di Simone Carullo – I tagli alla Sanità del governo Meloni stanno alimentando un acceso dibattito pubblico. Per approfondire la questione la nota emittente “Radio Capital”, nel corso del programma “TG Zero”, ha intervistato il professore reggino Carmelo Caserta, per tutti Lino, Primario al Policlinico “Madonna della Consolazione” e Presidente dell’Associazione Calabrese di Epatologia con cui gestisce il Centro di Medicina Solidale di Pellaro, che offre cure gratuite alle persone in difficoltà.
È un’intervista accorata e ricca di spunti, in cui più di tutto è emersa la passione civica che da tanti anni anima l’attività del prof. Caserta sul territorio reggino. Il primo argomento toccato dalla coppia di conduttori di Radio Capital, Buffoni e Cacciola, riguarda il sempre crescente fenomeno della rinuncia alle cure da parte degli italiani. “Un problema vecchio”, secondo Caserta, che con l’accentuarsi della crisi e l’aumento dell’inflazione tende ad essere sempre più evidente. Vari osservatori concordano sul dato: circa il 20% degli italiani non riesce a curarsi. Il tema riguarda anche i bambini. Rinunciare alla salute ha gravi ricadute sull’istruzione – continua – perché quei bambini ai quali si è rinunciato a correggere un difetto della vista, dell’udito o di malocclusione, accumuleranno uno svantaggio culturale che poi inciderà in maniera determinante sulla loro capacità di costruire un “merito””.
La rinuncia alle cure denota, sempre secondo Caserta, non soltanto il disagio economico di una grande fetta della popolazione, ma anche una “sfiducia generalizzata nei confronti del nostro Sistema Sanitario”.
“Abbiamo perso di vista il “senso autentico” del Servizio Sanitario Nazionale – afferma – che non può ridursi ad effettuare esami diagnostici, ma si propone di costruire “Benessere”. Benessere a 360°: fisico, psichico, ambientale, un benessere fatto anche di relazioni sociali, che si preoccupa dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, del cibo che mangiamo e di ciò che produciamo. Sono questi i principi sui quali si fonda la Legge che ha istituito il SSN”.
“Non si può governare la Sanità adottando semplici criteri aziendali come se fosse una bottega. Se ci dimentichiamo la passione politica da cui origina, se dimentichiamo com’è nato e quali sono i suoi principi fondanti, questo Sistema è destinato a morire!”
È il monito lanciato dal prof. Caserta che, anche attraverso la coraggiosa attività del Centro di Medicina Equo Solidale (A.C.E.) di Pellaro, tenta, insieme a poche altre realtà, di costruire un argine al deliberato attacco al Diritto alla Salute.
Per Caserta la crisi del Sistema Sanitario non è una questione di risorse: “Si potrebbe fare molto di più con meno del 2% del PIL che nel 2025 andremo a destinare alla Sanità – spiega – è una questione di “visione politica”. Bisogna superare la prospettiva aziendalista e iniziare a prendere decisioni coraggiose. Ad esempio dovremmo smetterla di inseguire questa tecnologia che è sempre più costosa, consolidare quello che abbiamo e tornare a fare delle serie politiche di prevenzione. Ma far ciò comporterebbe molte cose, comporterebbe ad esempio spezzare alcune relazioni economiche e politiche che imperversano in questo settore. Bisognerebbe smettere di delegare agli amministratori – conclude – e sedersi tutti quanti, pazienti, operatori e politici, al tavolo delle decisioni. Solo così potremo tornare a costruire un futuro di benessere per i nostri ragazzi!”
Sono queste le ricette di Lino Caserta per scongiurare il pericolo di un collasso della Sanità Pubblica ed un definitivo trasferimento della tutela della salute dal pubblico al privato. Una prospettiva che si direbbe ormai in atto, come tra l’altro scrive Gherardo Colombo nel suo “Anti Costituzione – come abbiamo riscritto (in peggio) i principi della nostra società”.