di Roberta Mazzuca – Si è svolta a Cosenza, presso Villa Rendano, la prima delle due serate finali di ModaMovie 2022, il festival che premia il talento dei giovani nella moda, nel cinema e nell’arte. Un Festival giunto alla sua 26esima edizione, grazie al duro lavoro da parte dell’associazione culturale “Creazione e Immagine” presieduta da Sante Orrico, che da tempo si occupa di focalizzare l’attenzione sulla promozione dei giovani, sostenendo l’innovazione dei processi creativi e produttivi, la formazione, gli approcci multidisciplinari e la sinergia tra i diversi attori della scena. Un lavoro così importante da meritarsi un prestigioso riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica Italiana che, dal 2007 al 2013, ha apprezzato il valore formativo del progetto insignendolo di una medaglia speciale.
Un lavoro, dunque, che dura un anno intero, crea connessioni importanti, dando ai giovani la possibilità di venire a contatto con grandi professionisti del settore, riuscendo poi a diventare, per molti, trampolino di lancio di prestigiose e rispettate carriere. Un lavoro che si conclude, per l’appunto, con le serate finali del progetto, così come avvenuto nella Serata Cinema tenutasi nel bellissimo giardino di Villa Rendano, alla presenza di personalità importanti quali la deputata Anna Laura Orrico e il direttore di RAI Calabria Massimo Fedele.
40 in totale i corti presentati, di cui la giuria, composta da Luca Bandirali, critico e docente di cinema all’Università di Salerno, Laura Caparrotti, regista, attrice di teatro e organizzatrice eventi, Loredana Ciliberto, responsabile sezione cinema ModaMovie, Lucia Grillo, regista e attrice cinematografica, Gianfranco Confessore, esperto di intelligenza artificiale e supervisore agli effetti visivi, ed Ernesto Orrico, dell’Associazione “Creazione e Immagine”, ha selezionato i migliori 15 a contendersi il podio. Si tratta di “Gassa d’Amante” di Riccardo Albergo e Nicola Jannace (Milano); “Adam” di Andrea Barone (Giuliano in Campania, NA); “Sauvage” di Giacomo Bordonali (Pavia); “Margherita” di Alessandro Cologna (Settimo Torinese, TO); “Helleborus” di Luciano Corrado (Portici, NA); “Il chiodo di Martino” di Matteo Corsi (Vernio, PO); “Metamorfosi” di Federica Duma (Legnano, MI); “La redenzione del dio dei fiori” di Gu Junhan e Yu Fangyuan (Cuneo); “Beyonda” di Samir Kharrat (Catania); “Stelo” di Emanuele Labria (Magenta, MI); “Red Blossom” di Samantha Muratore (San Biagio della Cima, IM); “Spazio” di Micol Naretti (Torino); “Mimì, il monachello” di Serena Porta (Molfetta, BA); “The Butterfly” di Davide Sabatini e Ibrahim Loay (Cuneo); e “Yugen” di Federica Suraci (Rende, CS).
RINASCITA, FRAGILITÀ E BELLEZZA NELLA TRADIZIONE GIAPPONESE DELL’HANAMI
Tema principale della serata e dell’intero concorso quello della bellezza, della rinascita, ma anche della fragilità, simboleggiati dalla fioritura. Una rinascita che si manifesta in un “nuovo venire alla luce”, partendo dalla consapevolezza che quella “normalità” a cui per tanto tempo è stato necessario rinunciare, possa tornare a essere non solo preziosa, ma indispensabile, oggetto di attenzione, protezione e cura. Un tema, dunque, che ora più che mai si lega al periodo storico che attraversa le nostre esistenze, e che si prefissa di immaginare un nuovo futuro, un futuro post-pandemico, in cui nuove formule di vita e di cultura mettano in primo piano anche i temi della sostenibilità ambientale e dell’acquisizione di maggiore consapevolezza sulle conseguenze dei comportamenti umani sull’equilibrio eco-sistemico.
