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La Grecia Antica rivive ne “L’Arbitrato” in scena a Casignana e a Locri, il 30 e 31 agosto

“La Grecia antica è vicina! Nella fiction contemporanea, perfino in quella televisiva, si rispecchiano modelli narrativi concepiti oltre duemila anni fa”. Soprattutto, nel teatro che parla alla contemporaneità con il suo linguaggio magnetico e coinvolgente.

Non smettono, infatti, di coinvolgere e stupire il pubblico calabrese, le rassegne teatrali che stanno animando la Locride, con il programma a firma di Domenico Pantano.

“L’Artbitrato. La risoluzione della contesa” da Menandro, commedia greca con maschere antiche per la regia di Roberto Zorzut e Rosa Ferraiolo, andrà in scena sabato 30 agosto alla Villa romana di Casignana, alle ore 21.00, nell’ambito delle Stagioni Teatrali di Calabria a cura del T.C.A. Teatri calabresi associati, e domenica 31 agosto alla Corte del Palazzo di Città di Locri, alle ore 21.00, nell’ambito della XXXI Stagione Teatrale della Locride 2024-2025 a cura del Centro Teatrale Meridionale.

L’originalissima opera teatrale – una nuova produzione 2025 di Seven Cults srls – è interpretata dagli stessi Zorzut e Ferraiolo, e da Alessandra Cavallari, Gabriele Giusti, Gianluca Rossetti. Coreografie Michele Sigillò; Musiche Eugenio Tassitano, Maria Piazza, Pietro Bega, Oretta Orengo; Scene di Renato Mambor e Roberta Gentili; Maschere Emanuele D’Andrea, Roberta Gentili e Roberto Zorzut; Aiuto Regia Francesca Verrelli.

Pànfile è da poco la moglie di Charisio quando, durante un’assenza del marito, partorisce un bambino di cui era già incinta prima delle nozze (la violentò, come essa dice, uno sconosciuto al buio, mentre tornava da una festa). Il bambino, per evitare lo scandalo, viene abbandonato (secondo il costume di allora) con un piccolo corredo di gioielli che possano aiutare un giorno a riconoscerlo. Charisio, informato da un servo, abbandona la casa e va a vivere di fronte, presso un soldato, la cui schiava, la citarista Abrotono, esibisce come amante. Il padre di Pànfile, Smicrìne, cerca di convincerla a chiedere il divorzio. Intanto, un pastore trova il bambino abbandonato con i gioielli e Onesimo, il servo di Charisio, riconosce tra questi un anello che il suo padrone aveva perso durante una festa. Charisio è dunque il padre del bambino? La concubina Abrotono, che era stata testimone dello stupro, si presenta a Charisio come la donna da lui violentata, fingendosi madre del bambino. Il soldato, padrone di Abrotono, la libera dalla servitù perché essa possa sposare il ricco Charisio. Ma Abrotono, in realtà, ha voluto la libertà per poter sposare il soldato di cui è innamorata, e rivela che la donna a suo tempo violentata è proprio Pànfile, che Charisio aveva sposato senza riconoscerla. E così restituisce il bambino ai suoi veri genitori (Pànfile e Charisio).

Le commedie di Menandro ci presentano trame complicatissime con lieto fine: equivoci, relazioni clandestine, bugie, scambi di persone, inganni, agnizioni. Perfetti congegni di drammaturgia, quasi testi da scuole contemporanee di scrittura creativa.

La Commedia Nuova di Menandro – della fine del IV secolo a.C. – insieme alla successiva satira menippea, prefigura sia il teatro borghese che elementi del romanzo moderno, aiutandoci a capirlo meglio. Al suo centro ritroviamo, infatti, la quotidianità e il mondo ordinario, l’uomo comune (non più l’eroe), la sfera degli affetti, la presenza dell’eros, il ruolo decisivo del caso, l’indagine psicologica.

Gli appuntamenti si avvalgono del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Locri e del Comune di Casignana, e sono co-finanziati con Risorse PAC 2014-2020 – Az. 6.8.3 – Avviso pubblico Eventi di promozione culturale 2024 della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura.

 

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