“Non esistono i coraggiosi, solo persone che accettano di andare a braccetto con la loro paura” - Luis Sepúlveda
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Dedicato ad Almerigo Grilz. A Lamezia Terme Il racconto di Gian Micalessin di 40 anni di conflitti in prima linea

La cinepresa filma le immagini di un conflitto a fuoco tra tra la ReNaMo (Resistenza Nazionale Mozambicana) e il Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico).

E’ l’ultimo reportage estremo. E’ l’alba del 19 maggio 1987 nella città di Caia, in Mozambico. Colpito da una pallottola alla testa muore Almerigo Grilz, il primo giornalista italiano caduto sul campo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Fondatore, nel 1983, dell’Albatross Press Agency con gli altri due triestini Gian Micalessin e Fausto Biloslavo. Insieme filmano e documentano, dalla prima linea, i conflitti negli angoli dimenticati della terra.

 

Ad Almerigo Grilz il suo fraterno amico e collega Gian Micalessin e Cantiere Laboratorio hanno dedicato l’incontro.

Il reporter di guerra narra parte degli oltre trenta conflitti che, lo stesso, ha filmato e documentato per i network e testate giornalistiche più importanti al mondo.

Intervalla il racconto, Gian Micalessin, con immagini e video, tra l’attenzione, il silenzio e la commozione dei numerosi presenti che sabato 28 ottobre 2023 hanno riempito la sala del Centro Congressi “Prunia” a Lamezia Terme, dove ai saluti di Bruno Spatara, di Gioventù Controcorrente, è seguito l’intervento di Vittorio Gigliotti, presidente di Cantiere Laboratorio.

Immagini e video si sono susseguiti con il commento della nota professionalità del reporter triestino: dall’Afghanistan all’ex Jugoslavia, dal Medio Oriente all’Iraq alla Siria, all’Africa delle guerre e dell’ “ebola”, fino all’attuale conflitto in Ucraina dove, secondo Micalessin, è apparsa evidente la “dabbenaggine di tanti colleghi” giornalisti e le tante “fandonie” raccontate, che hanno fatto della verità la prima vittima.

 

La mirabile ed appassionante testimonianza di Gian Micalessin è un esempio per tutti coloro che di fronte alla inconfutabile realtà preferiscono voltarsi dall’altra parte oppure scelgono la via del silenzio, dell’omissione o della disinformazione anziché  percorrere quella della verità e del coraggio.

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