“È difficile dire la verità, perché ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole” - Franz Kafka
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La Biennale dello Stretto 2024: le tre linee d’acqua, le città del futuro

Esposizione: Campo Calabro, Forte Batteria Siacci, 18 settembre – 15 dicembre 2024
Talk: Campo Calabro, Reggio Calabria, Messina, 18 settembre – 15 dicembre 2024
Biennale diffusa: Badolato (CZ), Parigi (Francia), ottobre 2024 – settembre 2026
Direttori
Mariangela Cama, Alfonso Femia, Francesca Moraci
Curatori
Arianna Azzellino, Luisa Bravo, Stefano Capolongo, Giulio De Carli, Gaetano Di Gesu, Alessandra Ferrari,
Luciano Galimberti, Marirosa Iannelli, Annalisa Metta, Mauro Francesco Minervino, Luca Molinari,
Giovanni Multari, Rosaria Ester Musumeci, Orizzontale, Federico Parolotto, Angela Pellicanò, Gaia
Sgaramella, Francesco Scullica, Giuseppe Smorto.
Con un contributo di Pasquale Piroso, per la sessione di Badolato.
Promotori
500x100sb, OAPPC Reggio Calabria
insieme a
ANCE Reggio Calabria, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Università degli Studi di Messina,
Città Metropolitana di Reggio Calabria, Città Metropolitana di Messina, Museo Archeologico Nazionale
di Reggio Calabria, Comune di Campo Calabro, Comune di Villa San Giovanni.
• COME SONO ANDATE LE TAPPE DI SETTEMBRE E DI OTTOBRE.
• LA BIENNALE DIFFUSA A PARIGI E A BADOLATO.
• COSA SUCCEDERÀ NELLA SESSIONE CONCLUSIVA DI DICEMBRE
Classicamente nei comunicati stampa di resoconto degli eventi si tirano le somme, perimetrandone la
dimensione e il successo attraverso i numeri.
Dunque, ampiamente oltre la metà della manifestazione, con la mostra allestita a Forte Batteria Siacci
(a Campo Calabro), due sessioni di talk e due momenti Fuori Biennale, uno a Badolato e uno a Parigi,
facciamo una “rendicontazione” parziale.
I 10mila metri quadrati coperti della sede espositiva, Forte Batteria Siacci (che si estende su una
superficie complessiva di 144mila metri quadrati) sono stati completamente occupati dalla mostra dei
progetti d’architettura, dalle opere dei fotografi e dalle installazioni degli artisti.
Hanno partecipato 143 architetti, in mostra più di 150 progetti, 10 fotografi e 2 laboratori di ricerca
fotografica realizzati ad hoc per la Biennale, 22 gli artisti, 6 installazioni indipendenti.
Una sessione di urbanistica tattica ha trasformato e reso fruibile, permanentemente, dai cittadini, in
soli tre giorni, uno spazio sul lungomare della città di Villa San Giovanni.
Un tavolo lungo 100 metri nel fossato del Forte e una panca della stessa misura sugli spalti.
5mila presenze nelle prime cinque giornate.
12mila fino alla rilevazione del 20 novembre.
130 talkers architetti, giornalisti, scrittori, avvocati, professori di diverse università italiane e straniere,
dalla Spagna, dalla Francia, dall’Olanda, dagli States e dalla Cina, a settembre; altri 30 a Villa Zerbi a
ottobre.
5 location nelle sessioni di settembre e ottobre: Forte Batteria Siacci, Campo Calabro; Museo
Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; Università degli Studi di Messina; Alta Fiumara Resort, Villa
San Giovanni; Villa Zerbi, Reggio Calabria.
La Biennale dello Stretto
II Mostra internazionale di Architettura, Paesaggio,
Scrittura, Video, Fotografia dello Stretto
via Giovanni Cadolini, 32 – 20137 Milano, Italia – t +39 02 54 01 97 01
55, rue des Petites Écuries – 75010 Parigi, Francia – t +33 142 46 28 94
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Com’era nelle intenzioni, abbiamo realizzato due momenti significativi di Biennale fuori dalla
geografia specifica dello Stretto: la prima dedicata all’arte contemporanea a Badolato, in Calabria (con
16 talker) e la seconda a Parigi, dedicata all’architettura e alle città del futuro.
