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Da Milano a Reggio Calabria, Anci rilancia l’allarme degli assessori al Bilancio: “Avviare ristrutturazione debito e fondi per caro bollette”

Gli assessori al bilancio delle grandi città lanciano l’allarme e chiedono al governo risposte urgenti nel prossimo decreto emergenze, perché senza un intervento normativo molti bilanci di Comuni di ogni dimensione rischiano di andare in squilibri: è quanto emerso durante la riunione degli assessori che – alla presenza del delegato alla finanza locale Anci Alessandro Canelli e del presidente della commissione Mauro Guerra – hanno fatto il punto sui problemi principali che affliggono i bilanci dei Comuni.

Gli assessori di Milano, Venezia, Bologna, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Firenze e Genova chiedono per prima cosa l’integrazione dei fondi a sostegno del caro bollette, per almeno il doppio di quanto già stanziato, cifra già ad oggi del tutto insufficiente. Un incremento dei fondi viene chiesto anche sui mancati introiti derivanti dall’imposta di soggiorno, la cui compensazione è insufficiente con particolare riguardo alle città d’arte. 

Gli assessori inoltre, ricorda ancora l’Anci, “esprimono forte preoccupazione per l’impatto sulla spesa corrente dei costi per l’accoglienza dei profughi ucraini su cui il governo ha stanziato 428 milioni, di cui pero’ nemmeno un euro e’ arrivato ai Comuni”. Sostegno viene chiesto anche per avere “una maggiore flessibilità per l’utilizzo degli avanzi di amministrazione, per far fronte alla coda dell’emergenza Covid e al caro bollette”. 

Infine, chiedendo subito l’avvio del processo di ristrutturazione del debito che i Comuni attendono da quasi tre anni e che dovrebbe portare benefici anche sui bilanci 2022-2024, gli assessori delle grandi città auspicano anche per quest’anno “il mantenimento del clima di fiducia tra Comuni e governo. Questo clima – ribadiscono – ha reso possibile affrontare efficacemente la pandemia e deve essere preservato di fronte a emergenze di grande portata, attraverso lo stanziamento immediato di almeno 400 milioni di euro e l’introduzione di ampie flessibilità nelle regole contabili”.

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