Ascolto, supporto, formazione e informazione: sono i servizi offerti gratuitamente durante gli incontri mensili del Caffè Alzheimer, uno spazio di condivisione e confronto tra esperti e familiari di persone affette da demenza, promosso dall’associazione Ra.Gi. presso il Centro Diurno di Catanzaro.
“Non puoi farcela da solo. Cosa accade dopo una diagnosi di demenza” è il focus dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi, con l’intervento del geriatra Roberto La Cava, della psicologa Amanda Gigliotti e della caregiver Anna Correggia.
“È importante considerare tre nuclei fondamentali che coesistono e si interscambiano: il corpo, l’anima e lo spirito. Al degenerare di uno, inevitabilmente, gli altri due ne risentono. Per tale motivo, è importante prendersi cura del paziente a 360 gradi, collaborando con realtà come l’associazione Ra.Gi. che, mentre noi medici curiamo il sintomo, si soffermano sulle emozioni dei pazienti” ha dichiarato La Cava.
È sempre più evidente che la diagnosi di demenza coinvolge e travolge il nucleo familiare del paziente, influenzandone la salute fisica e mentale. Anche i caregivers diventano pazienti. Ne ha dato dimostrazione la signora Anna Correggia, moglie di un paziente, che ha raccontato: “All’inizio, quando portavo mio marito al Centro Diurno, mi sentivo in colpa, avevo l’impressione di abbandonarlo. Soltanto conoscendo meglio la realtà della Ra.Gi., mi sono resa conto che non trattano i nostri cari come malati, ma come persone la cui dignità va rispettata”.
L’obiettivo della Ra.Gi. è, infatti, alleggerire il carico assistenziale e tendere la mano ai caregivers per superare la sensazione di solitudine e offrire risposte a dubbi e paure. Come ha ribadito La Cava durante il Caffè Alzheimer in cui si è avvicinato soprattutto con il cuore alle esigenze dei familiari dei pazienti con demenza, è importante chiedere aiuto per prendersi cura con maggiore serenità dei propri cari, ma anche di sé stessi.
A tal punto, dinanzi alla domanda “A chi chiedere aiuto?”, è stato inevitabile un dibattito sulla difficoltà sanitaria che si registra sul territorio calabrese: i caregivers presenti hanno confidato di sentirsi, spesso, spaesati, in quanto i tempi per l’assistenza sono molto lunghi, gli aiuti spesso sono generici e superficiali e le terapie talvolta sembrano non essere abbastanza mirate. “Purtroppo esistono poche strutture come il Centro Diurno della Ra.Gi. e non sempre è facile venirne a conoscenza” hanno commentato alcuni familiari manifestando il desiderio che il sostegno possa diventare sempre più diffuso e concreto.
La psicologa Gigliotti, a tal proposito, ha sottolineato come il ruolo del caregiver sia fondamentale per trovare soluzioni insieme agli operatori: “È importante che ci sia uno scambio reciproco, riguardo al mondo del paziente e alle sue manifestazioni. Bisogna mantenere unite le due corsie parallele del sistema sanitario e del sistema socio-assistenziale perché accanto alla terapia farmacologica è altrettanto necessaria la terapia non solo cognitiva e motoria, ma anche emotiva”.
Proprio questo è l’obiettivo dell’associazione Ra.Gi. che sta diventando un faro per le famiglie di persone con demenza, in grado di guidarle e sostenerle dopo la diagnosi. Attraverso questi incontri gratuiti, che proseguiranno ogni mese presso il Centro Diurno in Via Acri a Catanzaro, l’associazione presieduta da Elena Sodano si apre al territorio, principalmente al centro storico del capoluogo, ma anche alle famiglie che vivono nei quartieri e spesso per vergogna o cattiva informazione non si avvicinano a spazi di formazione e informazione così utili. I Caffè Alzheimer, inoltre, sono organizzati anche a Cicala, Miglierina e Molochio, in provincia di Reggio Calabria. In tal modo, tra sorrisi, ascolto, abbracci e consapevolezza, il tortuoso cammino della demenza, percorso insieme, diventa meno faticoso.