di Roberta Mazzuca – “Sono per il sì alla città unica, ma il mio è un convinto no al metodo, a una legge che, lo dico senza peli sulla lingua, ritengo illegittima, antidemocratica e fascista”. Non le manda certo a dire il sindaco Franz Caruso sul tema della Città Unica Cosenza-Rende-Castrolibero, rispetto al quale lunedì prossimo sarà audito in Commissione Affari istituzionali in Consiglio regionale. In una conferenza stampa convocata proprio questa mattina a Palazzo dei Bruzi, alla presenza di giornalisti e consiglieri, va dritto al punto nell’anticipare la sua posizione, esponendo le proposte di emendamento che presenterà a Palazzo Campanella.
Ma, prima, precisa il suo assoluto dissenso al metodo posto in essere per il raggiungimento di questo obiettivo, parrebbe, condiviso. Il riferimento è alla legge Omnibus, e in particolare all’articolo che prevede di rendere consultivo il referendum comunale sulle fusioni: “Bisogna essere legislatori per apportare modifiche alle leggi, e quando si legifera bisogna essere obiettivi, non si può essere di parte. Ritengo, invece, questa legge illiberale e antidemocratica. Difatti, in questo modo, si impone una procedura che toglie ai Comuni la libertà di autodeterminarsi e un percorso che esclude il confronto con gli organi democratici e con i cittadini”.
“Un tema importante, forse poco sentito dall’opinione pubblica” – esordisce il primo cittadino. Un tema che, ricorda, “è sempre stato al centro del mio piano politico, anche in campagna elettorale. Un tema che, invece, le altri parti politiche non hanno mai affrontato. E allora viene spontaneo chiederselo. Perché, dopo il risultato delle elezioni, si ritorna a parlare della città unica?”. Un dubbio non di lieve portata quello sollevato dal Sindaco, che interpreta la volontà di voler costituire la città unica come un tentativo di sciogliere il Comune, più che di crearne uno nuovo: “Ciò che percepiamo – afferma – è che l’interesse sia quello di sciogliere i Comuni esistenti, più che crearne uno unificato. E su questo non può esserci alcuna condivisione”.
Il primo punto che il Sindaco affronta è, allora, la disparità di condizioni in cui vivono le tre città che andrebbero ad essere unificate: “Il Comune di Cosenza è in situazione di dissesto, e questo si ripercuote negativamente su tutto il resto del territorio. Vorrei ci fosse un intervento altrettanto determinato da parte della Regione e del Governo per aiutare a risolvere il problema economico e finanziario della città. Aiutateci ad uscire dal dissesto, a risolvere il problema strutturale che la aggredisce. Pensare di mettere insieme comuni in situazioni completamente diverse significa non voler fare un qualcosa di utile per il territorio”. Parla, allora, della necessità di andare verso un’unificazione dei servizi, a partire dai trasporti, per arrivare a tutti gli altri, come quello dei rifiuti. E, sul tema dei trasporti, non manca la stangata al presidente Occhiuto: “Cosa ha fatto la Regione che tanto vuole la città unica? Ha cancellato la metropolitana leggera, che rappresentava l’unico vero strumento per unire il territorio”. “Nella direzione di unificazione è andata ogni nostra scelta, compresa la delibera di realizzazione del nuovo ospedale a Vaglio Lise, che è un punto strategico di congiunzione di tutto il territorio”.
Ecco, allora, la prima proposta del primo cittadino: realizzare uno studio di fattibilità obiettivo, “al fine di assicurare i livelli massimi di ottimizzazione ed efficientamento della struttura organizzativo-burocratica, finanziaria e dell’organizzazione delle funzioni e dei servizi che il nuovo Comune dovrà garantire” – si legge nell’emendamento. “Solo allora, – spiega Caruso – si potrà davvero chiedere cosa ne pensano i cittadini di questa città unica. Non ci si può basare sulla sola vicinanza territoriale di due territori limitrofi, perché sono storie diverse, culture diverse, visioni diverse. La città unica si deve fare, perché è giusto che si faccia, ma coinvolgendo i cittadini in una visione di sviluppo del territorio condivisa e partecipata”. Di conseguenza, la proposta di un referendum popolare: “Il cittadino si esprime seriamente e consapevolmente se è portato a conoscenza dei pro e dei contro. Se cominciamo a dire che i cittadini di Rende e Castrolibero devono partecipare a risanare il Comune di Cosenza, come la mettiamo? Se diciamo che tutti i Comuni devono unificare il servizio di raccolta dei rifiuti? Cosa ne pensano davvero i cittadini?”.
In terza battuta, fondamentale è armonizzare i bilanci: “Se ci sono situazioni di dissesto, è o non è importante conoscere il parere di un terzo ente, come ad esempio la Corte dei Conti?”. Si legge ancora: “[…] la Giunta Regionale è autorizzata a trasmettere l’esito dello studio di fattibilità alla sezione regionale della Corte dei Conti per l’esame e le valutazioni conseguenti, al fine di verificare che il processo di armonizzazione e di organizzazione finanziaria del nuovo Comune si effettui secondo principi di equità e trasparenza”.
Infine, la formazione di un’assemblea costitutiva: “Entro e non oltre 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, su convocazione del presidente della Regione, – si legge ancora nell’emendamento – è costituita, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale l’Assemblea costitutiva per la fusione, cui spetta coordinare, sviluppare e monitorare il processo di fusione”. Questo al fine, in ultima istanza, di ottenere un contributo finanziario regionale: “Al Comune di nuova istituzione è concesso da parte dell’amministrazione regionale un contributo finanziario per i dieci anni successivi alla data del suo insediamento. Agli oneri derivanti, quantificati annualmente nella misura minima del 50% del contributo statale […]”.
Prima di creare la Città Unica, per il sindaco di Cosenza è allora fondamentale creare una comunità unica. Una comunità che si regga sui principi di condivisione, approfondimento e confronto, a difesa dei propri valori e non di interessi personali. “Ho trovato molto strano che non si sia parlato mai di città unica in campagna elettorale, mentre immediatamente dopo le forze di minoranza parlavano, tra i bar e i marciapiedi della città di Cosenza, di scioglimento del Consiglio comunale”.