Rinascita, fioritura, cura, rigenerazione, luce, eco-sostenibilità, bellezza, leggerezza, rinnovamento. Queste, dunque, alcune delle parole-chiave su cui aspiranti stilisti e registi hanno costruito i loro prodotti, insieme all’hanami, termine derivante dalla cultura giapponese. Letteralmente significa “guardare i fiori” e si riferisce, in particolare, alla tradizione del contemplare la bellezza della fioritura primaverile degli alberi, più precisamente gli alberi di ciliegio. Un’usanza che ha varcato i confini del Giappone e che si celebra, ad esempio, anche in Italia, presso il Parco Centrale del Lago dell’EUR a Roma.
UN PODIO TUTTO AL FEMMINILE: YUGEN, MIMÌ IL MONACHELLO E METAMORFOSI
Tra i corti designati a contendersi il podio, sono quelli di tre donne ad aggiudicarsi la vittoria e ricevere le ambite premiazioni nel corso della serata a loro dedicata. Al terzo posto ”Yugen” di Federica Suraci. Il titolo del corto fa riferimento proprio alla parola “yugen”, termine giapponese che indica il fascino dell’impenetrabilità, di ciò che non si può comprendere fino in fondo ma, ugualmente, genera fascino ed emozione. Nell’opera realizzata da Federica, dunque, i concetti di “contemplazione” e “rinascita” si delineano attraverso una ricca trama di metafore e simbolismi derivanti principalmente dalla cultura orientale. Tali suggestioni si snodano attraverso una video-performance che riprende la solennità e i movimenti principali della cerimonia del tè giapponese. Una cerimonia, però, rielaborata nella misura in cui, con la medesima strumentazione, non viene preparata la bevanda, bensì un rituale catartico e liberatorio, durante il quale avviene la messa a dimora di un seme sfruttando i quattro elementi naturali: fuoco, terra, acqua e aria. “Abbiamo cercato di sperimentare questo ciclo che compie l’albero attraverso altri riferimenti orientali”, – afferma Federica dal palco – “abbiamo toccato tantissimi punti come, ad esempio, i riti sciamanici, per tornare poi al concetto di ecosostenibilità. Il messaggio che ho voluto mandare è questo: è necessario ripartorirsi più volte nella vita, perché ogni età, ogni rinascita, ogni caduta, ha la sua bellezza e la sua dignità”. A premiarla, dopo la visione del corto, Francesco Turco, presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Cosenza.
Ad aggiudicarsi il secondo posto il seducente corto “Mimì, il monachello” di Serena Porta, ambientato nel 1943. Protagonista il figlio quindicenne di Margherita che torna a piedi nella sua Puglia, dopo che l’abbazia nella quale studia per diventare monaco domenicano è stata bombardata dai tedeschi. Suo padre Ciccillo, insegnante e ufficiale in congedo, crede fermamente che, finita la guerra, Mimì possa riprendere i suoi studi e il suo percorso spirituale. Ma, con il trascorrere del tempo, quella tunica che Mimì, a causa delle ristrettezze economiche legate alla guerra, è costretto ad indossare, diviene per il ragazzo sempre più corta e stretta. L’incontro con Marta, una ragazza avvenente del suo paese, spingerà definitivamente Mimì verso la consapevolezza e la libertà. Il corto, la cui visione è risultata estremamente accattivante e quasi seducente, ha partecipato, nel 2020, al festival “Popoli e Religioni – Umbria International Film Festival” e al festival del “Cinema Europeo” di Lecce; nel 2019, poi, al “Cervignano Film Festival” e al “Festival de Cinema de Alter do Chao Curtas Internacionais” in Brasile. “Mimì è una storia di famiglia, che si conclude con una scelta felice per Mimì, un po’ meno felice per Marta”, – spiega l’autrice. “Il mio corto è un auspicio, l’auspicio di poter fare, come donne, scelte felici nel futuro”.
