Un ergastolo e un’assoluzione: cosi’ ha deciso la corte d’assise di Catanzaro, presieduta da Alessandro Bravin, a conclusione del processo per un omicidio di ndrangheta avvenuto il 5 agosto del 2007 a Ciro’ Marina, nel crotonese: quello, in particolare di Vincenzo Pirillo, ucciso con quattro colpi di pistola mentre stava cenando in un ristorante. La corte d’assise ha inflitto la condanna all’ergastolo a Cataldo Marincola, 58 anni, ed assolto Silvio Farao, 72 anni, entrambi ritenuti capi storici dell’omonima cosca di Ciro’ Marina.
Contro Marincola hanno pesato essenzialmente le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Aloe, 45 anni, che si e’ autoaccusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco ed ha indicato Marincola quale mandante del delitto.
A Vincenzo Pirillo, detto Cenzo, che all’epoca dei fatti era il reggente della cosca cirotana, la consorteria criminale contestava la gestione della “bacinella”, la cassa comune del clan nella quale si riversavano i soldi sporchi delle estorsioni, del traffico di droga e degli affari illeciti, destinati, tra l’altro, al mantenimento dei detenuti. Ai magistrati della Dda il pentito Aloe ha raccontato che fu proprio Cataldo Marincola, all’epoca latitante, ad affidargli il mandato omicidiario chiedendogli se se la sentiva di farlo.
Aloe accetto’ anche perche’ mosso da un desiderio di vendetta verso Pirillo, ritenuto l’autore dell’omicidio del padre, il vecchio boss di Ciro’ Nic Aloe, assassinato in un agguato. La sera del 5 agosto il commando di killer del quale faceva parte Aloe raggiunse il ristorante nel quale si trovava Pirillo a bordo di due scooter e un’auto Hiunday e si mise a sparare all’impazzata tra gli avventori scatenando il fuggi fuggi generale.
Rimasero ferite sei persone tra le quali una bambina di 11 anni che si trovava sulle ginocchia di Pirillo.