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Il sindaco Limardo: “Nessuno sfratto per il Sistema bibliotecario vibonese”

“Il Comune di non ha mai avviato procedure di ‘sfratto’ del Sistema bibliotecario vibonese, come impropriamente veicolato da più parti. Quello adottato dalla dirigente era un atto dovuto e mirato a ristabilire il corretto uso di una porzione di palazzo Santa Chiara che, nell’originaria convenzione stipulata tra le parti, era destinata ad uso comune tra l’ente e il Sistema bibliotecario”.

Lo afferma, in una nota, il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo. “In questi giorni – aggiunge il primo cittadino – stiamo assistendo nuovamente ad una discussione attorno al destino del Sistema bibliotecario vibonese. Una discussione che però, in troppi interventi, è animata da mero spirito populistico con l’intento di vestire di responsabilità politiche il pessimo stato in cui si trova il Sistema bibliotecario vibonese. Responsabilità che, tra l’altro, si cerca da più parti di addebitare principalmente a questa amministrazione comunale, specie da chi cerca di allontanarle dalla sua persona, quando invece le vere cause dello stato terminale del Sistema sono di altro tipo ed andrebbero quindi ricercate altrove, come ormai ben sanno in molti anche se fanno finta di ignorarlo. Su quest’ultimo aspetto è in corso un’indagine della magistratura dall’esito della quale si comprenderà bene come e da chi è stato gestito il Sistema bibliotecario e perché si è arrivati a questo stato di cose. Ad ogni modo, ciò che preme a questa Amministrazione comunale è preservare il patrimonio materiale e immateriale che questa istituzione rappresenta per la città di Vibo Valentia e per l’intera provincia. Per fare questo serve pragmatismo, non populismo. Servono idee concrete e realizzabili, non stravaganti ipotesi campate in aria col solo scopo di accarezzare il lato debole di un elettorato particolarmente sensibile al tema. “La Regione, nei giorni scorsi – dice ancora il sindaco Limardo si è espressa in maniera estremamente chiara, spiegando perché non è possibile, ad oggi, alcun intervento straordinario. Troppa è la confusione che regna sul piano amministrativo e troppi ancora i documenti la cui mancata approvazione non può consentire un riordino della situazione contabile. In un siffatto contesto, qualunque iniziativa popolare anche apprezzabile, come le petizioni o le raccolte di firme, lascia il tempo che trova ed è utile soltanto a confermare, ma non ce n’era bisogno, che il Sistema bibliotecario rappresenta un patrimonio importante per tutti i vibonesi. Siccome tale è anche per me e per l’Amministrazione comunale si sta provvedendo, come già deciso la scorsa settimana, ad adottare una delibera di giunta con la quale concedere l’uso gratuito dei locali per un periodo di tempo sufficiente a risolvere le problematiche dibattute e comunque non superiore ad un anno. Si sta inoltre valutando se vi sia la possibilità per il Comune di farsi carico anche delle utenze nel dato periodo temporale. Questo è un segnale concreto, fattivo, della volontà dell’Amministrazione comunale di voler battere tutte le strade possibili per individuare la via d’uscita ad una situazione che, comunque, a nostro giudizio, non sarà risolvibile per le vie ordinarie, per come del resto confermato all’esito della riunione dei rappresentanti istituzionali del territorio avvenuta nelle scorse settimane. Perché nello stato in cui si trova, il Sistema bibliotecario non troverà alcun partner istituzionale disposto a garantirne economicamente la sussistenza. E l’esempio della Regione è eloquente. Ecco perché è necessario procedere nella direzione da noi già indicata, ed in qualche modo auspicata anche dal consigliere regionale Lo Schiavo, secondo la quale diventa imprescindibile pensare ad una nuova forma giuridica per il Sistema bibliotecario. Quanto, infine, alla Regione, a questo punto è bene rammentare come sia stata l’amministrazione regionale di centrosinistra, a guida Loiero, a definanziare, nel lontano 2008, la legge regionale che garantiva uno stanziamento annuo di 50 mila euro alle biblioteche pubbliche della Calabria. Questo per rinfrescare la memoria di quanti gridano oggi allo scandalo politico, ignorando, volontariamente o meno, e la cosa è in egual misura grave, da dove abbia origine uno dei tanti problemi oggi oggetto di dibattito”.

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