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Tribunale del Riesame annulla l’arresto, parla il sindaco Manna: “Impensabile che si vada in carcere senza riscontri. Smentiti in radice elementi portati dalla Procura”

Abbiamo “smentito in radice” gli “elementi portati dalla procura”; elementi che “poggiavano sul “non poteva non sapere”. Ma se ci fosse stata una “valutazione più ferrea” dei fatti, non si sarebbe giunti alla “richiesta di custodia cautelare”, perché “non è pensabile che si vada in carcere senza riscontri”. Ora, però, “auspico l’archiviazione”. Così all’AdnKronos Marcello Manna, sindaco di Rende (Cosenza), dopo che il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza con la quale l’1 settembre scorso era stato posto ai domiciliari perché coinvolto nell’inchiesta ‘Reset’, coordinata dalla Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Manna, arrestato in un maxi-blitz insieme ad altre 189 persone, è accusato di scambio elettorale politico-mafioso per aver ricevuto, questa l’ipotesi dei magistrati, l’appoggio delle cosche cosentine in occasione delle elezioni comunali che si sono svolte a Rende nel 2019.

“Noi – esordisce Manna – ci siamo confrontati con tutti gli elementi che aveva portato la pubblica accusa. Abbiamo prodotto una serie di documenti che smentiscono in radice ogni possibile accordo o semplice promessa di qualcosa che non poteva essere promesso rispetto a ciò che dice l’indagine, e anche insieme con numerose testimonianze fatte attraverso indagini difensive abbiamo affrontato in modo specifico tutti quelli che erano gli elementi portati dalla procura, che per la verità poggiavano su un ragionamento solo deduttivo, cioè sul fatto che il sindaco ‘non poteva non sapere’. E ritengo che questo sia stato valutato dal Tribunale del Riesame. Ovviamente dobbiamo aspettare le motivazioni. Noi abbiamo lavorato esclusivamente sulla mancanza di gravità indiziaria, non abbiamo fatto nessuna richiesta relativamente alle esigenze cautelari”.

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