Gli 89 migranti, tra cui una quarantina di minori e otto bambini in tenera età, salvati dalla nave Rise Above e sbarcati in mattinata a Reggio Calabria, sono scesi a terra perché l’intervento dell’imbarcazione della Ong tedesca Mission Lifeline è considerato un evento Sar a differenza della situazione delle altre due navi Geo Barents e Humanity one ferme a Catania. E’ quanto si è potuto apprendere a Reggio Calabria dalle autorità presenti all’atto dello sbarco dei naufraghi. L’acronimo Sar deriva dal termine inglese search and rescue e indica un insieme di operazioni di salvataggio, in questo caso navali, mirate alla salvaguardia della vita umana in particolari situazioni di pericolo.
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Nella prima fase dello sbarco di Reggio Calabria, l’equipaggio della “Rise Above” non è stato fatto scendere dalla nave in attesa che lo stesso fosse identificato dalle forze dell’ordine. Fonti delle forze dell’ordine, infatti, fanno sapere che occorreva verificare se, tra i marittimi a bordo dell’imbarcazione gestita dalla ong “Mission Lifelive”, ci fossero persone non comunitarie per le quali ci potevano essere delle restrizioni. Eseguito l’accertamento e verificato che tutti i componenti sono comunitari, gli stessi hanno avuto la possibilità di scendere sulla banchina.