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Morte di Denis Bergamini: parte il processo d’appello. In aula anche Selvaggia Lucarelli, che annuncia il suo podcast: “Internò è innocente, Bergamini si è suicidato”

La prima udienza davanti alla Corte d’assise d’appello di Catanzaro per l’omicidio del calciatore Donato “Denis” Bergamini, avvenuto il 18 novembre 1989 lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico, è stata segnata dalla presentazione di eccezioni preliminari da parte della difesa.

Unica imputata, Isabella Internò, ex fidanzata del calciatore, era già stata condannata in primo grado a 16 anni di reclusione dalla Corte d’assise di Cosenza. Difesa dagli avvocati Angelo Pugliese e Cataldo Intrieri, Internò è accusata di omicidio volontario premeditato in concorso con ignoti.

In aula era presente anche Donata Bergamini, sorella della vittima, che ha sempre contestato la tesi del suicidio sostenuta da Internò. Con l’assistenza dell’avvocato Fabio Anselmo e del team di parte civile, Donata Bergamini riuscì a ottenere la riapertura dell’inchiesta, sfociata poi nel processo.

Secondo l’accusa, Bergamini fu soffocato e poi il corpo posizionato lungo la statale, dove venne travolto da un camion, contrariamente alla versione del suicidio sostenuta per anni da Internò.

L’udienza ha visto anche la presenza della giornalista Selvaggia Lucarelli, che nei giorni scorsi ha annunciato un podcast, dal titolo “Tu non puoi capire – Perché Isabella Internò è innocente”, in uscita il 18 novembre, data della tragica morte del calciatore, con l’obiettivo di ricostruire la vicenda «spoglia di suggestioni, dicerie di paese, interpretazioni illogiche dei fatti».

Proprio Selvaggia Lucarelli, in un’intervista al Corriere della Sera, ribadisce la sua convinzione sull’omicidio-suicidio di Denis Bergamini: «Denis Bergamini si è suicidato e Isabella Internò è innocente, questo caso è più surreale di Garlasco».

Secondo la giornalista, la condanna di Internò a sedici anni di carcere poggia su prove fragili, tra cui quella della glicoforina, «che non fornisce dati di univoca interpretazione». Lucarelli sottolinea come molte dichiarazioni processuali siano state considerate decisive senza adeguata verifica, citando ad esempio una frase riportata nella sentenza di primo grado come prova di un movente passionale: «Il movente passionale non è suffragato da alcuna prova».

Il podcast, realizzato con il giornalista Marco Cribari, ospiterà anche la testimonianza diretta di Isabella Internò. Nell’intervista al Corriere, la giornalista difende inoltre Cribari dalle critiche della famiglia Bergamini, ricordando che il suo impegno sull’innocenza di Internò risale a prima della sua amicizia con il consulente Tiesi.

«La famiglia Bergamini deve augurarsi solo la verità, come tutti. E non è quella della sentenza di primo grado» sostiene Lucarelli.

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