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Cosenza, le Officine Teatrali Telesiane celebrano i dieci anni di attività con “Alcesti” di Euripide

Non è agevole mettere in scena il mito di Alcesti, soprattutto quando quel mito si intende contaminare con riferimenti alla modernità. D’altra parte replicare pedissequamente la tragedia greca senza rimandi alla contemporaneità potrebbe risultare scontato. Non così nelle intenzioni delle Officine Teatrali Telesiane il cui demiurgo, il docente Antonello Lombardo, ha plasmato a dovere, per il decennale di quella che può essere considerata una vera e propria compagnia teatrale, gli studenti del “Telesio” che frequentano i laboratori annuali di teatro rivelando spiccate attitudini per la scena, scegliendo proprio l’Alcesti di Euripide che andrà in scena venerdì 24 maggio, alle ore 20,30, al Teatro “Rendano”.

Il lavoro delle Officine teatrali telesiane è stato presentato nell’ambito degli incontri della Commissione Cultura, presieduta dal consigliere comunale Mimmo Frammartino. Ed è stato proprio quest’ultimo a introdurre la discussione parlando di un “ritorno a scuola e di piacevole occasione per rinverdire vecchie reminiscenze scolastiche che rimandano ad un dibattito quanto mai stimolante sul mito di Alcesti e sul suo sacrificio d’amore”. Un vero e proprio invito a seguire lo spettacolo è venuto poi dalla consigliera delegata alla Cultura Antonietta Cozza che ha preso parte ai lavori della commissione. Ospite dell’organismo consiliare, oltre al prof.Lombardo, che di Alcesti ha curato regia e adattamento, anche il dirigente scolastico del “Bernardino Telesio” Domenico De Luca che, al suo primo anno di guida del Liceo, ha ritenuto del tutto fisiologico, considerati gli apprezzabili risultati conseguiti dalle Officine teatrali telesiane, in dieci anni di attività, continuare il lavoro intrapreso con successo sin dal 2015. “E’ stato fisiologico, ma non semplice – ha detto il dirigente De Luca – perché la macchina organizzativa che c’è dietro una rappresentazione teatrale di questo tipo è molto complessa, investendo una serie di risorse umane, professionali e finanziarie di grande importanza. Si è ritenuto di proseguire su questa strada con l’obiettivo di valorizzarla ulteriormente, considerato il grande valore educativo e culturale che ha il teatro”.

A proposito dell’esperienza delle Officine telesiane si è parlato anche del proposito di voler fare di Cosenza una sorta di Siracusa Bruzia.

E’ questo – ha aggiunto Domenico De Luca – un termine molto pertinente che sottende come il Liceo Classico Telesio sia l’unica istituzione culturale a proporre, a queste latitudini, questo genere di operazioni”.

C’è grande entusiasmo e partecipazione da parte dei ragazzi coinvolti nella rappresentazione. Sono ben 44 gli attori in scena, che, come ha sottolineato il loro preside – sono molto concentrati sull’esito della performance teatrale. “Credo che i ragazzi nel calpestare le tavole del palcoscenico proveranno forti emozioni”.

Sempre alla ricerca, in quello che fa, di un registro sperimentale, il regista Antonello Lombardo. Mentre, nel lontano 2015, iniziò l’eperienza delle Officine teatrali telesiane con l’ultima tragedia di Euripide, “Le Baccanti”, si appresta ora a celebrare il decennale del suo progetto, con la prima tragedia euripidea che è appunto “Alcesti”. “In teatro – ha affermato Lombardo in Commissione cultura -c’è sempre da sperimentare, da ricercare e quando si crede di essere arrivati, c’è sempre da ricominciare daccapo. L’Alcesti, con tutto il suo racconto sul sacrificio d’amore per salvare Admeto, resta una tragedia, ma è anomala. E sul personaggio che si sacrifica per amore, lo spettatore deve lavorare di scavo, a 360 gradi, per capire se veramente muore o non muore o se, addirittura, resuscita. Lo spettacolo lascia aperti diversi finali sui quali lo spettatore è chiamato a congetturare e la cosa più bella è che la tragedia parte come dramma satiresco, ma, poi, non si rivela tale”.

Antonello Lombardo ha svelato anche alcune delle sue soluzioni registiche. “Ci sono delle contaminazioni e qualcosa di innovativo. Oltre alla parte tradizionale della tragedia, è stato inserito un testo di Giovanni Raboni che riguarda sempre l’Alcesti, ma in chiave moderna. Abbiamo messo a confronto questi due momenti. Mi è piaciuto di più dare risalto alla figura della morte per far capire che è l’unica cosa che non tramonta. Ho immaginato – ha sottolineato ancora il regista -che la morte ghermisse l’Alcesti moderna attraverso un ballo passionale, un tango bellissimo, giocando quasi al gatto con il topo, arrivando alla parte finale nella quale se la trova di fronte e dice: “Ora è tempo che il velo cada”. Non ho dato la possibilità al pubblico di vedere il volto, sfumando le luci e facendo rimanere il dubbio e il mistero su una figura che oggi sembra molto attuale”. Lombardo ha parlato, inoltre, di gioco di squadra che ha visto la partecipazione anche degli studenti del Convitto nazionale per esplicita volontà della preside Concetta Smeriglio. Aiuto regista è il prof.Flavio Nimpo che nell’allestimento interpreta anche Apollo e che lavora molto sull’analisi testuale. La costruzione scenica è stata affidata al personale Ata, soprattutto a Giuseppe Stillitano e Vincenzo Vilardo che hanno lavorato incessantemente, dando vita ad una bellissima scenografia. I dettagli delle scene sono stati, invece, curati da Tiziana Bellini e il disegno luci da Paolo Carbone. Completano il quadro, i costumi di Ars Sartoria e le coreografie di Nadia Mele.

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