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“Kalavria”, un viaggio intimo e nomade nella Calabria Sud del mondo

“Il film documentario è un viaggio intimo e nomade, costellato dalle visioni del protagonista, che si materializzano nell’umanità variegata e speciale che incontrerà durante il suo cammino permettendogli di entrare in contatto con la storia e con il mito”. Così Cristina Mantis parla di Kalavria, il suo film documentario che racconta il viaggio di un novello Ulisse (Ivan Franek) nella Regione Calabria ovvero di un uomo smarrito che alla fine ritrova se stesso in uno di quei pochi luoghi dove e’ ancora possibile farlo: il Sud del mondo.

Franek approdato in Calabria, perso nelle sue allucinazioni, si ritrova a vivere i luoghi vissuti da Ulisse, prima del suo ritorno ad Itaca. Ma non è il solo.

Nella terra dei Feaci, la maga Circe (Agnese Ricchi) si aggira in un anfiteatro vuoto. Ulisse incrocia poi personaggi singolari come Pitagora (Domenico Pantano), il musicista greco (Alexandros Hahalis) che vuole riunire le terre calabre della Magna Grecia con la madrepatria, Peppina, la donna dei gabbiani e, in un accampamento di migranti, un griot dalla voce celestiale (Badarat Sat).

Il film conta anche sulla partecipazione del cantante Badara Seck, le attrici Agnese Ricchi, (la Maga Circe) e Cristina Golotta (Leucotea) e l’attore e direttore artistico del CTM Domenico Pantano.

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