolgere affinchè Catanzaro esca effettivamente dal baratro.

A ciò si aggiunge quella che forse è la peggiore manchevolezza dell’amministrazione attuale: l’assenza di una reale prospettiva di cambiamento, che era invece stato il cavallo di battaglia del programma elettorale.

“Dov’è il cambiamento – domanda Donato – rispetto alla gestione dell’amministrazione precedente, se continuano le trattative sotto banco, se non si dà contezza di dove finiscano i finanziamenti, se non si adottano atti o delibere per modificare progetti già esistenti?”.

In questo caso specifico rientra l’esempio della Scuola Mazzini alla quale erano stati destinati (oltre agli originari 3 mln nel 2013 poi inibiti a causa di un contenzioso) 5 milioni che improvvisamente però l’amministrazione Fiorita ha dirottato (suddividendoli) verso altri due istituti.

“Dov’è il verbale che lo stabilisce?” chiede Donato, e ancora: “Perché all’improvviso si è deciso di dirottare i finanziamenti?”.

Anche Parisi e Veraldi non hanno risparmiato le critiche nei confronti degli errori che sarebbero stati compiuti fino ad ora dall’amministrazione, in primo luogo il già menzionato Patto per la città: “Si tratta di un vero e proprio inganno, avanzato in campagna elettorale e che viene perpetrato nell’azione odierna, e che non fa che coprire un modo di amministrare che rispecchia i canoni della modalità espletata fino a qui e che tutti noi volevamo combattere”.

Nessun cambio di marcia, nessuna diversità di approccio, e ancor più grave nessuna visione in ambito culturale: “Il Teatro Politeama – aggiunge infatti Parisi – è l’unico teatro calabrese senza una stagione teatrale. L’Auditorium è abbandonato e il San Giovanni poco valorizzato.”

“Nessuna novità in ambito di sicurezza – continua Parisi – come, ad esempio, la creazione dell’Ufficio ‘Città sicura’ ma allo stesso tempo nessun riguardo e nessuna politica per lo stato delle periferie per il quale chiederemo in questi giorni un Consiglio comunale aperto”.

Molte, insomma, forse troppe, le aspettative alimentate dalle linee programmatiche e poi sistematicamente deluse, come l’adozione di un piano per la mobilità urbana sostenibile (anch’esso disatteso).

Da una parte, bisogna riconoscere e ammettere che la condizione di degrado, di abbandono, di scarsa lungimiranza che ha contraddistinto per decenni la città di Catanzaro non avrebbe mai potuto rappresentare un’eredità leggera per chiunque fosse subentrato all’amministrazione e alla gestione del capoluogo.

Eppure, i primi passi nella direzione giusta prima o poi vanno mossi e, secondo Donato, il primo decisivo passo deve compiersi verso un’azione maggiormente virtuosa e concertata sui temi più drammaticamente centrali come, ad esempio, la riqualificazione degli istituti scolastici, la valorizzazione del centro storico, l’amministrazione delle periferie che risultano ancora abbandonate a loro stesse.

“Ricordiamo a Fiorita che la campagna elettorale è finita, e che ora la competizione deve lasciare il posto alle azioni concrete a vantaggio della città”.

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