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La poesia e l’anima di Alda Merini rivivono con la bravissima Giorgia Trasselli in scena a Lamezia nell’ambito di “Vacantiandu 2024”

La poesia e l’anima di Alda Merini hanno incantato il pubblico presente al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme con la messa in scena, nell’ambito della rassegna Vacantiandu 2024, dello spettacolo “Indagine su Alda Merini: una donna sospesa tra il dolore e la gioia”, che ha visto Giorgia Trasselli nel ruolo della poetessa e Valerio Villa nel ruolo di un giovane e brillante ricercatore universitario che si reca dalla Merini, animato dallo scopo eminentemente intellettuale di indagare sulla poesia.
La narrazione parte da una telefonata che Alda Merini riceve da un suo amico, professore universitario, che le chiede di ricevere per quattro giorni un suo brillante allievo per fargli scrivere “un’indagine” sulla poesia. La poetessa accetta l’invito, e gli incontri tra Alda e Paolo trasformano l’indagine universitaria programmata dal ricercatore, in una investigazione esistenziale, che vede al centro una donna, Alda Merini, la cui vita, sospesa tra il dolore e la gioia, doveva cogliersi insieme, come un tratto inseparabile, alla sua produzione letteraria.
La sceneggiatura restituisce agli spettatori un quadro assai realistico della condizione di vita della poetessa, ponendo sulle quinte il modesto mobilio della sua casa spartana, collocata sui Navigli milanesi, con una scala da lavoro al lato del palco che quasi vuole sottolineare la situazione di precarietà della vita di chi vi abita; tutto ciò, però, descrive la solitudine solo fisica ma non morale di Alda Merini, splendidamente e autenticamente interpretata, nella sua frenesia di pensiero ed incoercibile vivacità, da Giorgia Trasselli.
Nella sapiente regia dell’opera, il pavimento della casa di Alda Merini viene rappresentato punteggiato dalle cicche non raccolte delle sue sigarette, da pezzi di carta strappati e buttati a terra che non trasmettono, però, un senso di abbandono e di sciatteria, ma esprimono metaforicamente la giustificazione della trascuratezza e del disordine nelle cose materiali, perché le cose materiali non sono sentimento, passione, poesia.
Lo spettacolo ricostruisce uno spaccato di vita reale, di luci e ombre, dove la bellezza può emergere anche dalle miserie, in una lunga sfida con sé stessi, come fu per la Merini l’esperienza nel manicomio. Una sfida in cui, però, alla fine, sì, vince lei. La Trasselli dà vita al racconto della poetessa, parlando di aneddoti importanti della sua esistenza, come di quando, tramite l’editore Scheiwiller, venne invitata alla trasmissione di Maurizio Costanzo per parlare dei terribili anni in cui era stata rinchiusa in manicomio e di come Costanzo la trattò “come una gran signora”. Trovò allora conferma di essere una donna sana di mente, e mentre lei parlava, con la voce rotta dalla commozione, piangeva Maurizio Costanzo e con lui l’Italia intera.
L’opera teatrale di Antonio Nobili, che ne è l’autore ed il regista, ha veramente portato a compimento in maniera a dir poco magistrale un’indagine intima e profonda su Alda Merini.
Giorgia Trasselli è apparsa immedesimata nell’anima della poetessa, muovendosi con una presenza scenica che ha fatto toccare con mano la donna e la poesia, e da quell’anima è uscita la storia di una vita sempre vissuta fino in fondo e con passione, mai recriminata, neppure per le critiche che lei stessa si faceva come madre, sempre rivendicata nella sua concreta fisicità, fin da quella ribellione alla famiglia di origine che la portò a chiedere la carità per strada, sempre sostenuta nel profondo dal suo amore per la scrittura e la poesia, ma soprattutto dal suo amore per l’amore, anche quando l’amore non coincide con la felicità.
Alla fine dello spettacolo, gli attori sono scesi in mezzo alla platea a salutare il numeroso pubblico in sala che li ha accolti con entusiasmo. “Indagine su Alda Merini” è inserito nel Progetto “Vacantiandu 2024” finanziato nell’ambito degli Eventi di promozione culturale 2024 Pac 2014/2020 Azione 6.8.3 della Regione Calabria. Direzione artistica di Nico Morelli ed Ettore Palmieri.

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