Ieri sera, nella biblioteca “Rodotà” del Liceo classico “Bernardino Telesio”, in collegamento via web, Viola Ardone ha presentato il suo bellissimo libro, “Grande Meraviglia” (Einaudi editore), che fa parte della Decina 2024 del premio letterario bruzio. A dialogare con l’autrice, oltra alla direttrice del Premio Sila, Gemma Cestari, tanti studenti liceali e le professoresse Alba Battista e Rosanna Tedesco.
È stata una presentazione molto partecipata, quella che ieri sera ha visto Viola Ardone, in collegamento via web, illustrare il suo libro. “Grande Meraviglia”, facente parte della Decina 2024 del Premio Sila. Un pubblico attento ha assiepato la biblioteca “Rodotà” del Liceo classico “Bernardino Telesio”. Insieme con la direttrice del Premio, Gemma Cestari, le professoresse Alba Battista e Rosanna Tedesco hanno dialogato con l’autrice delle tante sfaccettature proposte nel suo libro che parla di un tema delicatissimo, forse un po’ dimenticato, quello dei manicomi. Legalmente chiusi dalla Legge Basaglia del 1978, ancora oggi rimasta di fatto incompiuta nella sua avanguardistica intenzione, ovvero di curare i pazienti e non internarli senza altre vie d’uscita. “È un romanzo che non dà risposte, non pone tante domande – ha detto Viola Ardone – e la domanda più evidente è cosa ne è stato di quella riforma scritta da Franco Basaglia che rispondeva a una grande esigenza di cambiamento, di liberare l’Italia da vecchi schemi”.
“Grande Meraviglia” racconta una storia che non è molto distante dal nostro tempo. Lascia parlare Elba, nata e cresciuta in un manicomio, e il dottor Fausto Meraviglia “un personaggio perfettamente esemplare e rappresentativo di quel manipolo di seguaci di Basaglia – ha evidenziato Gemma Cestari – che con coraggio, visionarietà e desiderio vero di cambiare il mondo, riuscì ad abbattere le mura dei manicomi”. “L’idea di Basaglia – ha spiegato la Ardone – era quella di curare una società laddove essa fosse malata e quindi curare anche le persone che sviluppavano delle patologie in seguito a questa malattia sociale”.
Vista la presenza massiccia di liceali, Viola Ardone non ha mancato di sottolineare che “si parla molto di malessere giovanile, dell’ansia dei ragazzi e delle ragazze. Alcuni dicono che è una generazione di fragili, di ragazzi che hanno tutto e si lamentano ugualmente. Io dico che è una generazione che si trova a vivere un sistema scolastico sempre più orientato alla performance, al risultato, alla vittoria, a dover conseguire un punto di credito in più rispetto agli altri per poter andare nell’università migliore. Anche lì c’è un quiz da superare perché bisogna andare avanti e far presto, essere il migliore e prevalere sugli altri. Questo sistema scolastico, quello del merito, è un sistema che mina l’essere dei ragazzi. Insomma, quando Basaglia diceva curiamo la società per curare le patologie – ha concluso – si riferiva in piccolo anche a questo tipo di disagi. Liberiamo la scuola per liberare i ragazzi e le ragazze dall’ansia”.
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Tre domande a Viola Ardone
Dopo l’incontro con il pubblico, ci siamo fermati per dialogare ancora con l’autrice di “Grande Meraviglia”
Qual è stato il motivo per cui hai deciso di parlare di questo tema così forte e in qualche maniera, ancora oggi, molto controverso?
Mi sembra un tema molto attuale, un po’ per l’aumento dei casi di disagio psichico, soprattutto nei più giovani, un po’ per l’emergenza che riguarda il Sistema sanitario nel nostro Paese, in particolare in merito alle risorse destinate alla cura e al recupero delle persone affette da patologie psichiche, che sono sempre più esigue.
È davvero il destino degli eroi, in questo caso il dottor Meraviglia, quello di non riuscire a conciliare la professione con la vita privata?
Non volevo dipingere Meraviglia come un eroe, ma al contrario come un uomo, con tutti i suoi pregi e difetti, con le sue contraddizioni, con i suoi momenti di grande umanità ma anche con una certa dose di cinismo. I personaggi che in un romanzo non trovano una loro evoluzione non sono interessanti.
La parola “Meraviglia” del titolo viene da scriverla in maiuscolo pensando al dottore, ma allo stesso tempo potrebbe riferirsi a tanti sguardi che il libro offre…
Meraviglia è Fausto ma anche Elba, è quel granello di senape, per citare la famosa parabola del Vangelo, che in questo caso non ci permette di entrare nel Regno dei Cieli, ma di vivere sulla terra, nel regno degli umani.