All’iniziativa, promossa dall’Associazione italiana Parchi culturali, presieduta da Salvatore Timpano, in collaborazione con SviProRe, erano presenti anche il vicesindaco metropolitano Carmelo Versace, il presidente del consiglio comunale di Reggio Calabria, Enzo Marra, l’amministratore unico della partecipata metropolitana, Michele Rizzo, oltre ai tanti cittadini che hanno potuto ammirare la bellezza e la cura dei dettagli di un’opera unica e fortemente rappresentativa pure della tradizione reggina.
«Il presepe – ha spiegato il sindaco Falcomatà – racconta anche un po’ la nostra storia e identità. Oltre ad essere, di per sé, elemento portante della cultura popolare del Paese, l’opera si arricchisce di particolari che narrano la tradizione reggina. Ringrazio il presidente dell’Aiparc, Salvatore Timpano, per aver proposto questa idea alla Città Metropolitana, oltre, naturalmente, l’artista Vincenzo Papalia».
«Il presepe artistico – ha aggiunto – è un elemento di punta del Natale metropolitano organizzato insieme a SviProRe, con il supporto importante dell’Amministratore unico Michele Rizzo. Mi auguro sia vissuto e visitato, soprattutto, dai giovani della nostra comunità perché sono loro che devono portare avanti quest’arte millenaria». «Quindi – ha concluso il sindaco Giuseppe Falcomatà – sta ai nostri ragazzi ed alle nostre ragazze comprenderne maggiormente il significato ed il valore. Tramandare la nostra storia e le nostre tradizioni significa non farle morire, ma soprattutto garantir loro un futuro. Questo presepe è incredibilmente curato in ogni minimo particolare ed è davvero un piacere poterlo vedere».
La maestria e la passione dell’artista Vincenzo Papalia emergono, pienamente, dalle sue parole: «Sono passati 800 anni dal primo presepe di San Francesco. A Reggio Calabria, attraverso questo allestimento, abbiamo rappresentato un’opera veramente importante». «Il presepe napoletano – ha ricordato – è artistico e nobiliare. E’ quello che veniva allestito, nel ‘700, nella casa di Carlo di Borbone che si dilettava a sistemare i pastori commissionati a Giuseppe Sanmartino, autore del Cristo Velato».
Sono tante le scene riproposte nella creazione di Vincenzo Papalia: dalla taverna, alla macelleria, dalla lavorazione del bergamotto fino all’arrivo dei Bronzi di Riace e all’annuncio ai pastori con la messa in scena del personaggio di Benino che, nella cultura partenopea, è colui che «sogna il presepe e che bisogna lasciar dormire affinché quella magia non svanisca nel nulla».