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Stadio Ceravolo, Buccolieri: “Sciacallaggio di chi ha gioito per Lecce. Ma mercoledì si ritorna al nostro Ceravolo”

“Meglio essere l’ultimo dei leoni che il primo degli sciacalli”.

Questo proverbio africano ben descrive la personalità di coloro che approfittano di un qualsiasi momento di emergenza o difficoltà altrui per gioire e sfogare la propria rabbia e frustrazione. In queste ore in cui l’attenzione dell’opinione pubblica cittadina si è concentrata, giustamente, sul completamento dello stadio “Ceravolo” e sulla possibilità di giocare nel nostro glorioso impianto le partite delle Aquile, abbiamo assistito al trionfo dello sciacallaggio.

Mentre tutta la Comunità sana della Città (che è il 99,9% della popolazione) ha accompagnato lo sforzo prodotto da tecnici ed operai per arrivare in tempo all’appuntamento, impresa da tutti ritenuta non facile, taluni non hanno avuto nessuna vergogna a mostrare la loro “soddisfazione”, anzi la propria “gioia”.

Fortunatamente è una gioia che resterà loro in gola perché lo stadio “Ceravolo” ha ottenuto l’omologazione per tutta la stagione dalla Commissione Tecnica della Lega e pertanto il mancato esordio di domenica resterà solo “un gol di vantaggio” che il nostro temibile avversario,  il tempo, ha siglato prima della rimonta che ha portato a vincere la partita.  Mercoledì, infatti, il “nuovo” Ceravolo aprirà i battenti e sarà una festa per il popolo giallorosso.

Tutto ciò ci fa capire perché in questi ultimi decenni la Città ha subito un enorme declino. Poche persone, alcune tra le quali assurte a ruoli importanti nell’Amministrazione, hanno avvelenato il clima, hanno condizionato la vita dei cittadini, hanno imposto la loro cultura del sospetto, dell’invidia, della calunnia. La Città finalmente è uscita da quella spirale di negatività che ha prodotto negli anni un insano cliima di sfiducia.

Catanzaro comincia a riconoscersi come Comunità e non soltanto accanto al più vivido tra i suoi elementi identitari ovvero il Catanzaro. Questo non vuole dire che non servano le critiche, che non debbano essere segnalati errori e ritardi, ma lo sciacallaggio è tutt’altra cosa. E per dirla con un proverbio africano:  “Lo sciacallo urla come il lupo, ma resta sempre uno sciacallo”.

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