“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Quando il Cosenza calcio dà un calcio alla beneficenza: annullata iniziativa contro il cancro 

Riceviamo e pubblichiamo integralmente quanto segue:

Quella che vi apprestate a leggere è una storia vera. Anzi, è una brutta storia vera. Una storia che non ha un lieto fine. Una storia in cui i “buoni” vengono sconfitti dalla superficialità, dalla insensibilità, dalla incapacità e, forse, anche dalla prepotenza. Nel racconto di questa storia saranno riportati i fatti in maniera oggettiva, fatti avulsi da qualsiasi commento, perché voglio che il lettore non venga in alcun modo influenzato. Tutto ha inizio un paio di mesi fa, allorquando un’associazione denominata “Libera…Mente” decide di realizzare un’iniziativa per raccogliere fondi da destinare alla lotta contro i tumori al seno e all’attività di cura delle patologie fetali.

Pensa e ripensa a cosa fare, alla fine l’associazione decide di puntare su una manifestazione sportiva e si pensa al calcio. Si mette in moto, quindi, la macchina organizzativa. Le associazioni organizzatrici diventano due, perché si aggiunge la “Legittimamente”; si individuano le associazioni a cui devolvere l’intero incasso (“Ali Rosa” e fondazione “Il cuore in una goccia”); si contattano le vecchie glorie del Cosenza e del Catanzaro calcio; si coinvolge anche il Cosenza calcio femminile; si chiamano tutte le scuole calcio di Cosenza e del cosentino.

L’iniziativa comincia a prendere forma. Insomma, l’adesione arriva da tutte le parti. Il luogo deputato all’evento non può che essere lo stadio “San Vito – Marulla”. Quindi, si procede con la richiesta ufficiale al Comune. La richiesta viene accolta con entusiasmo anche dall’amministrazione comunale tutta, a cominciare dal sindaco Franz Caruso, che, attraverso il dirigente comunale del settore  “infrastrutture – Manutenzione – Impiantitica sportiva”, comunica al Cosenza calcio, al suo presidente, di mettere a disposizione lo stadio comunale e di provvedere ad eventuali opere di pulizia della tribuna A e degli spogliatoi. Tutto parrebbe procedere nel senso più giusto. Ma ecco che, come accade in tutte le brutte storie che si rispettino, cominciano i colpi di scena. Il Cosenza calcio femminile decide di non poter più aderire all’iniziativa, il motivo non è ben chiaro. Per contro, le scuole calcio, così come le vecchie glorie di Cosenza e Catanzaro, contattate si dimostrano entusiaste e si finisce col contare oltre 600 bambini della categoria “Pulcini” che non vedono l’ora di calcare il campo dello stadio “Marulla”. Intanto, le due associazioni organizzatrici, forti del beneplacito del Comune, che decide di attribuire alla manifestazione anche il patrocinio morale, procede alla stampa di 5000 biglietti. Anche la Provincia di Cosenza e la Regione deliberano il patrocinio morale.

Viene interessato il procurato di un noto ex calciatore calabrese, assurto ai vertici del calcio italiano e internazionale, per avere la presenza di questa eccellenza calabrese in qualità di ospite d’onore. E le possibilità della sua partecipazione paiono altissime. Le buone notizie, quindi, si rincorrono freneticamente. Tutto lascia presagire un’ottima riuscita, con quello che ne conseguirebbe in termini di raccolta fondi, ma anche di ritorno d’immagine per la città, per tutto il territorio cosentino. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo, di nuovo. Manca ancora un tassello: il Cosenza calcio, il suo presidente, non ha ancora risposto alla direttiva del Comune.  E non è una mancanza di poco conto perché il gestore di una struttura deve comunque una collaborazione indispensabile al proprietario di tale struttura, cioè il Comune. Allora le due associazioni organizzatrici cominciano a cercare telefonicamente il presidente: riescono a parlarci, fissano con lui, più volte, degli appuntamenti per poterne parlare di persona, ma il presidente rinvia ogni volta. Il suo atteggiamento è cordiale, e non autorizza di certo a pensare a dinieghi. E invece ecco che arriva il colpo di scena ferale di questa storia: il presidente nega l’utilizzo dello stadio perché “il campo di gioco deve essere rizzollato”.

Questa è la tegola peggiore che potesse cadere sulla testa dei volontari delle due associazioni, una tegola tanto pesante quanto decisamente inaspettata. Nei 15 giorni passati dalla direttiva impartita dal Comune al Cosenza calcio nessuno ha mai parlato del rizzollamento del campo, un processo che, certo, doveva essere stato programmato e fissato da tempo.

Neppure il presidente, nelle telefonate intercorse, ha mai pensato di fare riferimento a questo problema. Ma la decisione è presa: arriva la risposta ufficiale del Cosenza calcio con un’e-mail, dopo 16 giorni dal ricevimento dell’e-mail del Comune, in cui si ribadisce il diniego, senza, tra l’altro, offrire alcuna alternativa. A nulla serve ribadire che si tratta di una manifestazione di beneficenza, a nulla serve la conferma di tutti gli invitati, a nulla serve tutto il lavoro prodotto dalle associazioni, a nulla serve l’adesione degli enti locali, primo fra tutti il Comune proprietario dell’impianto.

Così finisce una storia nata per dare un contributo di umanità a chi lotta contro il cancro, una storia nata con le migliori intenzioni, una storia per cui nessuno, neppure lo sceneggiatore più bravo, avrebbe mai avuto il coraggio di scrivere un finale così triste. La manifestazione, ovviamente, è stata annullata.

Francesca Lopez

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