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Casi botulino, Anniballi (ISS): “Le cure funzionano, ma il recupero può essere lungo”

Nei casi di intossicazione da botulino “i trattamenti di cui disponiamo sono efficaci, funzionano”, anche se il recupero può essere lungo. “I decessi purtroppo, seppure molto rari, ci sono e spesso sono legati a comorbidità o problematiche che si sviluppano durate il decorso della malattia”.

Lo spiega all’Adnkronos Salute Fabrizio Anniballi responsabile del Centro nazionale di riferimento per il botulismo presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e consulente per il tribunale per i decessi che si sono verificati in Calabria e Sardegna – dove questa mattina è morta Valeria Sollai, seconda vittima dell’intossicazione da guacamole contaminato alla ‘Fiesta Latina’ di fine luglio nell’Isola – e sui quali il suo riserbo è totale. “In Italia – continua – abbiamo generalmente una sintomatologia medio o lievemente grave rispetto ad altri Paesi. Negli Stati Uniti, per esempio, ci sono pazienti che rimangono persino 6/8 mesi in terapia intensiva. Nel nostro Paese, generalmente, il recupero è nell’ordine di poche settimane, dipende molto dalla quantità di tossina, dalla tipologia di tossina che è stata ingerita, dalle condizioni generali della persona intossicata. Fare una media non è facilissimo, ma generalmente dopo una ventina di giorni c’è un recupero, vengono dimessi quasi tutti i pazienti ricoverati. E’ una media: ci sono ovviamente dei casi più gravi ma ci possono essere anche situazioni in cui la ripresa è più rapida”.

L’antitossina botulinica, o siero antibotulinico, “è importantissima. Ma c’è una quota di pazienti, inferiore al 10%, ai quali non può essere somministrato perché provoca una reazione allergica. Per questo prima di fare l’infusione si fa una prova per testare la possibilità di un’eventuale reazione. In ogni caso, però, serve per neutralizzare la tossina circolante nel torrente sanguigno. Questo vuol dire che ha effetto nei primi giorni dopo l’intossicazione perché c’è ancora una tossina circolante. Dopodiché l’organismo la metabolizza, quindi la disattiva e la espelle con le urine. Nel frattempo però la tossina, prima di essere intercettata dall’organismo, può far danni alle terminazioni nervose innescando tutti i sintomi della malattia”.

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