“Quello di presunzione d’innocenza e’ un valore di civilta’ che andrebbe instillato sin dall’educazione scolastica. Invece, nel ‘caso Pittelli’ una serie di episodi si connettono fra di loro attraverso un filo comune che, temiamo, sia proprio la relativizzazione, lo svuotamento, l’obliterazione di questo principio. Dal dicembre 2019 ad oggi Giancarlo Pittelli non ha piu’ riacquistato la liberta’, in un alternarsi incredibile tra arresti domiciliari e detenzione”. Lo scrive il Comitato costituito a sostegno dell’ex parlamentare di Forza Italia in una lettera inviata al ministro della Giustizia Marta Cartabia, e, per conoscenza, al Procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi e al vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Davide Ermini.
“L’oggetto principale di questa lettera – prosegue – e’ la segnalazione di due recenti episodi. Il primo attiene alla fissazione dell’udienza per l’appello proposto dalla Procura contro l’ordinanza di attenuazione della misura cautelare. Come denunciato dalla Camera penale di Catanzaro, tale ricorso ha ottenuto una incredibile ‘corsia preferenziale’: ‘il decreto di fissazione risulta emesso eccezionalmente nei 10 giorni dal deposito dell’appello e la relativa trattazione fissata insolitamente nei 20 giorni successivi’, laddove gli appelli cautelari presentati dai difensori risultano, in quel Distretto giudiziario, mediamente pendenti per sei mesi. Il secondo episodio e’ relativo non alla vicenda cautelare principale ma ad un’istanza di scarcerazione proposta dalla difesa dell’avvocato Pittelli dinanzi al Tribunale di Vibo in data 10 aprile 2022. Segnaliamo il nostro disagio nel constatare che, con due secche pagine, il tribunale ha respinto, in data 14 aprile 2022, un’istanza di carcerazione, della quale una significativa parte, corredata di appositi allegati, riguardava le condizioni di salute dell’imputato, senza che una sola parola venisse dedicata dall’estensore dell’ordinanza a tale punto”.
“Ci domandiamo e le domandiamo – afferma ancora il Comitato nella lettera al ministro Cartabia – se non vi sia un modo rigoroso ma non parossistico di condurre l’azione giudiziaria e se si puo’ evitare che la parola alta e forte della Giustizia giunga solo a corollario beffardo del panorama di macerie che ormai circonda la persona e la famiglia di Giancarlo Pittelli. Le domandiamo se il ‘caso Pittelli’ non sia meritevole della sua attenzione, oggi e non quando ogni sforzo sara’ reso inutile da un drammatico fatto compiuto”.