I temi
LE TRE LINEE D’ACQUA – LE CITTÀ DEL FUTURO
Dai crinali alle coste l’acqua percorre i territori sopra e sotto la superficie: infrastrutture e costruito
interferiscono in un sistema unico e la ricerca dell’equilibrio è atto necessario di responsabilità
progettuale. Il tema lanciato durante la prima edizione è stato riaffrontato come fattore abilitante per
i processi urbani. La relazione tra acqua e progetto è fondamentale per le città del futuro ed è indicata
come la quinta delle azioni individuate come dimensioni di intervento progettuale.
Il sistema di infrastrutture alla scala territoriale e urbana; lo spazio pubblico; l’abitare e il prendersi
cura dei cittadini negli spazi urbani e tutti i baricentri culturali della città, la scuola per prima (gli spazi
ibridi, le strutture turistiche e alberghiere, i musei …) sono gli altri ambiti d’azione.
Una nota sull’uso del plurale “Le città del futuro”, non genericamente la città del futuro: non è un
passaggio formale, ogni parte del mondo, del mondo occidentale, dell’Europa, dell’Italia, delle singole
regioni esprime esigenze, desideri e aspirazioni differenti. Dunque, se i caposaldi della città sono
trasferibili, la loro declinazione nei singoli contesti darà esito a situazioni completamente diverse.
Di questo abbiamo parlato e stiamo parlando in Biennale attraverso la mostra, i talk, le iniziative
speciali.
THE EXHIBITION
Highlight in mostra
Due i focus dell’esposizione che si sono declinati nei temi specifici: Architettura, Progetto, Fotografia,
Mappe il primo; Installazioni artistiche il secondo
1. ARCHITETTURA, PROGETTO, FOTOGRAFIA, MAPPE
UN’IDEA DI ACQUA MEDITERRANEA – mappe ed esplorazioni fotografiche
Questa è stata un’edizione dedicata ai “luoghi”: i luoghi del Ponte (le geografia e i paesaggi di partenza
e approdo del dibattuto ponte sullo Stretto) e le dighe della Sila nella notevole esplorazione fotografica
di Marco Introini; la declinazione dei cinque atti urbani nella ricerca fotografica “Campania sommersa”
di Mario Ferrara e Giovanni Aurino, Od’a; “La migrazione del deserto”, tipico fenomeno mediterraneo
messo in evidenza nella cartografia di Francesco Garofalo, Openfabric; gli “itinerari per luoghi
scomparsi” suggestivo viaggio per la via istmica condotto da Fabrizia Berlingieri con gli studenti del
Politecnico di Milano;
UN’IDEA DI CITTÀ PUBBLICA – piazze e spazi pubblici
La città (non solo) mediterranea fatta di spazio pubblico e relazioni urbane: nel percorso coordinato
da Maria Claudia Clemente, Labics la formazione della città passa attraverso la formazione dello
spazio pubblico; così come nella mostra del collettivo Orizzontale + Atto, allestita nel fossato del Forte
prospettante il tavolo di 100 metri, “Piazze. Fenomenologie dell’inatteso. Una incompleta raccolta di
superfici urbane contemporanee”, 40 piazze progettate e realizzate nel XXI secolo; e nella notevole
raccolta progettuale coordinata da Luisa Bravo “Re-immaginare lo Spazio Pubblico” con contributi di
un panel di progettisti americani.
UN’IDEA DI MEDITERRANEI FUORI DAI CONFINI DEL MEDITERRANEO – ricerche sulla Cina
L’unicità del Mediterraneo trova contrappunti in altre dimensioni geografiche che, se pur
profondamente diverse per paesaggio, geomorfologia, cultura evidenziano orizzonti paralleli
“Mediterranei: similitudini e storie parallele” è la sessione curata da Gaetano Di Gesu attraverso i
contributi delle Università di Zhejiang, Tongij e Xi’an.
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UN’IDEA ESTESA E CONTEMPORANEA DI ABITARE – dal Messico alla Bolivia, passando per l’Europa
e l’Italia
La città è fatta di natura e artificio: “Abitare il paesaggio”, la sessione curata da Annalisa Metta e
Luca Molinari, amplia la visione progettuale dello spazio urbano che è dimensione fisica per innesti,
ibridazioni, convergenze e divergenze compositive. Questa eterogeneità è in permanente mutazione,
in un continuo farsi, disfarsi e rifarsi. Gli studi internazionali invitati dai curatori documentano una
progettualità concretamente calata nel tempo contemporaneo.
