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Incontro con Costantino Mustari: alla scuola “Giovanna De Nobili” di Catanzaro si impara come riscattare la dignità

All’Istituto di Istruzione Superiore “Giovanna De Nobili” di Catanzaro, che comprende i Licei Artistico, Linguistico e delle Scienze Umane, tra i più antichi  e prestigiosi della città -raccoglie l’eredità dell’omonimo famoso Istituto Magistrale – continua la rassegna programmata dal Collegio dei docenti con il titolo “Agorà. La scuola incontra gli scrittori calabresi” e con argomento conduttore dell’intera rassegna “La memoria come resistenza e come sguardo verso il futuro”.

E la memoria è stata al centro dell’incontro che gli studenti delle classi terminali dei tre indirizzi scolastici hanno avuto nella sala congressi del MUSMI con Costantino Mustari, autore del romanzo “L’odore del pane”, recentemente pubblicato con la C.E. Tralerighelibri di Lucca. La pubblicazione è stata promossa a livello mediatico, fra gli altri prestigiosi organismi  dal Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria presieduto da Luigi Stanizzi.

Un incontro intenso, quello al De Nobili, presentato dal Dirigente Scolastico prof. Angelo Gagliardi che ha sottolineato le finalità didattiche dell’intera rassegna, giunta alla seconda edizione e che sarà riproposta anche nel prossimo anno scolastico, e la valenza educativa della memoria, imprescindibile per scandagliare il passato e, nel presente, per progettare il futuro e alla quale si affacciano le generazioni giovani, di cui i numerosi alunni che hanno partecipato all’incontro sono una rappresentanza.

Il prof. Franco Migliaccio, docente referente dell’Istituto insieme al prof. Roberto Chiarella, e il prof. Massimiliano Apreda dopo aver tracciato un ritratto dell’autore, sono entrati a sviluppare il romanzo.

Il prof. Migliaccio lo ha velocemente analizzato sotto il profilo storico, accostandolo, per quanto riguarda il contenuto, ai principi espressi da Les Annales e alle intuizioni di Fernand Braudel e di Marc Bloch e ha messo in evidenza la sapiente arte dell’autore di narrare fatti e persone soltanto immaginati in un contesto di storia reale.

Il prof. Apreda si è soffermato sulla lingua scorrevole, sullo stile e sui principi letterari del romanzo; principi che per un verso richiamano la lezione manzoniana del romanzo storico e della Provvidenza che viene in soccorso del protagonista e per altro verso il Verismo verghiano,  nella scelta che l’autore fa di innalzare a protagonisti di questo romanzo, come dei precedenti scritti, uomini e donne del mondo contadino e delle fasce umili di un territorio ristretto della nostra Regione: i borghi della Presila catanzarese e la Catanzaro della seconda metà del secolo scorso.

L’autore ha quindi raccontato la genesi del romanzo, che è la prosecuzione di un precedente suo racconto intitolato “L’ultimo brigante”.

Dati i precedenti di Gino – questo il nome del personaggio principale del romanzo – e il contesto geografico e storico nel quale si svolge la vicenda inventata, avrebbe potuto farne un delinquente di quelli che andavano affermandosi nella New York – anzi Novaiorca, come i nostri semianalfabeti emigrati chiamavano la città della Mela – negli anni tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Ha costruito, invece, un personaggio che lavorando con onestà e rettitudine riscatta la vita precedente e riconquista la sua dignità. Ha avuto la sorte che allora toccava ai briganti, è emigrato per dimenticare, ma gli torna spesso il ricordo dei momenti belli che ha trascorso al suo paese, Taverna, così come l’odore del pane sveglia il ricordo -e diventa memoria- di sapori buoni.

“Ho voluto farne un personaggio positivo – ha dichiarato Mustari – l’emblema delle genti calabresi operose e oneste, contro lo stereotipo che, invece, le voleva, e ancora le descrive, come dedite soltanto al malaffare e alla delinquenza”.

Pertinenti, profonde e stimolanti le domande e le riflessioni degli alunni Sara Primerano, Giulio Menniti, Francesca Procopio, Alessandra Valentino, Alessia Galli e Martina Sorrentino che hanno dialogato con l’autore e che hanno consentito di parlare del brigantaggio, del fenomeno migratorio, della condizione dei nostri emigrati in America, della nascita delle gangs Italo-americane, di emigrati illustri, nonché degli eventi e dei personaggi storici che fanno da sfondo al romanzo.

All’incontro ha presenziato il consigliere provinciale Dott. Paolo Mattia che ha sostenuto l’iniziativa del De Nobili e che nel saluto iniziale, rivolto anche a nome del presidente Mormile e dell’amministrazione provinciale che ha patrocinato la rassegna insieme all’amministrazione comunale di Catanzaro, ha sottolineato il valore che essa riveste per le giovani generazioni presenti, augurandosi che altre possano realizzarsene per promuovere gli autori Calabresi, che si stanno affermando in modo significativo nel panorama letterario del nostro Paese.

 

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