È, però, “Metamorfosi” di Federica Duma ad aggiudicarsi il primo premio, consegnatole dal direttore di Rai Calabria Massimo Fedele insieme a Sante Orrico, e che, oltre alla ricompensa in denaro, assicurerà alla vincitrice uno stage presso la Digital Production TV. Nel corto, scritto e diretto da Federica Duma con la partecipazione di Ilaria Tramonti, attrice presente nel video, viene rappresentato il cambiamento di natura femminile interiore e fisico, dalla perdita dell’innocenza alla consapevolezza di entrare a far parte dell’età adulta. Il mutare dell’aspetto fisico e il rifiorire di un nuovo corpo femminile colmo delle sue caratteristiche e peculiarità causano una vera e propria Rinascita. L’intento, nelle parole dell’autrice, è quello di “trasmettere le sensazioni che può suscitare un cambiamento simile”. “Ho voluto parlare di questo argomento”– afferma – “perché rappresenta una serie di sensazioni inconsce rispetto a un tema di cui si parla poco ai giovani, ossia diventare adulti”. Un senso di nostalgia e confusione muta, che genera sempre più consapevolezza e accettazione del proprio essere nonostante le fragilità. Un progetto, in sintesi, che evidenzia e associa la fragilità umana come potenziale per l’accettazione, la cura e il benessere verso se stessi.
Un corto particolare, che utilizza in modo straordinario la fotografia per raccontare storie di estrema quotidianità, trasportando lo spettatore in una dimensione altra, capace di investire il quotidiano di un significato eccezionale e inconsueto. “Sicuramente sono molto legata al cinema” – spiega ancora l’autrice dal palco – “e mi faccio influenzare dal cinema e dalle favole. Credo proprio che la cosa fondamentale sia farci influenzare da tutto ciò che ci circonda, ad esempio anche la moda”. “Faccio uno studio approfondito della fotografia, dei colori, tutta una serie di approfondimenti inerenti al mondo pop. Perciò identifico la mia fotografia come pop surrealista”. Federica Duma nasce, infatti, come fotografa, per poi approfondire il cinema e sviluppare nuove capacità nel trasmettere e comunicare anche attraverso il video.
PREMIO CINEMA, SPECIAL GUEST E MODA MOVIE FOR KIDS
Non solo giovani registi, ma anche personalità ormai affermate e note quelle che hanno raggiunto il palco di ModaMovie 2022. Di particolare rilievo il Premio Cinema, assegnato negli anni a personalità di spicco quali Dario Argento, le costumiste Flora Brancatella e Daniela Ciancio, i produttori Sergio Giussani e Fulvio Lucisano, gli scenografi Osvaldo Desideri e Giuliano Pannuti, i compositori Stelvio Cipriani e Paolo Vivaldi, i registi Fabio Mollo, Italo Moscati e Angelo Longoni, gli attori Fabrizio Ferracane e Yassmin Pucci. Quest’anno ad accaparrarsi l’ambito riconoscimento Luca Lucini, la cui notorietà arriva con il suo primo lungometraggio nel 2004, “Tre metri sopra il cielo”, per proseguire con produzioni di altrettanto successo. “Penso che il nostro sia un lavoro di squdra” – afferma sul palco rivolgendosi ai giovani talenti. “Quello che ha permesso a me di fare cinema è stato iniziare a sperimentare insieme ai miei amici. Creare un gruppo di persone che condividono la nostra passione aiuta molto, soprattutto all’inizio, ed è un consiglio che mi sento di dare a tutti i giovani”. Di recente produzione anche la serie tv “Made in Italy” sulla rivoluzione che negli anni ‘70 ha reso la moda italiana un riferimento per tutto il mondo, e che ben si lega al tema e alle produzioni di ModaMovie 2022: “Quando abbiamo cominciato a lavorare a questa serie è stato importante scoprire come sia avvenuto un momento in cui questi folli hanno creato una vera e propria rivoluzione, mentre dall’altra parte c’era una rivoluzione del tutto diversa, fatta di bombe e guerra. La loro è stata una rivoluzione culturale e artistica, che oggi si chiama “Made in Italy” – conclude Lucini.