UN’IDEA DI DESIGN COME PROGETTO GLOBALE – non in senso Stretto
“Non in senso Stretto” il titolo del progetto, curato da Luciano Galimberti, Francesco Alati e Annalisa
Spadola, con la consulenza scientifica di Vincenzo Castellana e il coordinamento di Giusi Buono,
allestito al Forte Batteria Siacci da ADI nazionale e dalle delegazioni territoriali Calabria e Sicilia,
giocando con il nome del tratto di mare tra Calabria e Sicilia, fa riferimento alla capacità del design
contemporaneo di superare i confini tradizionali del prodotto e della sua estetica, per abbracciare
ambiti di applicazione sempre più vasti, vari e trasversali.
UN’IDEA DI MOBILITÀ VICINA ALLE PERSONE PIÙ CHE ALLA STRADE – connessioni vs collegamenti
Curata da Federico Parolotto (MIC HUB) e Gaia Sgaramella (Fondazione Mobilità in città), la sessione
“Connessioni” sviluppa uno ricerca sulle città di Messina e Reggio Calabria, prefigurando progetti e
scenari, consapevoli dell’impatto delle nostre azioni quotidiane sull’ecosistema naturale.
2. ARTE – tempo dentro lo spazio
Le opere dei 22 artisti invitati da Angela Pellicanò, curatrice della sessione, e degli indipendenti sono
una parte importante del progetto Biennale.
La connessione tra arte e architettura è un’indispensabile azione di pensiero per rappresentare
compiutamente la complessità espressiva contemporanea. È nell’alveo della sensibilità, delle
competenze e della cultura dell’artista alimentarsi e sperimentare lo spazio architettonico o urbano,
così come per l’architetto condividere le ricerche artistiche dalle quali trarre suggestioni culturali.
La curatrice ha indicato il tema “Casa come me” (così Curzio Malaparte aveva definito la villa costruita
a Capri), metafora non del solo atto fisico dell’abitare, ma dell’esperienza esistenziale profonda e
totalizzante dove la casa diventa l’allegoria della nostra stessa esistenza.
Gli artisti indipendenti esplorano altri temi: il valore dell’esperienza che l’osservatore può vivere in
relazione all’opera, nell’installazione di Associazione Nike con Spazio Taverna e Studio Labics; il mito
di Scilla e Cariddi in una restituzione dinamica e contemporanea di Diorama; l’occhio, l’insieme degli
sguardi sul progetto Biennale e sullo Stretto di Danilo Trogu, il Mediterraneo nel lavoro di Salvatore
Greco; il progetto “La città e il mare” con le scuole coordinato da OAPPC Reggio Calabria.
Per vedere tutti gli artisti in mostra qui il link alla pagina del sito.
LE GIORNATE SPECIALI
Forte Batteria Siacci è aperto nei fine settimana (e su richieste, in altre giornate dedicate alle scuole);
i volontari dell’associazione Sentierintrecciati, (presidente il prof. Domenico Colella), raccontano ai
visitatori il luogo, il progetto della Biennale e le opere esposte.
Il 12 ottobre, 20esima giornata internazionale dell’Arte contemporanea, il Forte è entrato nel percorso
Amaci (Associazione Musei Arte contemporanea Italiana).
Un comune sentire e un dialogo che si tramuta in “azione” per moltiplicare le occasioni di scoperta e
di autentica bellezza ha condotto alla sinergia tra FAI e Biennale dello Stretto e all’inclusione del Forte
Batteria Siacci come luogo delle Giornate FAI d’Autunno, il 12 e il 13 ottobre.
Complessivamente nelle due giornate sono stati registrati quasi 2000 ingressi (1200+ nella sola
giornata del 13).
Il Forte viene visitato in media da 450 persone ogni fine settimana e da un numero variabili di studenti
durante la settimana.
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I TALK
Highlight Talk
ARGOMENTI E PERSONE
Gli incontri in Biennale sono cominciati il 18 settembre e si sono chiusi per la prima sessione il 22
settembre; una seconda sessione si è svolta il 19 e il 20 ottobre. Per vedere chi ha partecipato qui il
link alla pagina dei programmi. Per la redazione della Biennale, sempre presenti sul palco i tre direttori,
Mariangela Cama, Alfonso Femia e Francesca Moraci; Giorgio Tartaro, giornalista.
