“Sarebbe stato per primo proprio lui, don Gino, a volere che questo momento fosse vissuto non tanto come celebrazione delle sue opere, ma come incontro con Dio Padre”, come un’occasione per evangelizzare. Così monsignor Serafino Parisi, nella sua omelia durante i funerali del Vescovo emerito della Diocesi lametina, monsignor Luigi Antonio Cantafora, un uomo di Chiesa che, come sottolineato dallo stesso Pastore di Lamezia Terme “sapeva guardare oltre”, fidandosi “della parola di Dio: ha scommesso sulla Provvidenza – ha aggiunto monsignor Parisi – e alla fine ha vinto perché ha vinto la Provvidenza”. Un uomo, un sacerdote e un vescovo che ha sempre lavorato, con la testardaggine del pastore perché appassionato del Vangelo.
Domenica, in una piazza Duomo a Crotone piena di fedeli, insieme alla rappresentanza del Clero di Crotone, c’erano anche molti sacerdoti lametini, per lo più giovani, che non hanno voluto far mancare il loro ultimo saluto a chi li ha seguiti con amore paterno durante il loro cammino sacerdotale. In questi anni in cui, dopo aver dato le dimissioni da Vescovo per sopraggiunti limiti di età, monsignor Cantafora era ritornato nella sua Diocesi di origine, Crotone, fedeli e sacerdoti lametini non gli hanno mai fatto mancare vicinanza ed affetto, specie durante la sua malattia.
“Don Gino – ha aggiunto monsignor Parisi – aveva un difetto cui vanno ricondotte alcune ‘aperture eccessive’: aveva il cuore troppo grande ed ha amato profondamente la sua Chiesa e la sua gente, senza risparmiarsi mai. Il suo servizio è stato lungimirante e profetico, là dove profezia non deve essere intesa come previsione del futuro, ma come lettura profonda del presente e servizio alla storia che lui ha svolto con lo slancio appassionato del Pastore”.
Il Vescovo di Lamezia Terme, ricostruendo le fasi della vita di “don Gino”, ha poi ricordato l’incontro di monsignor Cantafora “con il cammino neocatecumenale che – ha detto – ha caratterizzato tutta la sua vita, perché ha ritenuto onestamente e sinceramente che attraverso questa forma di evangelizzazione, di incontro, si potessero avvicinare tante persone, e in particolare i lontani e i giovani. La sua grande ‘preoccupazione’ era costituita appunto dai giovani. Diceva, più volte, che forse la più alta forma di povertà era legata alla poca cura dei giovani e per questo si è dato molto da fare. Parole che restano come un testamento spirituale da custodire”.
Ripercorrendo le letture della liturgia della parola della domenica, monsignor Parisi ha riletto l’esperienza di fede di Abramo come quella dell’uomo che ha sempre creduto in un Dio provvidente. E così è stato pure per monsignor Cantafora. Ha poi tratteggiato, sulla base della seconda lettura, le gioie e le sofferenze – soprattutto quelle gratuite – che non hanno condizionato il suo servizio alla Parola di Dio e al Kerygma, poiché aveva imparato ad associarle al mistero di Cristo, quali parti della missione stessa della Chiesa. E poi il Vangelo di Marta e Maria come impegno di ascolto contemplativo da integrare con la passione missionaria e lo slancio del servizio.
Non sono mancati riferimenti personali di monsignor Parisi circa le visioni pastorali articolate nel presbiterio crotonese, vissute in contrapposizione, in modo appassionato e acceso, ma sempre con lealtà e spirito costruttivo.
“Ringraziamo il Signore – ha concluso il Vescovo di Lamezia – per aver fatto attraversare le strade della nostra terra a una persona che, con fatica, ha inciso il terreno e vi ha seminato speranza. E noi oggi celebriamo il suo incontro con Dio: in piedi, con la veste bianca dei risorti, davanti al trono dell’Agnello”.
Il rito funebre, in piazza Duomo a Crotone, è stato presieduto dal vescovo di Crotone, monsignor Alberto Torriani, alla presenza, tra gli altri, di: monsignor Antonio Staglianò, rettore della Basilica di Santa Maria in Montesanto e presidente della Pontificia Accademia Teologica; monsignor Fortunato Morrone, presidente della Cec e arcivescovo di Reggio Calabria; monsignor Leonardo Bonanno, vescovo emerito di San Marco Argentano-Scalea; monsignor Giancarlo Maria Bregantini, vescovo emerito di Campobasso; monsignor Vincenzo Calvosa, vescovo di Valle della Lucania.
A portate l’ultimo saluto a monsignor Cantafora, insieme al prefetto di Crotone, Franca Ferraro, erano presenti, tra gli altri: il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce; il vicepresidente della Provincia di Crotone, Fabio Manica; il sindaco di Lamezia Terme, Mario Murone; il vicesindaco di Conflenti, Federico Gallo; il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso.