Una pattuglia di ragazze agguerrite, emblema di un Sud che ha voglia di riscattarsi. Natalia è la più giovane, ha da poco compiuto i 19 anni ed è la manager dello store. Francesca e Marica invece sono le più grandi, con i loro 33 anni. Entrambe sono estetiste. Come Serena, Ilaria e Cristina che il mestiere lo hanno imparato già da tempo e con successo. Hanno rispettivamente 21, 25 e 28 anni e tanta voglia di continuare a coltivare la propria passione. Loredana e Pia, entrambe di 22 anni, sono le new entry. Hanno il ruolo di apprendista e un desiderio di imporsi. La squadra, tutta al femminile, è capitanata da Caterina La Marca.
Caterina ha scritto un libro (Il Bello di me, editore Libritalia.net) in cui racconta come e perché ha deciso di rischiare e di aprire un negozio nella sua terra: “Sono orgogliosamente calabrese -spiega- e ho deciso di rimboccarmi le maniche per dimostrare che la meglio gioventù non conosce limiti geografici”. Caterina, che arriva da un paesino in provincia di Vibo Valentia, Monterosso Calabro, 1500 anime mal contate, è la quarta di quattro figli. Studia come estetista prima poi come imprenditrice per poi rischiare aprendo un negozio: “Non è stato facile -dice Caterina- ma se penso oggi alle giovani apprendiste che ho conosciuto durante il mio percorso, credo raramente di aver trovato uno spirito così intraprendente come il mio”.
Talmente intraprendente da decidere di mettersi in proprio: “Lavoravo -ricorda Caterina- come dipendente presso un Centro estetico di zona e sono state le mie clienti a suggerirmi che la mia idea di diventare imprenditrice poteva avere solide basi. Ho incominciato, a quel punto, a cercare il posto giusto dove aprire i battenti. Non avevo grosse pretese, giusto lo spazio per poter organizzare le mie cose. Un luogo accogliente, che offrisse comodità e senso di calore a chiunque. La scelta è caduta su un bel locale nel cuore di Vibo. Mi sono così trovata, ad appena 33 anni, imprenditrice. Con le conseguenze che questo ruolo comporta: dovevo prendere decisioni, scegliere, prendermi carico di un investimento che mi dava una nuova opportunità. Mille domande e incertezze frullavano nella mia testa. Ma sapevo che la risposta era unica: impegnarsi e ancora impegnarsi con sacrificio”.
In una Regione dove quatto giovani su dieci non riescono a trovare lavoro, Caterina ha sentito di dover ripagare in qualche modo la sua gente: “Scegliere il personale -sostiene- è stata la cosa più bella in questa avventura. Un’esigenza che non ho avvertito subito, ma che è giunta quando il lavoro ha incominciato a ingranare. Tutte le ragazze che ho selezionato hanno lasciato e continuano a lasciare in me qualcosa. Il mio sogno, oggi come ieri, è quello di dare un’opportunità a chi vive in una terra dove di opportunità ne arrivano poche. Francesca è stata la prima, ma poi sono arrivate tutte le altre. Rigorosamente giovani e donne. Siamo una squadra che si basa sulla volontà di lavorare bene e senza guardare l’orologio e di offrire ai nostri clienti la massima professionalità possibile. Ma siamo soprattutto una squadra che vuole dimostrare come certi stereotipi siamo parte di un passato che non vuole più ritornare. Al Sud, e nella mia Calabria, la Generazione Zeta vuole darsi da fare. E fare bene”.
Talmente bene che oggi Caterina, con il suo team, ha pronta una nuova sfida: “Sono convinta -dice ancora Caterina La Marca- che un sogno per poter diventare tale deve essere visto e posto come un obiettivo al quale si arriva tramite un piano. La meticolosità con la quale programmare il proprio futuro diventa importante nella realizzazione dei propri progetti. Questa è la mia filosofia che mi sta portando ora a crescere ulteriormente. Il mio desiderio adesso è quello di aprire un negozio più grande di quello attuale. Dispiace sentire ed ascoltare le esigenze e le frustrazioni che molte ragazze vivono e mi raccontano solo perché magari si sono fermate a fare quello che in realtà non volevano nella loro vita. Accontentarsi non è la vera strada per la felicità. E io e le mie ragazze di accontentarci non abbiamo alcuna voglia”.
(askanews.it)