Le città come sono e come vorremmo che fossero; l’acqua come fattore determinante sono stati i temi
dibattuti sotto molteplici punti di vista, alcuni particolarmente significativi per trasferire l’ampiezza di
visione che il progetto Biennale dello Stretto diffonde.
• Riflessioni di retro-futuro, con il docufilm “Ask a Sand”, di Vittorio Bongiorno, regista che ha
documentato l’esperienza di Paolo Soleri e del progetto di Arcosanti: una città del futuro troppo
anticipato e mai raggiunto, con la testimonianza straordinaria di Ico Migliore, architetto che ha
vissuto con Soleri ad Arcosanti, negli anni Ottanta.
• La delegazione di architetti cinesi dalle università di Hangzhou, Shanghai e Xi’An, coordinata
da Gaetano di Gesu, che ha raccontato come si progettano i waterfront e i musei in Cina e ha
permesso di vedere le affinità e gli orientamenti comuni con mondi lontanissimi.
• La relazione tra solitudine sociale la mancanza di fisicità nei rapporti indotta anche da uno
sfavorevole ambiente urbano: Mario Abis, sociologo ha delineato i tratti della regressione totale
del significato di città nell’approfondimento coordinato da Stefano Capolongo, ordinario di
Hospital Design e Urban Health al Politecnico di Milano sul tema della salute come infrastruttura
sociale.
• Della profonda dicotomia che l’umanità sta vivendo in questo momento storico e di come la città
ne sia restituzione plastica hanno parlato Gaetano Calogero Paci, procuratore capo di Reggio
Emilia e Lucia Lipari, avvocata impegnata per i diritti delle donne e delle minoranze etniche. Il
mondo in questa fase è lacerato tra persone che hanno tutto e persone che possiedono nulla,
neppure i diritti e vivono in una dimensione di isolamento che genera isolament. I diritti urbani
sono diritti umani che si esercitano nello spazio della città. E per questo, i luoghi hanno un forte
legame con la legalità: i diritti urbani sono sedime progettuale per le città del futuro, perché il
diritto civile ha bisogno di spazi sociali. È proprio questo il cuore della questione che farà città del
futuro “buone o cattive”, in un rapporto spaziale e architettonico in cui la vivibilità consenta di
sopravanzare le diseguaglianze.
• Le interferenze, i vantaggi, la fatua glorificazione e l’altrettanto sterile demonizzazione
dell’intelligenza artificiale in relazione allo sviluppo della città e ai diritti urbana spiegata da
Emilio Billi, ingegnere matematico, A3 Cube, indicato come uno dei maggiori 50 esperti nel mondo
sul tema.
• E sempre sui fili che legano lo spazio alle persone, un inaspettato momento di riflessione di Guy
Courtois, ex manager che si sta dedicando ad analisi e ricerche sulla variabile relazione tra città e
felicità.
• Il design come esplorazione tra forma, relazione e territorio, nel viaggio per immagini esperienze
e parole di Sara Ricciardi, designer e creative director, ha dato significato e concretezza ad
esercizi progettuali spesso associati ad ambienti esclusivi.
• La formazione degli architetti è un tema cruciale, si lega ai luoghi e al tempo, Focus sulle
università sempre più aperte ai territori, grande risultato della “Terza Missione” che coinvolge la
didattica e i percorsi post laurea in tutte le aree disciplinari, nella sessione coordinata da Giovanni
Multari, docente Federico II di Napoli.
• La cultura dell’ospitalità che coinvolge le strutture, il territorio, i luoghi e la loro narrazione è
fattore sostanziale per i territori mediterranei. “Spiegato bene “ nella sessione di Francesco
Scullica, ordinario design industriale Politecnico di Milano.
• Lo sviluppo culturale dei luoghi, gli ostacoli, la politica assente; le esperienze e la volontà delle
amministrazioni: come e se si parlano cultura e territorio con Paolo Verri, presidente Fondazione
Arnoldo e Alberto Mondadori.
• La relazione tra territorio, imprese e futuro: un’analisi a partire dai dati di realtà e dal racconto di
episodi di restanza, di abbandono e di riscatto, coordinato dal giornalista Giuseppe Smorto.
