Strasburgo – L’Unione Europea ha destinato risorse significative agli Stati membri, inclusa l’Italia, attraverso il Recovery and Resilience Facility (RRF), per stimolare la modernizzazione del Paese e ridurre le disparità regionali. “L’obiettivo è promuovere investimenti in infrastrutture e coesione sociale, contribuendo a una ripresa economica duratura. Tuttavia, a metà percorso, bisogna essere pronti a valutare soluzioni alternative, per il completamento degli obiettivi, con l’avvicinarsi della scadenza del 2026.
Denis Nesci, membro della Commissione Econ del Parlamento Europeo, ha sollevato un punto cruciale, chiedendo se sia possibile trasferire alcuni progetti non completati entro i termini del RRF alla politica di coesione. Questa opzione, secondo Nesci, potrebbe rappresentare la continuità degli investimenti e consentire il proseguimento di interventi strategici in settori chiave come la modernizzazione dei territori e la riduzione delle disuguaglianze, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo.
Il Vice Presidente esecutivo, Raffaele Fitto, ha definito il tema un’importante possibilità che ogni Stato membro dovrà valutare nell’ambito dello spostamento degli stessi progetti. Ha però ribadito con fermezza che ogni trasferimento dovrà evitare in modo categorico il rischio di doppio finanziamento, elemento da considerare con la massima attenzione. Fitto ha infine ricordato che, ai sensi dell’articolo 21 del regolamento, e quindi proponendo la revisione del Piano si possa proporre di spostare alcuni progetti nell’ ambito della politica di coesione, la quale prevede tempi di attuazione più flessibili.
La discussione, che proseguirà nei prossimi mesi” -conclude Nesci- “sottolinea la necessità di un dialogo continuo tra le istituzioni europee gli Stati membri e gli Enti Regionali per garantire il successo del Recovery and Resilience Facility e il raggiungimento degli obiettivi di crescita e coesione sociale per il futuro dell’Europa”. Un invito alle Istituzioni soprattutto a quelle del Sud come la Calabria che ha l’obbligo di sfruttare questa grande opportunità per accorciare il gap con le altre regioni periferiche d’Europa. Le infrastrutture fisiche, come le arterie di collegamento sia quelle interne che quelle principali, il completamento delle dighe come quella del Metramo e la diga del Menta, le infrastrutture digitali , su questo aspetto un passo importante è stato fatto ieri in Consiglio Regionale con l’approvazione della nuova società in House ReDigit Spa, che sarà uno strumento fondamentale per lo sviluppo dei servizi digitali. L’ottimo lavoro del Vice Presidente Filippo Pietropaolo sulla digitalizzazione della Regione Calabria, potrebbe proiettare la nostra terra a diventare un hub strategico per l’intera Italia, in quanto è in corso di valutazione la realizzazione di un HPC High Performance Computing, un’infrastruttura di elevatissima innovazione digitale che consentirà il potenziamento dell’infrastrutture tecnologiche di tutto il paese. Questo HPC situato in Calabria sarà interamente sostenibile e green perché alimentato da energie rinnovabile e raffreddato d’acqua. Sarà una struttura importante da destinare all’intelligenza artificiale utile per tutta la pubblica amministrazione del paese.