Più di qualsiasi parola, raccontano le immagini. Modelle sinuose, abiti da sogno, colori, luci, musica e tanti, tantissimi applausi. Una sfilata di altissima qualità che per qualche ora ha trasportato il Teatro Rendano fuori dal tempo, immerso nell’atmosfera magica delle passerelle dell’alta moda. Merito dell’ottava edizione della South Italy Fashion Week – prodotta e organizzata dalla Moema Academy diretta da Giada Falcone – che chiude anche quest’anno con un‘indimenticabile serata evento che ha visto sfilare le creazioni degli stilisti dell‘accademia e quelle di due stylist di fama internazionale, Saverio Palatella e Mario Dice. Nel parterre, i vertici regionali e nazionali di Confartigianato Imprese, partner della manifestazione quest’anno inserita nel cartellone nazionale dell‘Organizzazione. Presente in prima fila il presidente nazionale di Confartigianato Moda, Moreno Vignolini.
Nel corso della kermesse sono stati consegnati due premi. Il primo è andato a Salvatore Ascioti, presidente di Confartigianato Reggio Calabria, a capo di una storica impresa artigiana che ha sede a Locri. Moema Academy ha voluto premiare Ascioti “per il suo impegno nell’artigianato calabrese e per la valorizzazione di sapienza e abilità manuali che si tramandano da generazioni”. Ad aprire la serata sono state le immagini del cortometraggio “Ri–evoluzione” realizzato dalle allieve dell’accademia, vincitore del concorso nazionale indetto da Confartigianato, un lavoro premiato per il suo importante messaggio sull’autodeterminazione delle giovani donne. E quest’anno, sul solco dei temi affrontati nel cortometraggio, MoemaAcademy ha voluto assegnare un riconoscimento anche ad Antonella Veltri, presidente nazionale della Rete D.i.RE, donne in rete contro la violenza. A lei è stato conferiti un premio in rappresentanza di tutte le operatrici dei centri antiviolenza “impegnate a dare ascolto, sostegno e tutela alle donne che scappano da situazioni di pericolo a causa di uomini violenti e a promuovere tra le giovani generazioni una cultura del rispetto e della parità di genere“. Moema Academy, insieme al premio, ha voluto offrire una borsa di formazione che darà l’opportunità ad una delle donne che si rivolge al centro antiviolenza Roberta Lanzino di formarsi all’interno dell’accademia che è ente accreditato alla Regione Calabria per la formazione continua e superiore, punto di riferimento nei settori Fashion, Make-up e discipline artistiche. Il terzo premio previsto nell’edizione 2024 era stato consegnato nella giornata di venerdì al regista calabrese Giacomo Triglia per “aver contribuito con il suo talento, a valorizzare la Calabria e le sue peculiari bellezze“.
Orgoglio e grande emozione negli occhi e nelle parole di Giada Falcone, colpita e soddisfatta, innanzitutto, della partecipazione: “Non solo stasera. È stata una settimana partecipatissima. Era quello che speravamo perché la Fashion Week è un evento a cui lavoro insieme al mio team di insegnanti e studentesse da mesi. Quest’anno abbiamo voluto dare forma ad un calendario ricchissimo d’incontri culturali, così ogni giorno il mondo della moda ha dialogato con arti diverse, anche con la letteratura. La parte più bella è stata vedere una platea di giovanissimi appassionati, perciò – ha concluso – grazie anche alle scuole, agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che hanno scelto di prendere parte a questo evento“.
Cala dunque il sipario su questa ottava edizione ricca di emozioni e di successo. “Un contenitore di eventi, ma anche di idee e molte diventano lo spunto per nuovi, ambiziosi progetti. Il tempo di riprendere fiato e saremo nuovamente a lavoro”.
La sfilata di South Italy Fashion Week
In passerella per South Italy Fashion week, le creazioni raffinate e versatili di due importanti protagonisti della moda internazionale.
Saverio Palatella, nato a Torino e cresciuto a Rapallo, è pioniere del Made in Italy e i suoi capi esprimono tutte le potenzialità della maglieria. È grazie a questi intrecci che racconta creatività e desiderio di ricerca ed è grazie alla sua scelta fatta di ferro e passamaneria che è diventato famoso nel mondo. Già alla fine degli anni Ottanta, la stampa parigina lo premia nominandolo tra i 10 stilisti più importanti d’Europa. South Italy Fashion Week è un ritorno, una nuova occasione per portare sulla passerella capi in maglia, un viaggio dalla seconda pelle all’oversize.
Anche Mario Dice nel corso della sfilata per South Italy Fashion Week ha mostrato la cifra delle sue creazioni: casual e raffinate, sobrie e divertenti, eleganti e dinamiche. Un sovrapporsi di stili contemporanei con uno sguardo verso un passato e verso il futuro con un utilizzo poliedrico della pelle unito alla ricchezza dei ricami effetto tattoo, segno distintivo delle sue collezioni. La maison Mario Dice nasce nel 2007 dopo un’esperienza ventennale di sperimentazioni e formazione. Dice ha all’attivo collaborazioni con la maison Calvin Klein a New York. Dopo l’esperienza negli Stati Uniti che ha segnato profondamente il suo percorso formativo, in Italia ha affiancato le sorelle Fontana e ha collaborato con le più prestigiose case di moda italiane tra cui Gattinoni, Trussardi Krizia e David Koma.
Una settimana di talk, laboratori e masterclass
Come ha raccontato la direttrice Giada Falcone, la South Italy Fashion Week non è solo una passerella e non è solo moda: è un contenitore di idee, incontri, impegni da prendere per il futuro. È stato pensato così il ricco calendario che ha scandito la settimana appena trascorsa e che ha visto avvicendarsi nel “salottino” allestito all’interno dell’Accademia di Cosenza rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e artisti provenienti dal mondo del cinema, dell’artigianato, dell’urban-design. Ogni giorno uno spunto diverso per raccontare alla platea il grande potere della moda e tutti i suoi volti. Soprattutto, per raccontare quanta forza può avere il singolo quando incontra l’altro nella volontà di fare rete. Gli artigiani calabresi hanno portato nel salottino di Moema appassionanti testimonianze di amore verso il lavoro e questa terra dove si può e deve investire: lo scrittore Carmine Abate ci ha trascinati nel mondo Arbëreshe attraverso le sue pagine e la sua vita, il talk sulla tessitura ha raccontato di antichi telai e intelligenza artificiale al servizio dell’artigianato, con l’urban-design gli abiti dei grandi nomi del Fashion System si sono fatti testimonianza di contaminazione, con registi e produttori del comparto cineaudiovisivo le scene dei film cult hanno fatto sfilare davanti agli occhi della platea gli abiti più iconic della storia. E poi i laboratori che hanno dato la possibilità a studenti e studentesse di cimentarsi, ad esempio, nella creazione di un accessorio moda o di un profumo. Il salottino, ad un certo punto, non bastava più. È stata la gioia più grande vedere le persone riempire l’accademia fino alla porta d’ingresso: posti in piedi per essere tutti parte della South Italy Fashion Week.