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Melillo batte Gratteri: il Csm nomina nuovo procuratore nazionale antimafia

Nomina sfiorata per il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che nelle votazioni di oggi si è visto superato da Giovanni Melillo come nuovo procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo. La nomina dell’attuale procuratore di Napoli ha ottenuto la maggioranza di 13 voti con il plenum del Consiglio superiore della magistratura vincendo, così, su gli altri due candidati: il capo della procura di Catanzaro Nicola Gratteri (a cui sono andate 7 preferenze) e il procuratore aggiunto alla Direzione nazionale Antimafia Giovanni Russo (5 i voti espressi a suo favore). Melillo prende il posto di Federico Cafiero De Raho, in pensione da febbraio scorso.

A votare per Melillo sono stati i togati di Unicost e di Area, il presidente e il procuratore generale della Cassazione, Pietro Curzio e Giovanni Salvi, e i laici Benedetti, Donati e Cerabona. A favore di Gratteri, invece, hanno votato i togati ‘indipendenti’ Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo , e i tre componenti di Autonomia e Indipendenza, i laici Stefano Cavanna e Emanuele Basile (Lega) e Fulvio Gigliotti (M5s), relatore della proposta a favore del capo della procura di Catanzaro. Per Russo hanno votato invece l’intero gruppo di Magistratura Indipendente e il laico di Forza Italia Alessio Lanzi.

In magistratura dal 1985, Melillo ha iniziato la sua carriera come pretore presso la pretura di Barra e, in seguito, nel 1989, presso la pretura di Napoli. Dal 1991 al ’99 ha lavorato come pm a Napoli, mentre tra il ’99 e il 2001 è stato fuori ruolo presso la presidenza della Repubblica. Nel marzo 2001 è passato poi alla Dna come pm, mentre dal 2009 al 2014 ha svolto funzioni di procuratore aggiunto a Napoli. E ancora: dal 2014 al 2017 è stato fuori ruolo al ministero della Giustizia per svolgere l’incarico di capo di Gabinetto dell’allora Guardasigilli Andrea Orlando. Rientrato in magistratura, Melillo è stato per un periodo sostituto pg a Roma, prima di insediarsi, nell’agosto 2017, a Napoli come procuratore capo, incarico di vertice che ha ricoperto fino ad oggi.

Non tardano i primi commenti sulle votazioni appena avvenute, primo quello del togato indipendente Sebastiano Ardita, nel corso del dibattito in plenum, spiegando il suo voto favorevole alla nomina di Nicola Gratteri: “È come se la storia non ci avesse insegnato nulla. La tradizione del Csm è di essere un organo abituato a deludere le aspirazioni professionali dei magistrati particolarmente esposti nel contrasto alla criminalità organizzata, finendo per contribuire indirettamente al loro isolamento”. “L’esclusione di Gratteri – aveva sottolineato nel suo intervento Ardita – sarebbe non solo la bocciatura del suo impegno antimafia, ma un segnale devastante a tutto l’apparato istituzionale e al movimento culturale antimafia”.

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