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Tavernise (M5S): “Da Occhiuto ai sindaci, le massime autorità sanitarie adottino provvedimenti a tutela dei lavoratori esposti a elevate temperature ambientali”

Un’altra stagione di caldo record. Da settimane esperti di salute e clima chiedono alla politica, quindi a chi è chiamato per legge a tutelare la salute dei cittadini, interventi adeguati per tenere al sicuro le fasce di popolazione particolarmente esposte ai rischi dovuti al caldo. La recente morte del bracciante agricolo in Calabria, rappresenta, così, l’ennesima ferita ad una popolazione che da decenni chiede alla politica di dare concretezza alla parola dignità. Valore, quello della dignità, elevato a fondamentale dalla nostra costituzione.

Una morte che nel sud segue in ordine di tempo quella di diversi braccianti agricoli, e accade nonostante l’INAIL, a proposito dello stress-termico, ricordi da più tempo che i <lavori pesanti in ambienti severi caldi sottopongono il sistema cardiovascolare a notevoli condizioni di sforzo, che possono causare il cosiddetto colpo di calore>, portando alla morte nel 15-25% dei casi, quando la temperatura sale sopra i 42°C circa. Al momento, per questa torrida stagione estiva, nessun provvedimento concreto, in Calabria, si registra a tutela della salute dei cittadini più esposti ai rischi del caldo, come chi è chiamato a svolgere lavoro nei campi”. E’ il duro monito del capogruppo del M5S in consiglio regionale Davide Tavernise, che si rivolge in primis al presidente Occhiuto, ma anche ai sindaci.

“Non solo la Puglia – continua, poi,  Tavernise –  anche la Calabria, in realtà,  ha vietato l’attività agricola in condizioni di esposizione prolungata al sole. Ma il provvedimento, l’ordinanza numero 44, in materia di igiene e sanità pubblica, risulta firmato il 30 giugno, dello scorso anno, dall’allora presidente della regione Nino Spirlì. Provvedimento, oggi inefficace, che recita: <È vietato il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle 12.30 alle ore 16 con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2021, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa ore 12.00, segnali un livello di rischio Alto>. Con conseguenze sanzionatorie, per come dettate dall’art. 650 c.p., in caso di inosservanza degli obblighi prescritti”.

“L’auspicio, dunque – conclude Tavernise – è che Occhiuto riprenda quel provvedimento agendo, così, per tutto il territorio regionale, ma i sindaci non si sentano esclusi, perché se la politica regionale dovesse mostrarsi sorda, nel territorio di riferimento possono comunque, allo stesso modo, intervenire. Si tratta, dunque, di un provvedimento che ha nessun colore politico che tutela lavoratori particolarmente esposti ai rischi del caldo. Rischi che possono valere anche per quanti lavorano nei cantieri e nel florovivaismo, per cui in assenza di indicazioni anzitutto le aziende cautelino e tutelino i lavoratori, rispettando le norme generali sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro“.

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