di Paolo Ficara – Si è chiusa in nottata la finestra dicembrina del calciomercato dilettanti, date alle quali ci auguriamo di non doverci abituare. Col sistema delle rescissioni, i movimenti si sono potuti operare già prima del 2 dicembre e potranno andare avanti anche nei mesi successivi. Ciò che si poteva attuare solo fino al 18 dicembre, erano gli scambi magari basati sulla formula del prestito.
In entrata, oltre all’ala Paolo Grillo giunto ad inizio mese dall’Akragas, la Reggina non ha effettuato alcun altro acquisto. Serviva una punta di peso, dopo l’addio a Rajkovic fatto passare per problema del giocatore. Invece l’unico altro nome accostato a quello degli amaranto è stato quello di Roberto Convitto, ala del Siracusa, rimasto al momento dov’è.
Una delle differenze con il mercato estivo, riguarda proprio i nomi accostati alla Reggina. Tra luglio ed agosto, ne abbiamo letti a bizzeffe: dai centrocampisti Coki Forgione e Nicolò Bianchi, vecchie conoscenze, agli attaccanti Malcore e De Felice. Tutte piste non concretizzate, probabilmente per mancanza di accordo sugli ingaggi. A dicembre, la sensazione è che la Reggina non ci abbia nemmeno provato ad tesserare qualche grosso calibro.
Un ulteriore indizio di ipotetiche difficoltà in termini di liquidità, è fornito anche dalle cessioni. Le quali, se non in prestito, potevano avvenire sotto forma di rescissione con tanto di pagamento degli arretrati. Nonostante al gruppo squadra fosse stato riferito che almeno in cinque avrebbero dovuto fare le valige, alla fine – oltre a Katsaros e Malara che incidevano pochissimo sul monte ingaggi – è partito solo il difensore Christian Bonacchi. Peraltro non sostituito, almeno nell’immediato. E bisogna capire che condizioni ha accettato, per firmare il trasferimento al Cassino.
Nello scorso giugno, il direttore sportivo Maurizio Pellegrino aveva rinunciato ad un lauto ingaggio in essere fino a giugno 2025. Preferendo andarsene, anziché andare incontro ad una seconda figuraccia consecutiva. E senza essere rimpiazzato. Infatti Agatino Chiavaro, che in estate ha effettuato telefonate per conto della Reggina e sembrava un dirigente in pectore, ha preferito lacrime e sangue a Licata: l’ex difensore della Reggina Primavera ha capito l’andazzo dopo poche settimane.
A chi è rimasto a dirigere l’orchestra di un Titanic destinato ad affondare senza nemmeno essere uscito dal porto, non resta che sorridere nelle foto della cena natalizia offerta dagli sponsor. Per la Reggina è un disastro annunciato. Non da adesso, bensì da settembre 2023.