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Giustizia, Marro (Unicost): “Su riforma serve riflessione”

“Temo che la trentennale contrapposizione fra politica e magistratura abbia attribuito al principio di separazione delle carriere un significato di bandiera. É importante, in un momento storico in cui mettiamo mano alla Costituzione, fermarci a riflettere e comprendere i rischi di un percorso rispetto al quale è difficile tornare indietro”. Così Rossella Marro, presidente di Unità per la Costituzione, intervenendo a Reggio Calabria al convegno “Le intercettazioni telefoniche, le valutazioni di professionalità, le riforme costituzionali: approdi e prospettive”.

“Si dice che la separazione – ha aggiunto Marro – garantisca la terzietà del giudice e la parità fra difesa e accusa. Si tratta, però, di due presupposti errati. Attualmente non è vero che il giudice non sia terzo e imparziale. E questo vale se consideriamo il numero di assoluzioni e rigetti delle richieste del pubblico ministero e se guardiamo anche ai casi in cui il Gip chiede l’assoluzione e la pubblica accusa risponde con l’imputazione coatta. Se talvolta c’è stato appiattimento, la questione va spiegata sul piano della professionalità. Pensiamo allora al tema della valutazione di professionalità. L’altro presupposto sbagliato è che avvocato e pm ricoprano lo stesso ruolo. La pubblica accusa ha l’obbligo di ricercare la verità e gli elementi a favore e questo la rende ‘parte imparziale’. Quali sono poi gli effetti reali della riforma? Oggi nel Csm la proporzione requirente è inferiore a quella giudicante. Domani avremo due Csm con proporzioni eguali, con il rischio di trasportare sul piano istituzionale la naturale tensione che si verifica talvolta in ambito processuale, con possibile contrapposizione dei due Csm. Così si crea un superpotere inquirente, che ci condurrà logicamente alla sua sottoposizione al potere esecutivo”. “Giovanni Falcone – ha detto ancora la presidente di Unicost – non ha mai detto di essere a favore della separazione delle carriere. In realtà era a favore del fatto che il Pm avesse una professionalità specifica rispetto al giudice. La separazione delle carriere poi era uno degli obiettivi del piano della P2 di Licio Gelli per il ridimensionamento del potere giudiziario rispetto alla politica. Un’altra favola che circola, inoltre, è che ‘ce lo chiede l’Europa””.

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