“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari” - Antonio Gramsci
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Primo anniversario della nomina di monsignor Parisi a vescovo di Lamezia Terme

Un anno fa monsignor Serafino Parisi veniva nominato Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme ed oggi la Chiesa che è in Lamezia si unisce in preghiera con il suo Pastore perché questo cammino intrapreso sia un percorso che segua “lo stile di Dio”, accogliendo l’altro come in un grande abbraccio. Quello stesso abbraccio al quale il Pastore della Chiesa lametina fece riferimento nel messaggio inviato alla Diocesi nel giorno della sua nomina.

 

“Vengo a voi a braccia aperte – scrisse monsignor Parisi – per accogliervi e per dirvi che ci sarà spazio nella mia vita per voi tutti. A braccia aperte, e vuote di qualsiasi altra cosa, perché ogni mia cura e tutte le mie energie siano al servizio di questa porzione di Chiesa che, per sola grazia, mi è stata affidata. A braccia aperte perché rimanga sempre sgombro lo spazio per l’amore, per la verità e per la giustizia”.

Da allora sono trascorsi dodici mesi durante i quali il Vescovo ha visitato in lungo ed in largo la Diocesi, incontrato coloro ai quali, in quel saluto, si era rivolto ricordando che “viviamo per un abbraccio ed in un abbraccio, perché l’essenziale della vita è sentirci amati. Abbiamo bisogno, perciò, di riscoprire la fede come relazione: con Dio, con i fratelli, con la nostra realtà calabrese. Una fede incarnata che, oltre i formalismi, e il rischio di ridursi a pratiche esteriori, ci renda capaci di discernere la storia per trasformarla. Dovrà essere questa una ‘priorità’ della Chiesa diocesana che vogliamo costruire insieme – scriveva un anno fa monsignor Parisi – : ‘esserci’ nelle trame umane della storia come comunità. In particolare, vengo a voi a braccia spalancate, cari fratelli nel sacerdozio, religiosi e diaconi, per invitarvi ad affiancarmi nell’opera di testimonianza del Vangelo ‘perché la Parola del Signore faccia la sua corsa e sia glorificata (Cfr 2Ts 3,1)’. Vi invito non a essere le mie mani o la mia voce, ma a essere, con me, mani e voce di Cristo Risorto. E, insieme ai tanti fratelli e sorelle laici, allarghiamo le braccia gli uni verso gli altri, per essere presenza viva del Vangelo, che fa spuntare gemme di vita nuova per questa nostra terra”.

 

Parole che in questi dodici mesi hanno assunto connotazioni ben precise e determinate, che sono state trasformate in atti concreti e azioni incisive. Infatti, quello appena trascorso, è stato un anno, durante il quale monsignor Parisi ha incontrato tante realtà della Diocesi recandosi nelle parrocchie, nelle scuole, sui luoghi di lavoro, in ospedale, nelle case di cura e di riposo, nelle sedi di associazioni e movimenti, sollecitando tutti, clero e laici, non alla collaborazione ma alla corresponsabilità nella convinzione che “corresponsabilità  – come ha avuto modo di sottolineare spesso – significa sentirsi parte dello stesso progetto vissuto come missione e come servizio”. 

 

È stato, quindi, un anno intenso nel corso del quale, da un lato monsignor Parisi ha avuto modo di conoscere il variegato territorio diocesano, dall’altro la Chiesa che è in Lamezia ha avuto modo di incontrare il suo Pastore, confrontandosi con lui in quello che, proprio come auspicato da monsignor Parisi nella lettera di saluto, è stato un vero e proprio abbraccio, per iniziare insieme quel cammino sinodale sollecitato dal Vescovo “seguendo le orme (Cfr 1Pt 2,21) che il Crocifisso Risorto ha impresso nella storia: sono tracce di vita, sono semi di speranza”.

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