Consegnato, ancora, il Premio Special Award Comunicazione e Turismo a Francesca Russo, professionista nella comunicazione e nel turismo, che si è particolarmente distinta nella valorizzazione del Sud e della Calabria. Autrice e conduttrice televisiva, da dieci anni racconta e promuove la Calabria e le sue bellezze attraverso programmi di successo su alcune emittenti regionali. Volto femminile di “Esperia TV” con il programma “Le avventure di Athena” porta gli spettatori alla scoperta di una Calabria inesplorata tra realtà naturali e imprenditoriali virtuose. A premiarla Katia Gentile, presidente della VI Commissione della Regione Calabria: “È davvero un piacere ricevere questo premio” – ringrazia Francesca Russo – perché sono veramente orgogliosa di essere calabrese e di essere rimasta in Calabria. Questa è una terra straordinaria che ha bisogno soprattutto dei giovani. Perciò, questo premio rappresenta per me una missione, quella di far sì che la Calabria sia raccontata dai giovani, che hanno un linguaggio nuovo e ci mettono sempre del proprio”. Un premio che l’ideatore di ModaMovie, Sante Orrico, ha voluto istituire quest’anno per valorizzare azioni di comunicazione mirate e professionali e che, nella sua conformazione, presenta due “M”, ad indicare il mare e i monti calabresi.
Special guest della serata Marina Crialesi, uno dei volti noti delle fiction televisive grazie alla presenza nei cast di “Lea – Un nuovo giorno”, “Zero Zero Zero”, “I bastardi di Pizzofalcone”, ma soprattutto “Un posto al sole” nel ruolo di Beatrice Lucenti: “Lavorare a “Un posto al sole” – afferma l’attrice – è stata una grandissima palestra, sono stata molto fortunata perché mi ha insegnato tanto, i ritmi della soap opera sono davvero tosti, e insegnano a lavorare meglio per altre produzioni. Mantenere una verità con dei tempi accelerati come quelli non è semplice. Devo tutto a Napoli e devo tutto a “Un posto al sole”. Un’attrice versatile che non disdegna teatro e cinema e che difende con orgoglio le proprie origini calabresi: “Voglio ringraziare la mia terra, è sempre un onore e una grande gioia tornare a casa ed essere riconosciuti a casa propria” – conclude, rivolgendo poi delle parole d’amore a suo marito Nicolò Zenga, presente anch’egli alla manifestazione.
Un momento divertente, poi, quello dedicato ai bambini, con la sfilata di coloro hanno partecipato al laboratorio “La stoffa dell’artista – MM for Kids”. Gli abiti pensati dai bambini sono stati realizzati da Giandomenico Aiello con i tessuti offerti dall’azienda SILKOMO di Lurate (Como), e di cui i proventi saranno devoluti all’Asit (Associazione Sud Italia Trapiantati). Un momento di pura allegria quello della sfilata dei bimbi che, con l’ingenuità e lo stupore tipico dell’infanzia, hanno saputo ricondurre i più adulti nella bellezza e nella semplicità del mondo dei più piccoli.
ANGELO CESSELON E IL VALORE STORICO DEL MANIFESTO CINEMATOGRAFICO
A concludere la serata la proiezione di un video dedicato ad Angelo Cesselon, dei cui poster è stata anche inaugurata una mostra, e di cui parla la figlia Alessandra: “Mio padre lavorava dieci ore al giorno, era un uomo che non si risparmiava. Arrivato a Roma da un paesino di Venezia, da subito entra nel fantastico mondo del cinema. Il manifesto cinematografico, a quei tempi, rappresentava l’unico modo per pubblicizzare un film, ed ha per questo un valore storico inestimabile. Angelo Cesselon è un valore storico per l’Italia intera, e credo sia un’eccellenza che va ripresa e sottolineata. Dobbiamo raccontare la storia di queste persone, pittori, artisti, e dell’arte cinematografica”.
Il concorso si concluderà questa sera con la Serata Moda al cine-teatro “Garden” di Rende.