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• Un quadro preciso sull’acqua urbana, sulle connessioni con i sistemi territoriali e con il
paesaggio: uno “spiegato bene” a partire dalla scala territoriale, sul Piano di gestione delle acque
relativamente alla crisi idrica, al rischio idraulico e anche al Piano di assetto idrogeologico, sui
temi di governance in riferimento al piano nazionale di intervento e alle proposte normative
sul decreto siccità, alla scala europea e alle tecniche di ripristino ambientale, nella sessione
coordinata da Rosaria Ester Musumeci, ingegnere, Università di Catania.
La Biennale fuori Biennale
A BADOLATO E A PARIGI
I direttori della Biennale hanno, sin dalla prima edizione, dichiarato il valore territoriale dello Stretto,
della sua posizione, come luogo-antenna in ascolto e diffusione di civiltà eterogenee. Un privilegio
concesso dalla geografia, perché lo Stretto è fisicamente al centro delle tre rive che lambiscono il
Mediterraneo.
La Biennale, progetto culturale propulsivo, è diventata una Biennale diffusa a Badolato e Parigi.
Una grande città, tra le più famose nel mondo, e un piccolo paese molto a Sud; per la prima il
Mediterraneo è evocazione, nostalgia, sentimento; per il borgo è sguardo, vicinanza, luogo di partenza
e di ritorno: la Biennale è capace di tenere insieme salti di scali che, attraverso i progetti, traversano
l’Europa, arrivano in Cina e passano dalla Calabria alla Francia.
Nel talk che aveva visto protagonisti i luoghi e il cinema, durante la prima edizione della Biennale, il
regista Stefano Savona aveva parlato del documentario “Roshbash Badolato”, racconto dell’arrivo dei
curdi a Badolato, sulla nave Ararat nel 1997.
Badolato è uno dei “paesi raddoppiati” della Calabria, il nucleo lungo la costa, nato dopo l’alluvione,
negli anni Cinquanta, il borgo antico arroccato tra mare e montagna.
Che possano essere questi luoghi, in Calabria e altrove in Italia, alternativa alla città è un punto di
discussione molto teorico, ma che l’esistenza in vita passi attraverso la loro valorizzazione come
parte di un processo culturale rigenerativo è stimolo e responsabilità per la comunità progettuale. In
questo scenario, l’arte come attrattore e moltiplicatore di interesse è fattore determinante, come ben
espresso nel progetto “Respiraterra”, villaggio artistico sostenibile, coordinato dall’architetto Pasquale
Piroso che ha aperto la due giorni fuori Biennale.
La mediterraneità del progetto Biennale si è trasferita a Parigi, portando “Le città del futuro”
come spunto di dibattito e confronto con Giorgio Bianchi e Stefano Marrano, Renzo Piano Building
Workshop; Marion Waller, direttrice generale Pavillon de l’Arsenal; Franck Boutté, studio di ingegneria
urbana sostenibile Atelier Franck Boutté; Myriam Diguet, direttrice di Atelier Urbain di Paris La
Défense.
Live moment
Due momenti particolari e un filo conduttore unico rappresentano l’edizione della Biennale 2024: il
laboratorio di urbanistica tattica a Villa San Giovanni, in felice coincidenza della Settimana Europea
della Mobilità e l’installazione artistica “Un mare di luce”.
UN’IDEA CONCRETA DI TRASFORMAZIONE URBANA IN TEMPO REALE
Villa San Giovanni è una città piccola e, insieme, un importante nodo marittimo per la Sicilia e parte del
corridoio infrastrutturale europeo TEN-T.
In attesa della realizzazione di grandi progetti infrastrutturali, complicati e dibattuti, la Biennale
dello Stretto e Fondazione Mobilità in città, diretta da Gaia Sgaramella, in condivisione con l’Ordine
degli Architetti di Reggio Calabria, l’amministrazione di Villa San Giovanni e tutta la comunità, hanno
promosso un progetto di ripensamento degli spazi esistenti, rendendoli più sicuri e “camminabili”.
