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Omicidio a Cetraro, il sindaco Cennamo scrive al Ministro Piantedosi: “Servono iniziative per contrasto”

“Le chiedo di ricevermi o di venire a Cetraro per testimoniare concretamente la presenza dello Stato in una fase delicatissima in cui la pericolosa escalation malavitosa potrebbe far riprecipitare la nostra città nei tremendi anni Ottanta in cui la conflittualità per contrasti di matrice mafiosa aveva prodotto ben 11 omicidi”.

É un passaggio della lettera che il sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo, ha scritto al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’omicidio di cui é rimasto vittima ieri sera Alessandro Cataldo, di 46 anni.

“Le scrivo – scrive il sindaco Cennamo al titolare del Viminale – per esprimere la mia forte preoccupazione per gli ultimi fenomeni malavitosi perpetrati a Cetraro. L’ultimo è l’omicidio avvenuto ieri sera nei pressi di una pizzeria frequentata da giovani e famiglie. I tentativi intimidatori, il tritolo ai danni di una nota attività industriale, l’incendio dei mezzi della raccolta differenziata urbana, la gambizzazione di un giovane, il tentato omicidio di un cittadino, i colpi di pistola ai danni di un veicolo del maresciallo dei carabinieri, i continui colpi di pistola contro le auto di imprenditori e il gravissimo omicidio di ieri sera sono fatti che vanno immediatamente fermati dallo Stato e dalle agenzie sociali, che hanno l’obbligo di fare fronte comune contro la criminalità che attanaglia la Calabria e la comunità che ho l’onore di amministrare.

C’è la necessità urgente che lei metta in atto iniziative veloci ed efficaci per contrastare la crescita esponenziale di nuove leve in grado di disturbare pesantemente il tessuto sociale e la vivibilità di numerose famiglie, da sempre impegnate a fronteggiare questi gravissimi episodi di malavita”.

“Da più tempo – afferma ancora il primo cittadino di Cetraro – ho cercato di sollevare la questione del sottorganico dei presidi di legalità, in particolare dei carabinieri, senza mai avere avuto risposte certe da parte delle istituzioni statali. Così come sull’annosa questione relativa alla mancata apertura della nuova caserma dei carabinieri che potrebbe rappresentare un presidio dello Stato in grado di restituire certezza e fiducia ai cittadini. I fenomeni avvenuti a Cetraro non possono essere sottovalutati.

C’è l’urgente bisogno di rafforzare il sistema di video sorveglianza pubblica e di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Così come serve un impegno corale di tutti gli apparati dello Stato per un’efficace diffusione della cultura della legalità. A poco sono serviti i comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica che si sono svolti a Cetraro, i consigli comunali, le manifestazioni di piazza e l’esposizione attiva delle associazioni, con iniziative culturali in grado di coinvolgere giovani e meno giovani in una campagna di repressione ad ogni forma di illegalità, a partire dal traffico degli stupefacenti”.

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