Da qualche settimana l’attuale amministrazione comunale di Rende, ha diffuso la notizia della prossima apertura di un Centro per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nel proprio territorio.
Il centro dovrebbe accogliere bambini e ragazzi autistici fino ai 14 anni con l’obiettivo di erogare prestazioni socio-sanitarie per gli stessi. Mi verrebbe da chiedere: “Che c’azzecca il consigliere Luciano Bonanno con il centro per l’autismo?”.
Cercherò di spiegarvelo brevemente.
Partendo dal presupposto che notizie come questa non possono far altro che rendermi felice, visto il mio costante impegno nell’ambito del sociale; qualsiasi realtà pubblica o privata che si occupi di intervenire nell’ambito della disabilità e del sociale stesso, con professionalità e competenza, deve essere considerata una “buona” notizia, pertanto questioni del genere non possono e non devono avere colori politici.
Ma ritorniamo a noi….
Era il lontano 2012, sotto l’amministrazione dell’allora sindaco Avv.Vittorio Cavalcanti, quando il sottoscritto, spinto come sempre dalla voglia di fare politica nel senso nobile del termine, e cioè a servizio degli altri, si adoperava a coinvolgere diverse altre persone e professionisti del settore per fare cosa? Indovinate? Chiedere all’allora amministrazione comunale di Rende il supporto per l’apertura di centro per minori autistici.
Il sottoscritto lo ha formalmente presentato al protocollo del Comune di Rende in data 11 giugno 2012 (n.prot 22023).
Lo avevamo chiamato “Progetto per centro sull’autismo – ABAttiamo le barriere”. Stiamo parlando di più di 10 anni fa e ne erano a conoscenza tutte le forze politiche del territorio, proprio perché era uno dei punti programmatici che presentai alla cittadinanza rendese durante il mio intervento a Roges in campagna elettorale, aggiungendo inoltre che proprio l’attuale assessore al ramo, in virtù di ciò mi fece annunciare tale centro già nel 2019, appena eletto, in un convegno sull’autismo all’hotel Domus…chissà perché!
All’epoca avevo coinvolto professionisti come Angelo Principe, esponente di un emergente associazione culturale del territorio; Andrea Guido ed Elena Congestrì, entrambi psicologi che da ancor prima del 2012 si occupavano di autismo e che tuttora lo fanno, sviluppando tra le altre cose, diversi master nell’ambito di tale patologia ed essendo stati proprio loro a redigere il nostro progetto. Eravamo tutti più o meno trentenni e forse “troppo giovani” per essere presi in considerazione, ma per fortuna il tempo è galantuomo e la bontà del nostro progetto diventa lampante e motivo di maggiore attenzione in questi giorni.
Per dirla con termini popolari, quando l’attuale amministrazione comunale non era ancora nemmeno nella mente di nessuna divinità ultra terrena, noi avevamo già intuito e realmente progettato la realizzazione di un centro che oggi viene dagli stessi presentato come un’assoluta novità nel territorio….Peccato che c’avevamo già pensato noi più di dieci anni fa!!!
Peccato che le istituzioni non ci abbiano ascoltato allora….
Peccato per tutti bambini che avrebbero potuto usufruire di un servizio che già all’epoca si connotava come innovativo e scientificamente validato….
Peccato per tutte le mamme e i papà che, in questi lunghi dieci anni (e forse anche di più), hanno dovuto sobbarcarsi personalmente i costi di un intervento che avrebbe potuto essere offerto dalla pubblica amministrazione….
Peccato ancor di più per tutti quei bambini e per quei genitori che, per condizioni economiche o di qualsiasi svantaggio, in questi lunghi anni non hanno potuto per niente affrontare un percorso di trattamento. Sicuramente molti di loro avrebbero potuto quanto meno migliorare la propria qualità di vita.
Essendo il sottoscritto sempre stato vicino alle questioni del sociale, mi auguro che questa amministrazione, guidata dal sindaco Marcello Manna e dal suo assessore di fiducia al ramo, realizzino concretamente tale progetto e che non rimangano solo e soltanto parole al vento senza nulla di tangibile.
Mi dispiacerebbe enormemente che quest’ultima, pur di vantarsi di qualcosa che in realtà dei fatti non è stata concretamente, ne pensata, ma neanche realizzata, facesse passare altro tempo prezioso, a discapito dei bambini, dei ragazzi autistici e delle loro famiglie.