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Reggio: dall’Anassilaos omaggio a Musine Kokalari

La “percezione dell’Antico”,  al centro della riflessione dell’Associazione Anassilaos,  non vuole essere soltanto una disamina  su un passato che può essere percepito come lontano ma l’occasione di una comprensione del presente e della contemporaneità e non quindi non soltanto storia e archeologia ma anche letteratura, arte, religione. Su questa linea  gli incontri presso la Biblioteca De Nava dedicati alla poesia e ai poeti, al loro ruolo e al loro destino,  dai romani  Tibullo, Properzio, Ovidio vissuti al tempo dell’imperatore  Augusto, oggetto di un precedente incontro curato dal Prof. Amos Martino,  a Francesco Petrarca, uomo del XIV secolo spiritualmente sospeso tra medioevo e modernità al centro di una conversazione della Prof.ssa Francesca Neri, fino a due poeti del Novecento, quindi contemporanei, vittime della brutalità di un potere assoluto: l’armeno Yeghishe Charents, comunista della prima ora e rivoluzionario, vittima della repressione stalinista che non tollerava nella sua opera letteraria  la volontà e il desiderio di difendere la lingua e la cultura armena (conversazione dei Proff. Giorgio Piras,  Università di Roma La Sapienza,  e Alfonso Pompella,  Università degli Studi di Pisa ) fino alla poetessa albanese Musine Kokalari, oggi considerata la più grande scrittrice albanese del Novecento, riconosciuta in Albania come  «Onore della Nazione», oggetto di una conversazione del Prof. Mauro Geraci, Ordinario di Antropologia Culturale  presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DICAM) dell’Università degli Studi di Messina  sul tema “Musine Kokalari e la dolce forza della poesia. Poetiche dell’isolamento nella vita e nell’opera della prima grande scrittrice albanese del Novecento“, che si terrà giovedì 23 maggio alle ore 17,00 presso la Biblioteca De Nava nel corso di un incontro congiunto tra Anassilaos e Biblioteca patrocinato dal Comune. Nata nel 1917 e morta nel 1983 la Kokalari trascorse gran parte della sua esistenza  in carcere (dal 1946 fino al 1964) vittima del regime comunista di Enver Hoxha che la sottopose ad ogni angheria in quanto anticomunista e non organica al regime. Sensibile alla nascente “questione femminile” e alla miseria delle società rurali da lei denunciata, nel 1938 viene  a Roma per laurearsi in lettere alla Sapienza. Impegnata nella costruzione di un’Albania democratica, nel 1946 viene additata dal regime comunista quale «sabotatrice e nemica del popolo» e condannata al carcere e all’isolamento forzato fino alla morte, avvenuta nel 1983. In italiano compose una autobiografia  giovanile La mia vita universitaria  scritta  a Roma durante il fascismo, memorie che rivelano la sensibilità umana, poetica, antropologica dell’artista  che affronta una lingua e un paese non suoi (l’Italia)  che però in parte  le appartenevano dal momento che dal 1939 l’Albania si trovava sotto l’occupazione italiana. In questo diario l’albanese musulmana si confronta con un mondo romano, maschile, fascista, cristiano narrato con la curiosità introspettiva dell’intellettuale. L’incontro sarà introdotto dal Dott. Fabio Arichetta, Coordinatore degli incontri “La percezione del tempo tra Antico, Moderno e Contemporaneità” con l’intervento della Dott.ssa Daniela Scuncia, Responsabile Centro Studi Anassilaos “Linguaggi vecchi e nuovi della letteratura”.
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