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XX Festival d’autunno, i canadesi del Machine de cirque show conquistano il Teatro Politeama con acrobazie, comicità e tanta poesia. C’è stato spazio anche per una gag sulla ‘nduja

Sembrano muoversi in assenza di gravità. Sono i sei protagonisti del Machine de cirque show, lo spettacolo di teatro acrobatico e giocoleria andato in scena ieri sera al Teatro Politeama di Catanzaro, ennesimo successo della ventesima edizione del Festival d’autunno. I salti mortali e i funambolismi hanno decisamente conquistato il numeroso pubblico accorso a questa esclusiva regionale, e per tutto il sud Italia, con la compagnia di canadesi che tutto il mondo ama. Non è difficile comprenderne il perché. Gli artisti di Machine de cirque si sono presentati anche a Catanzaro forti della loro simpatia e bravura, andando dritti al cuore degli spettatori calabresi dedicando alla nostra regione anche una divertente gag sulla ‘nduja.

Non semplici artisti circensi, ma anche attori, comici, atleti in tutto e per tutto. Perché Machine de cirque è più di ogni altra cosa una macchina perfettamente rodata, in cui movimenti, sketch, suoni, sono tutti sincronizzati al millimetro e nulla è lasciato al caso. Sono in sei – Guillaume Larouche, Amit Krolizki, Michel Trudeau, Matthes Speidel, Dominique Bouchard e Frédéric Labrasseur –  ma sembrano molti di più quando salgono, scendono, saltano sopra e sotto l’imponente struttura tubolare che occupa per intero il palco del Teatro. È quella la “macchina” che dà il nome allo spettacolo e alla stessa compagnia, ma sono anche loro: giocano con equilibri, pesi, contrappesi, destrezza e precisione tali da non fallire un colpo. Neanche nella famosissima scena degli asciugamani, in cui cinque fra loro – è stato esentato solo il musicista Labrasseur, tra i fondatori della compagnia -, si ritrovano, dopo una pioggia torrenziale, completamente nudi e con a disposizione un solo telo doccia per coprirsi. Bocche aperte e fiati sospesi fino alla fine, hanno anche coinvolto gli spettatori scegliendo una imbarazzatissima signora del pubblico per portarla sul palco e “corteggiarla” a loro modo: in un mondo post-apocalittico come quello raccontato dallo spettacolo Machine de cirque show, in pochi sono gli oggetti rimasti a disposizione, e quindi sono gli altri componenti del gruppo a diventare di volta in volta, sedie e tavolino di un bistrot, le poltrone di un cinema (con tanto di reggi-bevande), una moto per un romantico giro, del palco ovviamente.

A fine serata, l’intero cast dei Machine de cirque ha ricevuto il premio realizzato dal maestro orafo Michele Affidato raffigurante il Cavatore, simbolo della città di Catanzaro. A consegnarlo agli artisti, insieme al direttore artistico del Festival Antonietta Santacroce, è stato il presidente della Fondazione Carical Giovanni Pensabene.

«Sono felice di aver portato per la prima volta in Calabria uno spettacolo così originale, innovativo e tradizionale che mette insieme più forme d’arte in un mix travolgente – ha affermato il direttore Santacroce -. Tra l’altro, stasera sono venuti molti giovani e giovanissimi, e questo mi rende ancora più felice: una delle finalità del Festival, in particolare di questa edizione, era proprio quella di far sì che il teatro fosse appetibile anche a chi di solito non lo frequenta. Penso che questo obiettivo sia stato pienamente raggiunto: è una gioia vedere così tanti ragazzi tra le poltrone, per uno spettacolo così innovativo. Di fianco a produzioni blasonate, altamente culturali, ho voluto inserire dei momenti di teatro diverso, che includessero la comicità, l’arte circense, oltre alla grande musica, alle grandi produzioni cui il Festival ha ormai abituato».

La rassegna – realizzata dall’associazione Donne in arte con il supporto di Mic, Por Calabria Fesr Fse, Calabria Straordinaria, in collaborazione con Fondazione Carical, la Camera di commercio e i Comuni di Catanzaro, Montauro, Soverato, Tropea e Santa Caterina – prosegue infatti sabato prossimo, 4 novembre, con una produzione originale del Festival d’autunno, in prima nazionale, “Le metamorfosi di Apuleio”, portata in scena da Francesco Colella, uno tra i maggiori attori italiani del momento, catanzarese, che arriverà al Politeama fresco della partecipazione alla Festa del cinema di Roma, con ben due film, “Suspicious minds” e “Volare”, e  il  cortometraggio “Corpo unico”.

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