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Corigliano-Rossano, randagismo, impegnati con ASP a gestire emergenza. Ma nel rispetto delle competenze, comunali in primis

Randagismo, l’Azienda Sanitaria Provinciale è a completa disposizione per superare la preoccupante e seria fase di emergenza che era e resta seria e complessa, di rilevanza sociale e di sicurezza pubblica. Ma se il Comune non consegna la struttura, ogni iniziativa, come la cattura, il ricovero e la sterilizzazione della popolazione canina vagante, risulta impossibile.

SIANO CHIARI RUOLI E COMPETENZE

È quanto emerso dal tavolo tecnico-politico ospitato oggi (giovedì 5) nella sede del Distretto Sanitario dell’ASP, allo scalo di Corigliano, sollecitato dalla Presidente della terza commissione sanità del consiglio regionale Pasqualina Straface al quale hanno partecipato, in rappresentanza dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza, insieme al direttore del Dipartimento Veterinario Achille Straticò, i veterinari Giuseppe Curia, Tullio Tommaso, Domenico Sapia e Francesco Scrivano ed il consigliere comunale, membro della commissione ambiente, Giancarlo Bosco. Allo stesso tavolo era stato invitato a partecipare anche il Comune di Corigliano-Rossano.

DA REALIZZARE DUE CANILI PROVINCIALI: I SINDACI DECIDANO DOVE

Nel corso dell’incontro si è discusso anche dell’applicazione della legge regionale 45\2003 e degli aspetti relativi alla cattura, alla sterilizzazione, alla microchippatura e alla remissione in loco del randagio trattato e dell’importanza della figura del tutor quale referente dell’animale preso in carico.

In particolare è stata chiarita la questione dei canili provinciali. Attualmente, oltre al canile di Corigliano-Rossano, in fase di ampliamento a 25 posti, operano il canile di Cosenza, con una capacità di 180 posti e quello di Castrovillari, che dispone di almeno il triplo dei posti del canile di Corigliano-Rossano. Sebbene persista un problema di disponibilità dei posti, il regolamento regionale prevede la realizzazione di ben due canili provinciali.

COMUNI SONO LEGITTIMI PROPRIETARI DEI CANI

Per la realizzazione di questi canili, finanziati con fondi specifici, è necessaria una conferenza dei sindaci che ha come presidente il Sindaco di Corigliano – Rossano, per la definizione del sito. Nel frattempo, vengono stipulate convenzioni con enti privati per garantire continuità nella gestione delle catture e altre attività correlate. E qui – precisa la consigliera regionale – bisogna fare un doveroso distinguo perché l’Azienda sanitaria supporta la gestione degli ambulatori, mentre i Comuni restano i soli e legittimi proprietari dei cani, con tutte le responsabilità connesse. Per esempio i cani vaganti e randagi per legge devono essere coperti da assicurazione per eventuali danni civili arrecati a terzi.

SUPERARE FASE EMERGENZA E PUNTARE SU PREVENZIONE

Durante l’incontro si è evidenziato come il fenomeno debba rientrare da uno stato di emergenza ad uno stato di controllo attraverso un monitoraggio costante della polizia municipale sulla popolazione canina e la proprietà del cane. La dirigenza dell’Asp si è messa a disposizione per l’istituzione di corsi di formazione e responsabilità in materia di randagismo e del benessere animale.

PROMUOVERE MAGGIORE COINVOLGIMENTO ASSOCIAZIONISMO

Gli intervenuti al tavolo hanno condiviso la necessità di coinvolgere il mondo dell’associazionismo per promuovere iniziative di cittadinanza attiva attraverso lo strumento dello stallo presso proprietà privata adeguata. Lo spirito collaborativo – è stato sottolineato – era e resta la strada da seguire per tutti gli attori coinvolti. Soprattutto nelle fasi di censimento, cattura o prelievo del randagio e dell’eventuale remissione dell’animale in loco.

INCENTIVARE LE ADOZIONI, OBIETTIVO DA CONDIVIDERE

Un aspetto che preoccupa è quello delle scarse adozioni da canile rispetto a quello massiccio delle adozioni di cuccioli non censiti che deve essere monitorato.

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