Non e’ ancora emergenza, ma cominciano a sentirsi anche in Calabria, regione ricca di risorse idriche, gli effetti della siccita’ che ha determinato un abbassamento dei livelli nei grandi invasi soprattutto della Sila. I problemi riguardano soprattutto il comparto agricolo, dove le condizioni sono ai limiti di guardia, mentre, per il momento, l’approvvigionamento per uso civile non e’ a rischio. Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, secondo quanto apprende l’AGI, qualche problema si registra nelle sorgenti nel Vibonese gia’ segnalato dalla Sorical, la societa’ che gestisce gli schemi idrici della regione, ai Comuni interessati cui spetta il compito di portare l’acqua nelle case. Molto piu’ allarmante la situazione per quanto riguarda l’uso irriguo, anche se, si sottolinea, cruciali saranno i primi 15 giorni di luglio, quando il caldo aumentera’ e la presenza dei turisti determinera’ un aumento dei consumi. La Coldiretti Calabria segnala un calo produttivo almeno del 40% di mais e foraggere per l’alimentazione degli animali, proprio a causa della siccita’ e dell’aumento dei prezzi delle materie prime. L’andamento climatico e l’aumento spropositato dei costi delle materie prime hanno disincentivato gli agricoltori a seminare. La situazione e’ difficile in tutta la regione con un 2022 caratterizzato da precipitazioni praticamente dimezzate. La situazione piu’ pesante si rileva nel Crotonese e su tutta la fascia ionica della regione nonostante i Consorzi di Bonifica si siano attivati per garantire l’irrigazione nei territori irrigati.
“Le produzioni – dice Franco Aceto, presidente della Coldiretti calabrese – in ettari e rese sono assolutamente deludenti e a volte non conviene nemmeno raccogliere. “i’Una situazione anomale ed eccezionale – continua – che Coldiretti sta monitorando per vedere se ci sono le condizioni per la richiesta di stato di calamita’, tenuto anche conto che si tratta di coltivazioni che nella futura PAC, svolgono un ruolo importante nell’applicazione degli eco schemi. Dalle nostre stime e sopralluoghi – spiega – non ci lasciano tranquilli per il futuro anche altri comparti. La persistente siccita’, ha fatto registrate la cascola anticipata di fiori e frutti negli uliveti, con una media regionale del danno che si attesta al 10% mentre la costa jonica a tratti raggiunge picchi di perdite che superano il 60% e in tutta la regione c’e’ apprensione per gli agrumi. La siccita’ – commenta ancora Aceto – incide anche sullo stato dei terreni, rendendone piu’ difficile la lavorazione per le colture della prossima annata, poiche’ costringera’ inevitabilmente ad un maggior consumo di carburante per l’affinamento e maggiori rischi di rottura delle attrezzature con un aumento dei costi di produzione. In una congiuntura internazionale complicata e difficile, e’ urgente – conclude – sicuramente incrementare la produzione di cibo e la produttivita’ perche’ in questo momento, non possiamo permetterci di perdere “terreno” rispetto agli altri”.