Sul lungomare Fata Morgana, nella zona di Cannitello, sono stati riconfigurati gli spazi carrabili con
interventi puntuali, migliorando gli attraversamenti pedonali e restituendo spazio pubblico alle
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persone, attraverso pitturazioni e colori vivaci, che hanno reso lo spazio interattivo. È un’azione tattica
che mira a spostare l’attenzione dalle automobili ai cittadini. La sindaca di Villa, Giusi Caminiti, è stata
presenza attiva (non solo istituzionale) nel percorso di elaborazione dei disegni e della loro campitura.
UN’IDEA DI CONNESSIONE EDUCATA
La Sicilia è separata dall’Italia da un tratto di mare che misura, nel punto più vicino sulla riva calabrese,
poco più di tre chilometri.
L’idea di unire le due sponde risale alle guerre puniche e si è perpetuata fino a oggi. Opinioni
contrastanti sull’opportunità di costruire un “collegamento stabile”, così viene definito tecnicamente, si
sono succedute nel corso del tempo e, particolarmente oggi, la questione infiamma gli animi.
Un argomento ineludibile, ancora di più per un progetto culturale che s’insedia in una tra le geografie
più inconsuete dell’Italia, grande custode dell’immateriale, densa di suggestioni invisibili. Già
tracciata durante la prima edizione della Biennale nel 2022, “Un mare di luce” è stata una proiezione
temporanea di fasci luminosi, una linea concettuale istantanea che ha unito Villa San Giovanni (Alta
Fiumara) a Messina (Capo Peloro), per indurre una riflessione sul complesso e, talvolta, ambiguo
rapporto tra unione e separazione, sulla contrapposizione tra vicino e lontano, sulla polarizzazione e
sulle tensioni che animano il vivere contemporaneo. Effimera, educata, l’installazione ha creato una
dimensione che si è consumata in pochi minuti, lasciando immutato l’ambiente e il paesaggio: un
tempo e uno spazio finiti, dilatati dalla luce che ha restituito, senza corrompere la potenza dello Stretto,
paradigma del Mediterraneo intero. L’installazione è stata autorizzata da Enav, dalla Capitaneria, dalle
prefetture di entrambe le Amministrazioni cittadine. ClayPaki e AudioSales hanno sostenuto il progetto
e International Sound ha realizzato tecnicamente l’intervento.
UNA LUMINOSA IDEA DI PROGETTO
La luce è il filo rosso della Biennale dello Stretto, fin dalla prima edizione. E non potrebbe essere
diversamente: lo Stretto è luce prima di essere territorio e Forte Batteria Siacci è un’inaspettatamente
gentile appendice sulla sponda reggina. Senza interferire, accoglie e rende ancora più potente il
sole che sorge e tramonta nel suo mare. In questa edizione, la luce è primo elemento di progetto,
fondamentale nell’economia compositiva dell’allestimento, (progetto AF*Design – Alfonso Femia,
Enrico Martino, Fabio Marchiori, Carola Picasso, Simonetta Cenci) con la collaborazione di Alberto Idone
e Salvatore Vermiglio e realizzato da L’Artiere (Giuseppe Scopelliti).
Anche il progetto illuminotecnico è di AF*Design (Alfonso Femia, Enrico Martino) e In-Visible Lab (Silvia
Perego).
IDEE PER LE CITTÀ DEL FUTURO
Otto istituti della città metropolitana di Reggio Calabria, coordinati dall’Ordine degli Architetti hanno
realizzato il progetto “Prospettiva per la città del futuro …in cento metri”. Il tavolo lungo cento metri –
che ha trasformato il fossato di Forte Batteria Siacci in uno spazio d’incontri e di convivialità durante
i quattro mesi della manifestazione – è stato un campo d’azione progettuale per gli studenti che
hanno interpretato il tema proposto dai direttori, con parole, disegni, idee: le città del “loro” futuro,
un contributo che, più di qualsiasi altro, ha avvicinato la dimensione concettuale e di riflessione della
Biennale alla realtà.
La sessione di dicembre
UNA PREVIEW DEI TEMI E QUALCHE SPOILER SULLE PRESENZE
Dal 13 al 15 dicembre si terrà la sessione conclusiva della Biennale dello Stretto a Messina, in
Università degli Studi e a Reggio Calabria, al Museo Archeologico Nazionale.
