Nell’ambito del Maggio dei Libri 2023 promosso dal Ministero della Cultura e dal Comune di Reggio Calabria, l’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca “Pietro de Nava”, prosegue la riflessione sulla “percezione del tempo tra Antico, Moderno e Contemporaneità” e propone un incontro su Filone di Bisanzio, scienziato e scrittore ellenistico vissuto all’incirca nel 3^ secolo a.C., autore di un trattato di meccanica (Mechanike syntaxis), quasi del tutto perduto, ma di cui restano importanti ed estesi frammenti relativi alla costruzione dei sistemi di difesa delle città, già oggetto di un incontro la scorsa estate e, nel testo al centro della odierna manifestazione, anch’esso curato dalla Prof.ssa Elena Santagati dell’Università di Messina, dell’ approvvigionamento della città assediata.
Infatti affinché una città possa affrontare un assedio non basta che sia ben fortificata: accanto ad una sapiente e razionale edificazione di mura e predisposizioni strategiche di bastioni e torri, essa, in vista di un assedio, ha la necessità di mettere in atto, al suo interno, una serie di iniziative che possano consentire agli assediati una duratura resistenza. Filone di Bisanzio fornisce dunque una serie di precetti guida per un appropriato approvvigionamento, per la razionalizzazione delle risorse disponibili e per la loro conservazione.
Il testo, di cui parleranno la stessa prof.ssa Elena Santagati e il Prof. Daniele Castrizio giovedì 11 maggio alle ore 16,45 presso la Sala Gioffrè della Biblioteca De Nava, dopo l’introduzione Prof. Amos Martino, Responsabile del Centro Studi Anassilaos Glauco di Reggio per la cultura letteraria greca e latina, offre uno squarcio significativo sulla guerra nel mondo antico, crudele come tutte le guerre combattute nel corso dei secoli, e ci fa comprendere come l’approvvigionamento di acqua e cibo sia fondamentale perché una città assediata possa resistere al nemico e quanto “la fame” possa piegare i cittadini più valorosi e risoluti. Un esempio tra gli altri riguarda proprio la nostra Reggio assediata da Dioniso, tiranno di Siracusa. Secondo quanto tramanda Diodoro Siculo i Reggini, isolati da dieci mesi senza alcuna possibilità di rifornimento, di fronte alla grave scarsità di cibo e vinti dalla fame, mangiarono i cavalli e addirittura le pelli dopo averle cotte giungendo al punto di mangiare l’erba selvatica che cresceva sui muri – ancora quelli che osserviamo sul Lungomare – e infine sopraffatti dalla fame, furono costretti ad arrendersi a Dionisio che distrusse la città.