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Chiude con l’eccellenza reggina Nicola Sergio, accompagnato da Ujin Ko, la VI edizione dello “Scilla Jazz Festival”

Si è conclusa con grande partecipazione la VI edizione dello “Scilla Jazz Festival” con due straordinari momenti musicali che si sono avvicendati sul palco la sera dell’11 agosto e hanno conquistato un pubblico che non ha lasciato Piazza San Rocco, gremita fino al termine delle esibizioni ben oltre la mezzanotte.

Ad aprire la serata le parole del direttore artistico della rassegna Francesco Barillà: «Siamo giunti anche quest’anno alla conclusione del nostro viaggio musicale e artistico grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale di Scilla nella veste del sindaco Ciccone e dell’assessora Gattuso. Grazie a loro oggi lo Scilla Jazz Festival è diventato una realtà continuativa della città e un punto di riferimento culturale.  Speriamo di continuare a lavorare negli anni a venire per portare i più importanti nomi del mondo del jazz qui da noi, ma l’aspirazione dello SJF è anche quella di fungere da volano di sviluppo per il territorio e da riflettore per le tante eccellenze che provengono da questi luoghi. Proprio per questo stasera abbiamo scelto di portare sul palco Nicola Sergio, partito da Galatro dopo aver studiato a Reggio e oggi artista di fama internazionale.  Ma spazio alla Calabria anche nel concerto di apertura con il giovane talento del trio Correale, Freno, Morabito e il loro promettente progetto che stasera avrà il generoso pubblico dello SJF da conquistare».

L’ultimo appuntamento con lo SJF entra nel vivo con la presentazione in anteprima del nuovo album di Nicola Sergio dal titolo “Flamants Roses”, i cui brani sono stati ascoltati per primi proprio dagli spettatori della rassegna scillese. Un album costruito intorno a una metafora: l’immagine dei fenicotteri rosa in cui l’artista identifica tutti coloro che si battono per i propri sogni.

Il pianoforte di Nicola Sergio e il flauto del coreano Ujin Ko ammaliano gli spettatori trasportandoli in un viaggio che procede dalla Costa degli dèi sino all’antica Rhegion e raccontato magistralmente da Sergio, il quale ha introdotto i brani di volta in volta con affascinanti descrizioni: «Nella Grecia Antica la musica era qualcosa di diverso rispetto ad oggi – spiega il musicista – perché non aveva lo stesso modo di fruizione ed era legata al teatro o alla poesia. Questa sera proporremo dei brani che mi sono stati commissionati dall’associazione reggina Archigramma. Tempo fa sono stati scoperti dei papiri greci risalenti al V secolo a.C. che con grande perizia sono stati decodificati dall’università di Oxford e l’associazione di Reggio, innamorata della propria terra, mi ha chiesto di riarrangiarne i brani. Mi sono ritrovato a ricostruire la musica da piccoli frammenti e sono nati pezzi come “Nemesys”, “Invocation to a muse” e “Tarantella dell’Antica Grecia” che ascolterete stasera».

I due musicisti hanno eseguito, poi, pezzi provenienti dallo straordinario humus culturale reggino come “Pur dolente son io” del grande compositore Francesco Cilea, passando a una sofisticata reinterpretazione di “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini e arrivando al brano “Scilla”, scritto da Sergio e a cui sono legate una serie di fortunate coincidenze raccontate dall’artista e capaci di generare un vortice di emozioni che dal palco ha coinvolto tutti i presenti.

A sorpresa, poi, sul palco sale per salutare il pubblico dello SJF la grande concertista francese Dona Sévène, un’inattesa presenza che ha portato un’altra grande suggestione in musica.

Durante la serata, spazio anche per i giovani talenti del nostro territorio grazie al concerto di apertura affidato al trio di Roberto Correale, Antonio Freno e Marco Morabito che dopo aver completato gli studi ora stanno muovendo i loro primi passi sulla scena musicale con il progetto “A Simple Day”, un album che vuole descrivere un processo di crescita, in cui si scopre qualcosa di nuovo e l’alternarsi di momenti di tensione e distensione.

Una conclusione in grande stile per una manifestazione che si è ancora una volta distinta per aver osato e proposto valore nel panorama artistico-culturale della regione.
Una riuscita commistione tra arte e musica alla quale il pubblico ha risposto con una partecipazione sentita ed entusiasta, sancendo una continuità con il passato del festival e stabilendo una fiduciosa curiosità per la prossima edizione che non sarà disattesa.
Appuntamento al prossimo anno, quindi, con la VI edizione dello “Scilla Jazz Festival”.

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