Aspetti inesplorati dell’acqua nel progetto coordinato da Fabrizia Berlingieri, professoressa al
Politecnico di Milano, che racconta di un affascinante Itinerario per luoghi scomparsi; l’acqua come
chiave, l’infrastruttura come evento, un’altra faccia della complessità progettuale contemporanea sarà
affrontata da Clément Blanchet, architetto, autore, insieme a OMA, del Simone Veil Bridge a Bordeaux,
opera architettonica densa di valore civico.
L’informazione sull’architettura – spesso anche la sua narrazione – è monopolio degli architetti; come
conseguenza è seria e qualificata, ma a “circolo chiuso”.
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il trasferimento di notizie, spiegazioni e approfondimenti è sostanziale per il funzionamento e
l’integrazione dell’architettura nelle città e nel territorio. Si può affermare che una buona informazione
sul progetto e sul processo architettonico contribuisce a costruire un’architettura democratica?
Parleremo di come si scrive (e si parla) d’architettura con Maria Chiara Voci, Il Sole 24 Ore, Paolo Bovio,
managing director Will (Chora Media) e Lucia Brandoli, The Vision, con Giorgio Tartaro, moderatore e
parte in causa come giornalista esperto in design e architettura.
L’invisibilità del Mediterraneo in chiave geo-politica e culturale sarà l’oggetto del talk condiviso con
Giovanni Messina, geografo ricercatore dell’Università degli Studi di Messina e Caterina Pastura, casa
editrice Mesogea.
Cuore delle giornate conclusive, la sessione Abitare il Paesaggio curata da Annalisa Metta, architetta
paesaggista, professoressa ordinaria Università Roma Tre e Luca Molinari, critico, curatore, professore
ordinario Università della Campania “Luigi Vanvitelli”: con loro un panel straordinario nazionale e
internazionale.
Due presenze straordinarie, special guest, gli architetti Massimo Pica Ciamarra e Giancarlo Mazzanti.
Il Mediterraneo, lo Stretto, il paesaggio: la scrittrice Nadia Terranova chiuderà la seconda edizione con
riflessioni storiche e letterarie sulle tre rive.
Nel corso della sessione conclusiva si terrà la premiazione dei progetti selezionati dai direttori,
intitolata a La Biennale dello Stretto.
Sito web La Biennale dello Stretto 2024: https://biennaledellostretto.eu
Official hashtag: #labiennaledellostretto #biennaledellostretto #lecittadelfuturo #cittàdelfuturo #letrelineedacqua
#thethreewaterlines #mediterraneiinvisibili #500×100 #OAPPCReggioCalabria #OAPPCMessina.
Immagini della II edizione de La Biennale dello Stretto possono essere scaricate dalla pagina “Press Kit” QUI
con raccomandazione di rispettare i copyright indicati.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
Ufficio Stampa – coordinamento
54words: Serena Capasso, Manuela De Mari
serena54words.net
manuela@54words.net
500×100: Roberta De Ciechi
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Relazioni internazionali
Atelier(s) Alfonso Femia: Liloye Chevallereau
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Ante Prima Consultants: Luciana Ravanel
SOCIAL
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Instagram 500×100 |YouTube: 500x100Tivù / La Biennale dello Stretto
I DIRETTORI
Mariangela Cama, architetta, è funzionaria tecnica alta professionalità,
al Dipartimento “Territorio e Tutela dell’Ambiente” della Regione Calabria.
È stata Assessora tecnica presso il Comune di Reggio Calabria dal 2019 al 2021, con delega alla “Pianificazione territoriale e urbana
sostenibile e programmazione progetti strategici – Edilizia, Vigilanza e Demanio – Mobilità e Trasporti – Società partecipate” ed è
consigliere dell’Ordine degli APPC della Provincia di Reggio Calabria dal 2017 e per il quadriennio 2021-2025.
Ha seguito il coordinamento generale della prima edizione della Biennale dello Stretto ed è co-direttore della seconda edizione.
Alfonso Femia, architetto, designer e urbanista, opera professionalmente, in ambito internazionale, dal 1995. E fondatore e
presidente di Atelier(s) Alfonso Femia con sede a Genova, Milano e Parigi. È co-fondatore di 500×100 società benefit attraverso
la quale sviluppa i progetti culturali e di ricerca. È stato direttore della III edizione della Biennale Internazionale di Architettura di
Pisa nel 2019 e ideatore e curatore della I edizione de La Biennale dello Stretto. Ha vinto numerosi premi d’architettura in Italia e in
Francia, pubblica saggi ed è speaker in conferenze internazionali.
Francesca Moraci, architetta, PhD in pianificazione territoriale, MS in Econocomic Policy and Planning, Fulbright in Economics, (NU
Boston) è professoressa ordinaria di urbanistica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. È stata tra i 15 esperti del MIT
per il Piano
Istituto Strategico Nazionale per la Portualità e la Logistica (riforma della portualità) e ha redatto piani urbanistici. È stata
componente della Commissione del MIMS per la riforma della legge urbanistica nazionale, standard urbanistici e Testo Unico
dell’Edilizia. È autrice di numerose pubblicazioni. È curatrice della Biennale dello Stretto.
La Biennale dello Stretto
II Mostra internazionale di Architettura, Paesaggio,
Scrittura, Video, Fotografia dello Stretto
via Giovanni Cadolini, 32 – 20137 Milano, Italia – t +39 02 54 01 97 01
55, rue des Petites Écuries – 75010 Parigi, Francia – t +33 142 46 28 94
labiennaledellostretto@500×100.com – com@500×100.com
www.mediterraneiinvisibili.com – www.500×100.com
I PROMOTORI E LE PARTNERSHIP ISTITUZIONALI
La Biennale dello Stretto 2024 è un progetto culturale promosso e sostenuto da 500x100sb, OAPPC Reggio Calabria; condiviso
e sostenuto da ANCE Reggio Calabria, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Università degli Studi di Messina, Comune di
Campo Calabro e partecipato con Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Fondazione Horcynus Orca, Comune di Villa San
Giovanni, ADI nazionale e delegazioni Calabria e Sicilia.
in collaborazione con
Gal Terre Locridee, Gal Area Grecanica, Gal Batir, ANCE Messina, Ente Parco Aspromonte, Fondazione Horcynus Orca, ADI nazionale e
delegazioni Calabria e Sicilia, INBAR, Associazione Nike, Palatina Cultural Group
500x100sb è un progetto culturale che investiga l’architettura e il design nel processo di integrazione con la città, raccogliendo
testimonianze, esperienze, idee che aiutino a capire come tutto stia mutando. È stata il motore operativo della prima edizione della
Biennale dello Stretto.
“Compagni di viaggio” di 500×100 e de La Biennale dello Stretto: Atelier(s) Alfonso Femia, Attico Staygreen, Studio Berruti, eFM,
Medit, Mirage, US Universal Selecta.
Main Partners
La realizzazione de La Biennale dello Stretto è possibile grazie anche al contributo di Cariboni Group, Egoitaliano, Heidelberg
Materials (nuovo brand Italcementi), In-Visible Lab, Liuni, Panzeri, ProViaggiArchitettura, Roca Italia.
Partners Tecnici
Contribuiscono all’allestimento di Forte Batteria Siacci e delle altre location: Cariboni Group, i Guzzini, Scarpat, Claypaki, Audiosales,
International Sound, 3F Filippi, Martinelli.
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE SULLA PRIMA EDIZIONE
La Biennale dello Stretto è un progetto culturale ideato e attuato da Alfonso Femia attraverso 500x100sb in partnership e con il
sostegno di enti pubblici e privati.
Poggia il suo impianto su un solido lavoro di ricerca (denominato Mediterranei Invisibili, prodotto da 500x100sb), in corso dal 2018.
La prima edizione della Biennale è stata promossa da 500×100 società benefit, Ordine degli Architetti di Reggio Calabria, Città
Metropolitana di Reggio Calabria, Città Metropolitana di Messina in collaborazione con Ordine degli Architetti di Messina.
Si è svolta dal 30 settembre al 18 dicembre 2022 (80 giorni); sono state esposti i progetti di 137 architetti, 21 under 35, 10
fotografi, 18 artisti al Forte Batteria Siacci a Campo Calabro. La mostra è stata visitata da 10mila+ persone. I talk sono stati 42 in 9
giorni. Sono intervenuti 170 talker, si sono svolte 12 lecture. Sono stati pubblicati 400+ articoli su testate generaliste e tecniche on
line e off line a scala locale, nazionale e internazionale.
Sitoweb: https://www.mediterraneiinvisibili.com/la-biennale-dello-stretto/

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